Ho chiamato Viola Nocenzi per un’intervista riguardante il suo libro di poesie. Dopo i saluti iniziali e le cortesie di rito, ho espresso la mia ammirazione per la voce straordinaria di Viola e ho lodato i suoi video musicali. Ho anche commentato sull’effetto impressionante delle quattro ottave di Viola, confermando la loro efficacia. Ho continuato facendole i complimenti per il suo libro di poesie, definendolo bellissimo e sottolineando come ogni poesia fosse meravigliosa.(intervista su Backdigit.com)
Ho notato che, leggendo le poesie, avevo avuto l’impressione che sostituendo le parole con note musicali, le poesie potevano diventare canzoni, cosa che Viola ha confermato, spiegando di averle scritte proprio come una partitura. Ho letto le poesie dal PDF, ma Viola ha evidenziato che l’effetto è diverso con il libro stampato, aggiungendo che il libro ha una carta scelta con cura e un carattere grande per facilitare la lettura, anche per le persone ipovedenti. Infine, ho chiesto di iniziare con la prima domanda dell’intervista, concentrandomi sulle poesie che mi hanno maggiormente impressionata. (Viola Nocenzi Poesie da Parati libro)
Viola risponde
Nella poesia “Altre Vite” sembri esplorare il tema delle identità e delle esperienze passate attraverso immagini suggestive. Nella tua poesia altre vite parli di essere stato un “bosco”, una “casa di pietra” una “strega di zuppa” e “l’autunno”. Cosa significano per te queste immagini e quali esperienze della tua vita rappresentano?
Allora l’autunno è la mia stagione preferita in assoluto. Mi trovo molto consonante sia con il cielo d’autunno che con gli odori dei primi caminetti che si accendono e preannunciano l’inverno che tra l’altro è una stagione che amo. Il fatto di fare il gioco, di essere una strega di zuppa autunno e ritorni, in effetti la parola “ritorni” è molto importante mi fa venire in mente l’ultimo brano di Franco Battiato “Torneremo ancora” perché credo molto nel concetto delle incarnazioni quindi il discorso di non essere finiti ma di essere infiniti. Non voglio fare proselitismo nel senso che io credo in questo, nel senso che lo sento affine a quello che percepisco, dell’anima, dello spirito, della vita, della parte spirituale di ognuno di noi però non amo molto evangelizzare nessuno in nessun tipo di contesto. (Viola Nocenzi Poesie da Parati libro)
Quindi è stato un gioco di boschi, di altre vite, di spiritualità anche legata a quello che è il dono carismatico della profezia, il discorso di sentirsi prima le cose, di avere una sensibilità ultraterrena. Poi il fatto dell’immaginario che io ho di queste case di pietra nei boschi, dove vengono fatte le zuppe, mi fa molto di autunno e contemporaneamente di favola, di fiaba. È un mondo fantastico che mi affascina molto e vuole incentrare sia l’aspetto della spiritualità, del ritorno, della rinascita, sia i vari doni della profezia o della profezia tipica delle streghe . (Viola Nocenzi Poesie da Parati intervista Libro)
Viola Nocenzi – Poesie da Parati “ALBA”
Passerei all’altra poesia, Alba. La poesia Alba sembra esplorare il tema della transizione, del cambiamento e della memoria. Nella tua poesia Alba utilizzi immagini molto forti per descrivere l’inizio del giorno. In particolare l’Alba viene paragonata ad un’arpa suonata da un cieco. È una creatura che lecca con una lingua lunga. Cosa ti ha ispirato a usare queste metafore e immagini sensoriali per rappresentare l’Alba e quale significato personale o simbolico hanno per te?
Guarda, in questo caso è stato più che altro un traslare note, colori in parole. L’esperienza della scrittura che ho fatto, l’ho vissuta, come ti dicevo prima, come vivo lo scrivere musica, perché io scrivo da quando sono piccolina e non so neanche come. Penso sia una questione genetica.
