Apple Sigla Accordi da 50 Milioni con Testate Giornalistiche per Rivoluzionare l’Intelligenza Artificiale

Accordi Conclusi

Negli ultimi tempi, Apple ha intrapreso colloqui con le principali testate giornalistiche ed editori, cercando il consenso per l’utilizzo dei loro contenuti nel contesto dello sviluppo della propria intelligenza artificiale generativa, riporta il New York Times in data venerdì.

Il gigante produttore di iPhone ha concluso accordi plurianuali dal valore minimo di 50 milioni di dollari (circa 420 milioni di rupie) per ottenere le licenze sugli archivi di articoli giornalistici, secondo fonti a conoscenza delle trattative citate nel rapporto. Tra le testate coinvolte nelle trattative con Apple figurano Condé Nast, editore di Vogue e del New Yorker, NBC News, e IAC, proprietaria di People, the Daily Beast e Better Homes and Gardens, come riportato dal New York Times. Tuttavia, alcuni editori, secondo il rapporto, hanno mostrato cautela nei confronti di questa apertura da parte di Apple.

Al momento, non è giunta alcuna risposta immediata da parte di Apple a una richiesta di commento da parte di Reuters.

Investimenti aggressivi

Il settore della grande tecnologia sta facendo investimenti aggressivi nell’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa. Nel suo percorso, Apple ha sfruttato questa tecnologia per migliorare le funzionalità di base dei suoi ultimi dispositivi. Nel mese di ottobre, la società ha lanciato i nuovi computer MacBook Pro e iMac insieme a tre nuovi chip per alimentarli. L’azienda ha sottolineato che questi chip possono essere impiegati da ricercatori di intelligenza artificiale, il cui lavoro spesso dipende dalla capacità di archiviare dati nella memoria del computer.

Recentemente, Bloomberg News ha riportato che diverse agenzie cinesi e enti governativi hanno invitato il loro personale a evitare l’utilizzo di iPhone Apple e di altri dispositivi stranieri sul luogo di lavoro. Questa mossa riflette una tendenza più ampia della Cina, durata oltre un decennio, di ridurre la dipendenza da tecnologie straniere, incoraggiando le aziende affiliate allo stato a passare a software locale e sostenendo la produzione interna di chip semiconduttori.

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