Il canale di YouTube AiTelly propone una ricostruzione 3D con un video l’implosione del sottomarino Titan. Il sommergibile Titan della OceanGate Expeditions è scomparso nelle profondità dell’Oceano Atlantico Settentrionale domenica 18 giugno, lasciando il mondo in attesa di notizie circa le sorti dei suoi cinque occupanti. Dopo quattro giorni di ricerche, il Titan è stato ritrovato, ma solo per confermare le peggiori paure: l’implosione del sommergibile ha causato la morte istantanea dei passeggeri.
Le cause dell’implosione
Secondo l’esperto di sottomarini José Luis Martín, il Titan sarebbe imploso a causa di un guasto elettrico che ha lasciato il sommergibile senza spinta, provocando lo sbilanciamento in avanti del peso dei passeggeri concentrati sulla parte anteriore vicino al portello di osservazione. Il pilota del sommergibile, Stockton Rush, ha provato a stabilizzarlo eliminando le zavorre, ma senza successo. La caduta è durata tra i 48 e i 71 secondi, durante i quali i passeggeri sarebbero stati consapevoli del loro destino, immersi nella completa oscurità.
La ricostruzione degli ultimi istanti
Il Titan si trovava a circa 1700 metri di profondità quando è avvenuta l’implosione. Secondo la ricostruzione di Martín, il sommergibile era sbilanciato in avanti e precipitava verticalmente verso il fondo “come una freccia”. Il pilota Rush ha provato a stabilizzarlo, ma senza successo. I passeggeri sono stati spinti in avanti e si sono ammassati uno sopra l’altro, immersi nel terrore e nella paura. Durante la rapida caduta, lo scafo è stato sottoposto a un improvviso aumento della pressione, che ha portato all’implosione a circa 2500 metri di profondità.
La tecnologia che ha rilevato l’implosione
Il suono dell’implosione del Titan sarebbe stato rilevato dalle strumentazioni militari il 18 giugno, in un orario compatibile con la perdita dei contatti tra il sommergibile e la nave Polar Prince, 105 minuti dopo l’inizio della discesa. Questo è stato possibile grazie al sistema SOSUS (Sound Surveillance System), una rete di idrofoni posizionata dalla Marina statunitense sul fondo dei due oceani che bagnano le coste americane. Nonostante l’esistenza del SOSUS sia un fatto noto fin dagli anni Settanta, l’ubicazione dei sensori resta ancora un’informazione riservata.
Le conseguenze dell’implosione
La morte dei cinque passeggeri del Titan ha scosso l’opinione pubblica e sollevato diverse questioni sulla sicurezza dei sommergibili e delle spedizioni subacquee. OceanGate Expeditions ha sospeso le operazioni del Titan e avviato un’indagine per stabilire le cause dell’incidente. Nel frattempo, le famiglie delle vittime e l’intera comunità degli appassionati di esplorazione subacquea piangono la perdita dei cinque coraggiosi avventurieri.
Conclusioni
La tragica implosione del Titan ha messo in evidenza l’importanza della sicurezza nelle spedizioni subacquee e la necessità di adottare misure sempre più rigorose per garantire la salute e la vita degli occupanti dei sommergibili. Se da un lato la tecnologia ci consente di esplorare le profondità dell’oceano come mai prima d’ora, dall’altro ci ricorda l’importanza di rispettare le leggi della natura e di agire con la massima prudenza e responsabilità. Il Titan resterà per sempre un monito sulle conseguenze tragiche dell’errore umano e della superficialità nell’affrontare le sfide dell’esplorazione subacquea.