È un dono innato, ma a prescindere dalla genetica è pure un dono innato. (Viola Nocenzi Poesie da Parati intervista su Backdigit.com libro)
La sensibilità di Viola
Sì, da quattro anni mi trovavo facilitata a scrivere musica, a scrivere canzoni, canzoni per la mamma, piuttosto che letterine. Quindi è proprio un discorso di dire quando scrivo una nota, ho in mente un pensiero, ma più che altro in pancia un’emozione, poi dei colori, delle intuizioni a proposito di strega di zuppa, autunno e ritorni. Cerco di tradurre, come di partorire, di far uscire fuori su quello che è il pianoforte, che è una carta assorbente, tutta quest’acqua che mi cola dal cervello, dall’anima, dal cuore. La stessa cosa l’ho fatta scrivendo questa poesia, ma molte di queste poesie, non sono nate da nulla e non arrivano a nulla, sono parti, uno scheggia di un momento esistenziale che vivevo.
Questa idea dell’alba che aveva questa lingua lunga che ti arrivava a toccare, che ti leccava, è qualcosa che ho visto e quello che vedevo erano i colori dell’alba. Non c’è dietro un significato semantico della rinascita, come magari molti poeti usano fare. La mia non è stata una ricerca metaforica. Ci sono figure retoriche di Ponte, del Dies on Volutin, una ricerca stilistica. Ho scoperto solo successivamente di appartenere bene o male al filone di poesia contemporanea. È stata una ricerca proprio fisica e osmotica del sentire. La stessa ricerca che faccio quando scelgo una nota piuttosto che un’altra.
BURKA
Un’altra che ho scelto è Burka. Questa poesia sembra affrontare temi di identità, visibilità, invisibilità e confronto culturale. Nella tua poesia, Burka, parli di un incontro con una donna che indossa il burka e rifletti sulla sua presenza senza corpo nella città. Qual è il messaggio principale che intendevi trasmettere attraverso questa rappresentazione della donna e del contrasto culturale che descrivi?
Bella domanda.
Te l’ho detto che l’avevo scelta.
Alcune di queste poesie, come quella di Altre vite, hanno un significato anche esistenziale. Altre, come Alba, sono una traslitterazione di un’emozione unita a voli pindarici della mia emotività e della mia immaginazione. Quest’altra, Burka, è vita reale, cioè, nel senso che io sono uscita di casa durante un Agosto che era caldissimo, sembrava di stare nello Sri Lanka per il caldo che vivevo, e ho visto, veramente, mi sembrava un’allucinazione per il caldo, forse erano le due e mezza di pomeriggio. Ho visto questa donna completamente coperta. Sembrava quasi un film perché l’asfalto si sdoppiava davanti ai miei occhi per il caldo.
Questa donna che si vedevano solo gli occhi. E poi veramente sono andata davanti a un negozio della proprietaria, si chiama Renata, e veramente c’erano gli sconti al 30%. Lì proprio ho raccontato quello che io ho fatto fisicamente, mi sono appoggiata a quella vetrina e ho avuto quel pensiero. Quell’immagine di quando ero bambina, della musica di papà alla radio, un pensiero un po’ anche di disperazione, come dire adesso come faccio a tornare indietro? Mi sembrava di stare nel deserto. Da un certo punto di vista ovviamente ho provato una sensazione..
Eri proiettata lì, nel deserto Viola.
Vita reale
Una donna completamente coperta, però dall’inizio ho provato la sensazione umana di ribellione. Poi però ho voluto astenermi dal giudizio, che è un allenamento che sto cercando di fare, cercando di rispettare le differenze altrui. Per me è molto complesso, perché il tema della donna, ma non solo della donna, del rispetto delle differenze, dell’ emancipazione…
Ma è difficile un po’ per tutti, Viola, questo concetto non è proprio una cosa semplice. (intervista su Backdigit.com)
A me mi vien di andare nella lotta, però sto capendo che fondamentalmente ci vuole anche rispetto, nel senso che non tutti possono sentire come lo sentiamo noi. Quindi mi sto allenando a fare due passi indietro in alcune tematiche, però ovviamente, si, mi domandavo perché ci devono essere situazioni, religioni, stati sociali in cui ci si deve mettere in queste condizioni. D’altronde ci saranno dei motivi socio-politici e antropologici più grandi di me.
