The Cult: la band compie 40 anni.
E’ strano pensare che sono passati ben 40 anni da quando i Cult apparvero sulle scene e si conquistarono immediatamente le attenzioni del pubblico gothic rock. Eppure in questi giorni la band inglese si sta esibendo in una serie di date in Inghilterra e nel resto d’Europa atte a celebrare la sua lunga carriera. Il “The 8424 Tour” è passato anche in Italia lo scorso mese quando i Cult si sono presentati sul palco del Carroponte di Sesto San Giovanni sabato 27 Luglio.
La storia dei Cult
Tutto cominciò dai fondatori, il cantante Ian Astbury e il chitarrista Billy Duffy. Entrambi lasciarono le loro band di origine, i Southern Death Cult per Ian e i Theatre of Hate per Billy. Insieme diedero vita ad un gruppo che inizialmente si chiamò Death Cult e poi semplicemente Cult. A loro si unirono il bassista Jamie Stewart e il batterista Nigel Preston. Il primo album dei Cult, “Dreamtime” è del 1984.
Goth rock, psichedelia, una carica d’energia impressionante e trascinante come la voce potente di Ian Astbury, appassionato della cultura degli Indiani D’America e dei Doors. Il fascino e il mistero del goth, una vena compositiva eccellente e un look adeguato alle mode dell’epoca fecero il miracolo. The Cult balzarono subito agli onori delle cronache e delle classifiche. Il loro secondo album “Love” fu un gran successo e i singoli “Rain”, “She Sells Sanctuary” e “Revolution” finirono al top di tutte le classifiche europee.
Il fascino della band
Era il 1985 e i Cult erano il punto di riferimento di tutta la gioventù dell’epoca che amava essere diversa, vestiva a Camden Market, a quei tempi regno della cultura indie e in qualche modo strizzava ancora l’occhio al punk di Syd Vicious e Nancy. I Cult, che erano il massimo del cool, non solo facevano quotidianamente proseliti ma aiutarono anche una giovane e promettente band, i Balaam and The Angel and ottenere un contratto discografico con la loro stessa etichetta, la Virgin. Poi la svolta improvvisa. I gran sacerdoti del goth e del dark mirano a conquistare gli Stati Uniti. Per raggiungere il proprio obbiettivo sono disposti ad osare e a lasciarsi alle spalle la musica e il look che gli avevano dato il grande successo.
La svolta “elettrica”
Nel 1986 esce così “Electric”, prodotto da Rick Rubin, un disco di rock duro in cui si stenta a ritrovare ciò che rendeva i Cult così particolari e diversi dalle altre band. I ragazzi mettono da parte gli abiti vampireschi, i pizzi e i merletti gotici e indossano giubbetti e pantaloni di pelle. Finisce la magia dei Cult che dal quel momento in poi somigliano più che altro agli Hell’s Angels. Ma il mercato americano si sa non ha mai apprezzato il goth e loro sono troppo ambiziosi per non piegarsi alle leggi di mercato. Il disco da una certa notorietà alla band negli States e così anche il successivo “Sonic Temple” dell’89 e tutti quelli che verranno.
Il presente dei The Cult
Da lì negli anni Ian Astbury e Billy Duffy si sono presi e lasciati varie volte e anche il resto della formazione di disco in disco ha subito dei cambiamenti. Per un certo periodo, più precisamente dal 1991 al 1995. anche Craig Adams, bassista dei leggendari Sisters of Mercy e poi dei The Mission ha fatto parte della band. 11 dischi da studio in totale, l’ultimo si intitola “Under The Midnight Sun” ed è uscito il 7 ottobre di due anni fa.
Un disco che guarda un po’ al passato, alle sonorità abbandonate tanto presto e anche Ian Astbury sorprendentemente è tornato a vestire di nero e a tutt’oggi sembra più un dark che un rocker. E lo stesso Billy Duffy… Chissà che dopo aver fatto tutto e visto tutto in questi 40 anni, nei due membri stabili del gruppo non ci sia un pizzico di rimpianto per quello che si sono lasciati dietro….
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