Ellie Falaris Ganelin è il direttore del Kombos Collective che ha fondato nel 2011 sotto il nome di Chreek Chamber Music Project. Ma è soprattutto una nota e apprezzata flautista che viene dal classico ma che ha influenze derivate dal jazz, dalla musica latina dal quella balcanica e klezmer. Nata e cresciiuta negli Stati Uniti, Ellie è greca e croato-americana. Il suo obbiettivo è rendere la musica classica accessibile a tutti e crede fermamente nel multi culturalismo. In questa intervista ha parlato a BACKdigit del suo nuovo lavoro che si intitola Uproot . Quindi del suo Kombos Collective che le ha dato l’opportunità di celebrare e approfondire le sue radici elleniche.
Intervista a Ellie Falaris Ganelin
Come descriveresti Uproot a qualcuno che non lo ha ancora ascoltato?
La mia organizzazione si chiama Kombos Collective, kombos che deriva dalla parola greca che significa nodo. Uproot è composto da una raccolta di brani delle tradizioni popolari urbane conosciute come rembetiko e smyrneika, con i miei arrangiamenti originali ispirati alla musica da camera e al jazz. Rembetiko proviene dai centri delle città di Atene e Salonicco. Smyrneika proviene dalle città dell’Asia Minore di Smirne (Izmir) e Costantinopoli (Istanbul). Uproot assume una nuova prospettiva su queste vecchie canzoni sui rifugiati. La mia collaboratrice in questo progetto, Katerina Clambaneva, presta la sua voce ricca e stratificata ai brani e la sua esperienza sulla tradizione rembetiko. La band, composta da me al flauto, Mary-Victoria Voutsas al pianoforte, Emma Selmon al clarinetto e diversi ospiti speciali, offre una nuova estetica e timbri che normalmente non si sentono in questa musica.
Le registrazioni di Uproot
Quanto tempo ci è voluto per registrarlo?
La produzione dell’intero album ha richiesto tre mesi. La maggior parte delle nostre registrazioni sono avvenute nel gennaio 2024, con ri-registrazioni e mixaggi che si sono svolti tra febbraio e marzo. Katerina ha registrato da Londra, mentre il resto della band ha registrato a Washington, DC. Abbiamo avuto diversi ospiti speciali che hanno registrato da Amsterdam e San Francisco.
Sei il direttore del Kombos Collective. Questo progetto ti impegna molto?
In questo momento è quello che faccio a tempo pieno, anche se in autunno avrò altri lavori in programma che occuperanno più tempo.
Le origini musicali di Ellie
Quando hai deciso che il flauto era lo strumento che volevi suonare?
Avevo 10 anni quando ho iniziato a suonare il flauto nella banda della mia scuola media. Quindi in pratica ho suonato per gran parte della mia vita.
Qual è il tuo brano musicale preferito degli Uproot e perché?
Adoro Mortissa Smirne. La canzone originale è stata registrata nel 1936, anche se probabilmente è più antica, poiché ha avuto origine nella città di Smirne come parte della tradizione smyrneika.
Mortissa Smyrnia è in un metro doppio, ma l’ho reimmaginato come un tango, poiché pensavo che la gente cosmopolita di Smirne avrebbe abbracciato questo stile di danza. In seguito ho appreso che negli anni Quaranta e Cinquanta molte canzoni in lingua greca venivano registrate sotto forma di stili di danza popolari dell’epoca (foxtrot, tango, habanera). Si scopre poi che stavo pensando nella giusta direzione.
Il multiculturalismo di Ellie Falaris Ganelin
Qual è il tipo di pubblico che solitamente viene a vedere i tuoi concerti?
Di solito circa la metà del mio pubblico è greco, ma ai concerti vedo un bel mix di persone. Il multiculturalismo è qualcosa che viene celebrato negli Stati Uniti, soprattutto nelle città, quindi le persone sono culturalmente curiose riguardo al mio lavoro. Penso che mescolare le tradizioni popolari urbane greche con il jazz e la musica da camera offra suoni nuovi e familiari, indipendentemente dal tuo background. Penso che sia importante fornire le traduzioni dei testi ai concerti. Il CD e l’LP includono la traduzione dei testi nelle note di copertina.
Uproot: Greek Refugee Songs from Asia Minor è disponibile come CD, LP, download digitale e sui servizi di streaming.
Interview to Ellie Falaris Ganelin
How would you describe Uproot to someone who hasn’t listened it yet?
My organization is called Kombos Collective, kombos coming from the Greek word for a knot
Uproot is made up of a collection of songs in the urban folk traditions known as rembetiko and smyrneika, with my original arrangements inspired by chamber music and jazz. Rembetiko comes from the city centers of Athens and Thessaloniki, while smyrneika comes from the Asia Minor cities of Smyrna (Izmir) and Constantinople (Istanbul). Uproot takes on a fresh perspective on these old refugee songs. My collaborator on this project, Katerina Clambaneva, lends her rich, layered voice to the tracks and her expertise on the rembetiko tradition. The band, made up of myself on flute, as well as Mary-Victoria Voutsas on piano, Emma Selmon on clarinet, and several special guests, offer a new aesthetic and timbres that you don’t normally hear in this music.
The recording of Uproot
How long did it take to record it?
The whole album took three months to produce. Most of our recording took place in January 2024, with re-recording and mixing happening through February and March. Katerina recorded from London, while the rest of the band recorded in Washington, DC. We had several special guests recording from Amsterdam and San Francisco.
You are the director of the Kombos Collective. Does this project take you very busy?
Right now, it’s what I do full-time, though I have other performing work coming up in the fall that will take up more of my time.
Ellie Falaris Ganelin: the origins
When did you decide that flute was the instrument you wanted to play?
I was 10 years old when I started playing flute in my middle school band. So basically I’ve been playing most of my life.
What is your fav piece of music of Uproot and why?
I love Mortissa Smyrnia. The original song was recorded in 1936, though it is probably older, as it originated in the city of Smyrna as part of the smyrneika tradition.
Mortissa Smyrnia is in a duple meter, but I reimagined it as a tango, as I thought the cosmopolitan people of Smyrna would have embraced this dance style. I later learned that by the 1940s and 50s, lots of Greek-language songs were recorded in the form of popular dance styles of the time (foxtrot, tango, habanera). It turns out I was thinking in the right direction.
The multiculturalism of Ellie Falaris Ganelin
What is the kind of audience that usually comes and see your concerts?
Usually about half of my audience is Greek, but I see quite a mix of people at concerts. Multiculturalism is something that’s celebrated in the United States, especially in cities, so people are culturally curious about my work. I think mixing in Greek urban folk traditions with jazz and chamber music offers sounds that are new and familiar, regardless of your background. I think it’s important to provide translations to the lyrics at concerts. The CD and LP include lyrics translations in the liner notes.
Uproot: Greek Refugee Songs from Asia Minor is available as a CD, LP and digital download and on streaming services. CD, LP and digital download: https://komboscollective.bandcamp.com/album/uproot-greek-refugee-songs-from-asia-minor
Streaming:
https://modernclassicalx.lnk.to/UprootGreekRefugeeSongsfromAsiaMinor
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