Un lupo e una bambina
Un’altra che ho scelto è Un lupo e una bambina. Questa poesia esplora il tema dell’amicizia inaspettata tra un lupo e una bambina, infatti ribaltando il tradizionale schema delle favole, dove il lupo è spesso visto come il cattivo. Invece, qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso questa rappresentazione insolita di amicizia? E come pensi che possa influenzare il modo in cui vediamo le relazioni umane? (intervista su Backdigit.com)
Allora, anche qui questa è una poesia che parla della verità di quella che vivo. Io ho un quadro di un cartone animato famoso dove c’è un lupo che, prima di morire e di andare via, mette a letto una bambina. Quindi ce l’ho avuto nella mia camera da letto per molto tempo, l’ho guardato per molto tempo. Rappresenta un vissuto personale, quindi una storia d’amore mia. Però, fondamentalmente, è anche questo discorso che ti dicevo prima della questione del burka, che non vuole creare proselitismi su di dire il lupo è il cattivo, la bambina invece è buona, allora bisogna fare amicizia con il cattivo. Più che altro è dire, non sempre, a parte le situazioni dichiarate dove abbiamo dei comportamenti scorretti, non sempre quello che ci fa paura, quello che ci fa arrabbiare, è fondamentalmente sbagliato o cattivo. (intervista su Backdigit.com)
La favola al contrario
Esistono le differenze e magari le storie, come vengono narrate, cambiano completamente i fatti. Ovviamente sto parlando di situazioni diverse da quello che è la cronaca nera o le cose dichiarate in cui si manca di rispetto, ma la ricerca della consapevolezza, nel rispetto delle differenze è un percorso difficilissimo. Ripeto, la ricerca della consapevolezza nel rispetto delle differenze è un percorso molto complesso, che è fatto di non giudizio, di perdono, di umiltà e quindi anche di non dare per scontato di conoscersi. Magari uno etichetta qualcun altro, neanche lo sa che lo sta facendo, ma lo fa, lo fa con le parole. Più che altro è un invito a questo, ma certo non a sottovalutare invece gli effettivi pericoli. Infatti in questa figura del lupo, del cartone animato, è un lupo buonissimo, con una espressione molto dolce.
Femmina
La poesia celebra la forza, la resilienza e l’indomabilità delle donne, usando immagini potenti e sfide dirette per trasmettere un messaggio di emancipazione femminile. Nella tua poesia femmina descrivi una donna forte e indomabile. Cosa volevi trasmettere con questa immagine potente?
Me stessa, il mio carattere. Proprio come sono io. In realtà sono molto più di questo, anche in modo peggiore, però sì, proprio me. E’ sicuramente qualcosa che ho pensato e che ho detto in tanti modi diversi nella mia vita, a varie persone, quindi ho voluto mettere una parte di me.
Il Mondo dei Malati
Avrei l’ultima domandina, sempre su una poesia, il mondo dei malati. La poesia riflette le condizioni dei malati, sottolineando il loro stato di incertezza, precarietà e solitudine. Nella tua poesia, il mondo dei malati, usi spesso la parola quasi. Cosa vuoi dire con questo e che emozioni vuoi far provare ai lettori?
Un’immedesimazione, neanche un’empatia, un’immedesimazione nei confronti di quello che viene definito diverso, che poi diverso non è. Infatti, quando io dico che questa antologia poetica è il mio manifesto dell’essenziale, dove io voglio sottolineare l’essere nella mancanza del suo esserci, citando Heidegger, intendo che sono stanca di queste differenze che si creano polarizzanti tra normale e anormale. Malato, sano, libero, schiavo, queste lotte dicotomiche. Oltre che mettermi nei panni dell’elemento sociale che può essere quello più indebolito, che è quello femminile da tanti aspetti, ma non solo, mi sono voluta mettere nei panni delle persone che non stanno bene fisicamente, perché in quella condizione si vive questo quasi. (intervista su Backdigit.com)
Immedesimarsi
Anche quando non hai una diagnosi è quasi. Se hai una diagnosi è sempre quasi. Quando hai una cura è quasi. Quando smette il dolore ma hai gli effetti negativi dei farmaci è sempre un quasi. Sto quasi bene, sono quasi normale, sono quasi viva, sono quasi morta. È un quasi che fondamentalmente appartiene a tutti noi. Anche le persone sane, sono quasi vive e non lo sanno mai, se il giorno dopo o un istante dopo non ci sono più.
Quindi volevo un po’ empatizzare, immedesimarmi con quella condizione e un po’ equiparare, smettere di creare queste dicotomie. Ecco perché alla fine scrivo quasì che si sta soli, perché fino a quando si crea questa dicotomia del malato, del sano, dello giusto, dello sbagliato, ritornando anche al lupo e una bambina, sarà un po’ difficile che ci sia una vera partecipazione tra gli esseri umani, un rispetto. (intervista su Backdigit.com)
Progetti futuri
Va benissimo, ti ringrazio. Niente, siamo quasi in conclusione praticamente, solo che vorrei parlare di te e dei tuoi progetti futuri, nello specifico se avevi pensato al teatro. Cioè ti spiego, se volevi per esempio raccontare le tue poesie attraverso un musical.
Guarda, mi hanno già fatto delle proposte, di cui ora non posso parlare, ma comunque queste poesie verranno rappresentate in teatro, quindi non con un musical, ma con degli spettacoli teatrali a tema, che toccano tematiche di un certo tipo, a me molto care. Io ho già preso un impegno in questo senso, ma penso che poi ce ne saranno altri. Devo dire che questo libro è uscito il 10 maggio, quindi dopo pochissimo tempo, è già la terza ristampa, cioè terza ristampa. Un libro di poesia in Italia è una cosa folle. (intervista su Backdigit.com)
Sei la nuova poetessa?
La nuova poetessa, non lo so, so solo che quando è uscito io avevo paura che ci fossero stati problemi nella distribuzione, perché non si trovava. E ho saputo poi il 11 maggio dal Salone Libro di Torino che era tutto esaurito nel preordine. La casa editrice fu fondata da Roberto Roversi, quindi un grandissimo poeta. Lo so, sicuramente sono persone esperte in tal’ ambito, hanno fatto uscire la raccolta di poesie di Pino Mango, quindi sulla poesia sono molto attenti. E mi hanno detto che non gli era mai capitato.
E poi parlando anche con Alessandro Bergonzoni, mi confermava l’incredibilità di questo fattore. Allora siamo andati in seconda ristampa. E poi ho saputo due settimane fa che siamo in terza di stampa, quindi poi la terza di stampa sarà anche segnalata come terza di stampa, perché già dopo due mesi, insomma, devo dire che io non ho fatto neanche una presentazione, se non tutta da ospite al Festival Internazionale di Poesia di Genova, che è un festival molto importante per la poesia. Non ho fatto nessuna presentazione.(intervista su Backdigit.com)
Ma intendi farla una presentazione?
Non lo so.
Oppure direttamente al teatro?
Tra musica, teatro e poesia
Sicuramente già partiranno questi progetti teatrali, non sono io che lo reciterò, però il mio libro lì girerà. Non volevo fare il tour di presentazioni che fanno tutti nelle librerie, dall’ inizio non lo volevo fare perché non mi piaceva l’idea, però magari qualcosa organizzerò, sia per una valenza artistica particolare o anche affettiva. Vorrei organizzare qualcosa con le persone che hanno fatto parte di questo progetto e che abbiano un valore affettivo o qualche presentazione. Il mio progetto è questo, continuare a scrivere poesie. Tutti mi dicono, ma un romanzo?
Davvero, non ce l’hai in progetto un romanzo?
No, non ce l’ho in progetto. In questo momento scrivo poesie perché mi viene proprio facile. Va bene. È una cosa che mi viene naturale, poi ovviamente scrivo musica e canto, quello fa parte del mio lavoro quotidiano. Però il libro è appena uscito, quindi sono molto impegnata nella promozione, nelle interviste. Devo dire che ha suscitato tanto interesse e quindi ben venga.
Allora, invece per quanto riguarda la musica? Ci sono novità in cantiere, hai nuovi progetti musicali?
Sto scrivendo già da tempo brani nuovi, ho anche provato una giusta produzione artistica, però non ho notizie, nel senso che al momento mi stavo veramente affidando totalmente a questo progetto della scrittura e veramente mi ha cambiato tutte le perspettive, perché emotivamente è molto impegnativo e non mi aspettavo poi che avesse tutto questo seguito, quindi anche tutto questo impegno successivo nella promozione. Credo che non finirà qui, visto che poi gli spettacoli teatrali cominceranno intorno a settembre, ottobre.
Ok, benissimo. Adesso vorrei lasciare a te la possibilità di chiudere con un messaggio ai lettori di Poesie da Parati. Manda un messaggio ai tuoi lettori.
Leggetele sparse, leggetele con libertà, invertendo i titoli, le parole, mescolando tutto.
Poesie da parati Copertina flessibile
«La poesia di Viola Nocenzi è un piatto di frutti venuti dal mare, con i suoi odori, colori, sapori. Il gusto delle parole tenute insieme tra la lingua e i denti…
Cristina Speranza intervista Viola Nocenzi – Poesie da Parati
Ho chiamato Viola Nocenzi per un’intervista riguardante il suo libro di poesie. Dopo i saluti iniziali e le cortesie di rito, ho espresso la mia ammirazione per la voce straordinaria di Viola e ho lodato i suoi video musicali. Ho anche commentato sull’effetto impressionante delle quattro ottave di Viola, confermando la loro efficacia. Ho continuato facendole i complimenti per il suo libro di poesie, definendolo bellissimo e sottolineando come ogni poesia fosse meravigliosa.(intervista su Backdigit.com)
Viola Nocenzi – Poesie da Parati
Ho notato che, leggendo le poesie, avevo avuto l’impressione che sostituendo le parole con note musicali, le poesie potevano diventare canzoni, cosa che Viola ha confermato, spiegando di averle scritte proprio come una partitura. Ho letto le poesie dal PDF, ma Viola ha evidenziato che l’effetto è diverso con il libro stampato, aggiungendo che il libro ha una carta scelta con cura e un carattere grande per facilitare la lettura, anche per le persone ipovedenti. Infine, ho chiesto di iniziare con la prima domanda dell’intervista, concentrandomi sulle poesie che mi hanno maggiormente impressionata. (Viola Nocenzi Poesie da Parati libro)
Viola risponde
Nella poesia “Altre Vite” sembri esplorare il tema delle identità e delle esperienze passate attraverso immagini suggestive. Nella tua poesia altre vite parli di essere stato un “bosco”, una “casa di pietra” una “strega di zuppa” e “l’autunno”. Cosa significano per te queste immagini e quali esperienze della tua vita rappresentano?
Allora l’autunno è la mia stagione preferita in assoluto. Mi trovo molto consonante sia con il cielo d’autunno che con gli odori dei primi caminetti che si accendono e preannunciano l’inverno che tra l’altro è una stagione che amo. Il fatto di fare il gioco, di essere una strega di zuppa autunno e ritorni, in effetti la parola “ritorni” è molto importante mi fa venire in mente l’ultimo brano di Franco Battiato “Torneremo ancora” perché credo molto nel concetto delle incarnazioni quindi il discorso di non essere finiti ma di essere infiniti. Non voglio fare proselitismo nel senso che io credo in questo, nel senso che lo sento affine a quello che percepisco, dell’anima, dello spirito, della vita, della parte spirituale di ognuno di noi però non amo molto evangelizzare nessuno in nessun tipo di contesto. (Viola Nocenzi Poesie da Parati libro)
Quindi è stato un gioco di boschi, di altre vite, di spiritualità anche legata a quello che è il dono carismatico della profezia, il discorso di sentirsi prima le cose, di avere una sensibilità ultraterrena. Poi il fatto dell’immaginario che io ho di queste case di pietra nei boschi, dove vengono fatte le zuppe, mi fa molto di autunno e contemporaneamente di favola, di fiaba. È un mondo fantastico che mi affascina molto e vuole incentrare sia l’aspetto della spiritualità, del ritorno, della rinascita, sia i vari doni della profezia o della profezia tipica delle streghe . (Viola Nocenzi Poesie da Parati intervista Libro)
Viola Nocenzi – Poesie da Parati “ALBA”
intervista su Backdigit.com
Passerei all’altra poesia, Alba. La poesia Alba sembra esplorare il tema della transizione, del cambiamento e della memoria. Nella tua poesia Alba utilizzi immagini molto forti per descrivere l’inizio del giorno. In particolare l’Alba viene paragonata ad un’arpa suonata da un cieco. È una creatura che lecca con una lingua lunga. Cosa ti ha ispirato a usare queste metafore e immagini sensoriali per rappresentare l’Alba e quale significato personale o simbolico hanno per te?
Guarda, in questo caso è stato più che altro un traslare note, colori in parole. L’esperienza della scrittura che ho fatto, l’ho vissuta, come ti dicevo prima, come vivo lo scrivere musica, perché io scrivo da quando sono piccolina e non so neanche come. Penso sia una questione genetica.
È un dono innato, ma a prescindere dalla genetica è pure un dono innato. (Viola Nocenzi Poesie da Paratiintervista su Backdigit.com libro)
La sensibilità di Viola
Sì, da quattro anni mi trovavo facilitata a scrivere musica, a scrivere canzoni, canzoni per la mamma, piuttosto che letterine. Quindi è proprio un discorso di dire quando scrivo una nota, ho in mente un pensiero, ma più che altro in pancia un’emozione, poi dei colori, delle intuizioni a proposito di strega di zuppa, autunno e ritorni. Cerco di tradurre, come di partorire, di far uscire fuori su quello che è il pianoforte, che è una carta assorbente, tutta quest’acqua che mi cola dal cervello, dall’anima, dal cuore. La stessa cosa l’ho fatta scrivendo questa poesia, ma molte di queste poesie, non sono nate da nulla e non arrivano a nulla, sono parti, uno scheggia di un momento esistenziale che vivevo.
Questa idea dell’alba che aveva questa lingua lunga che ti arrivava a toccare, che ti leccava, è qualcosa che ho visto e quello che vedevo erano i colori dell’alba. Non c’è dietro un significato semantico della rinascita, come magari molti poeti usano fare. La mia non è stata una ricerca metaforica. Ci sono figure retoriche di Ponte, del Dies on Volutin, una ricerca stilistica. Ho scoperto solo successivamente di appartenere bene o male al filone di poesia contemporanea. È stata una ricerca proprio fisica e osmotica del sentire. La stessa ricerca che faccio quando scelgo una nota piuttosto che un’altra.
BURKA
Un’altra che ho scelto è Burka. Questa poesia sembra affrontare temi di identità, visibilità, invisibilità e confronto culturale. Nella tua poesia, Burka, parli di un incontro con una donna che indossa il burka e rifletti sulla sua presenza senza corpo nella città. Qual è il messaggio principale che intendevi trasmettere attraverso questa rappresentazione della donna e del contrasto culturale che descrivi?
Bella domanda.
Te l’ho detto che l’avevo scelta.
Alcune di queste poesie, come quella di Altre vite, hanno un significato anche esistenziale. Altre, come Alba, sono una traslitterazione di un’emozione unita a voli pindarici della mia emotività e della mia immaginazione. Quest’altra, Burka, è vita reale, cioè, nel senso che io sono uscita di casa durante un Agosto che era caldissimo, sembrava di stare nello Sri Lanka per il caldo che vivevo, e ho visto, veramente, mi sembrava un’allucinazione per il caldo, forse erano le due e mezza di pomeriggio. Ho visto questa donna completamente coperta. Sembrava quasi un film perché l’asfalto si sdoppiava davanti ai miei occhi per il caldo.
Questa donna che si vedevano solo gli occhi. E poi veramente sono andata davanti a un negozio della proprietaria, si chiama Renata, e veramente c’erano gli sconti al 30%. Lì proprio ho raccontato quello che io ho fatto fisicamente, mi sono appoggiata a quella vetrina e ho avuto quel pensiero. Quell’immagine di quando ero bambina, della musica di papà alla radio, un pensiero un po’ anche di disperazione, come dire adesso come faccio a tornare indietro? Mi sembrava di stare nel deserto. Da un certo punto di vista ovviamente ho provato una sensazione..
Eri proiettata lì, nel deserto Viola.
Vita reale
intervista su Backdigit.com libro
Una donna completamente coperta, però dall’inizio ho provato la sensazione umana di ribellione. Poi però ho voluto astenermi dal giudizio, che è un allenamento che sto cercando di fare, cercando di rispettare le differenze altrui. Per me è molto complesso, perché il tema della donna, ma non solo della donna, del rispetto delle differenze, dell’ emancipazione…
Ma è difficile un po’ per tutti, Viola, questo concetto non è proprio una cosa semplice.(intervista su Backdigit.com)
A me mi vien di andare nella lotta, però sto capendo che fondamentalmente ci vuole anche rispetto, nel senso che non tutti possono sentire come lo sentiamo noi. Quindi mi sto allenando a fare due passi indietro in alcune tematiche, però ovviamente, si, mi domandavo perché ci devono essere situazioni, religioni, stati sociali in cui ci si deve mettere in queste condizioni. D’altronde ci saranno dei motivi socio-politici e antropologici più grandi di me.
Un lupo e una bambina
Un’altra che ho scelto è Un lupo e una bambina. Questa poesia esplora il tema dell’amicizia inaspettata tra un lupo e una bambina, infatti ribaltando il tradizionale schema delle favole, dove il lupo è spesso visto come il cattivo. Invece, qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso questa rappresentazione insolita di amicizia? E come pensi che possa influenzare il modo in cui vediamo le relazioni umane? (intervista su Backdigit.com)
Allora, anche qui questa è una poesia che parla della verità di quella che vivo. Io ho un quadro di un cartone animato famoso dove c’è un lupo che, prima di morire e di andare via, mette a letto una bambina. Quindi ce l’ho avuto nella mia camera da letto per molto tempo, l’ho guardato per molto tempo. Rappresenta un vissuto personale, quindi una storia d’amore mia. Però, fondamentalmente, è anche questo discorso che ti dicevo prima della questione del burka, che non vuole creare proselitismi su di dire il lupo è il cattivo, la bambina invece è buona, allora bisogna fare amicizia con il cattivo. Più che altro è dire, non sempre, a parte le situazioni dichiarate dove abbiamo dei comportamenti scorretti, non sempre quello che ci fa paura, quello che ci fa arrabbiare, è fondamentalmente sbagliato o cattivo. (intervista su Backdigit.com)
La favola al contrario
Esistono le differenze e magari le storie, come vengono narrate, cambiano completamente i fatti. Ovviamente sto parlando di situazioni diverse da quello che è la cronaca nera o le cose dichiarate in cui si manca di rispetto, ma la ricerca della consapevolezza, nel rispetto delle differenze è un percorso difficilissimo. Ripeto, la ricerca della consapevolezza nel rispetto delle differenze è un percorso molto complesso, che è fatto di non giudizio, di perdono, di umiltà e quindi anche di non dare per scontato di conoscersi. Magari uno etichetta qualcun altro, neanche lo sa che lo sta facendo, ma lo fa, lo fa con le parole. Più che altro è un invito a questo, ma certo non a sottovalutare invece gli effettivi pericoli. Infatti in questa figura del lupo, del cartone animato, è un lupo buonissimo, con una espressione molto dolce.
Femmina
intervista su Backdigit.com
La poesia celebra la forza, la resilienza e l’indomabilità delle donne, usando immagini potenti e sfide dirette per trasmettere un messaggio di emancipazione femminile. Nella tua poesia femmina descrivi una donna forte e indomabile. Cosa volevi trasmettere con questa immagine potente?
Me stessa, il mio carattere. Proprio come sono io. In realtà sono molto più di questo, anche in modo peggiore, però sì, proprio me. E’ sicuramente qualcosa che ho pensato e che ho detto in tanti modi diversi nella mia vita, a varie persone, quindi ho voluto mettere una parte di me.
Il Mondo dei Malati
Avrei l’ultima domandina, sempre su una poesia, il mondo dei malati. La poesia riflette le condizioni dei malati, sottolineando il loro stato di incertezza, precarietà e solitudine. Nella tua poesia, il mondo dei malati, usi spesso la parola quasi. Cosa vuoi dire con questo e che emozioni vuoi far provare ai lettori?
Un’immedesimazione, neanche un’empatia, un’immedesimazione nei confronti di quello che viene definito diverso, che poi diverso non è. Infatti, quando io dico che questa antologia poetica è il mio manifesto dell’essenziale, dove io voglio sottolineare l’essere nella mancanza del suo esserci, citando Heidegger, intendo che sono stanca di queste differenze che si creano polarizzanti tra normale e anormale. Malato, sano, libero, schiavo, queste lotte dicotomiche. Oltre che mettermi nei panni dell’elemento sociale che può essere quello più indebolito, che è quello femminile da tanti aspetti, ma non solo, mi sono voluta mettere nei panni delle persone che non stanno bene fisicamente, perché in quella condizione si vive questo quasi. (intervista su Backdigit.com)
Immedesimarsi
Anche quando non hai una diagnosi è quasi. Se hai una diagnosi è sempre quasi. Quando hai una cura è quasi. Quando smette il dolore ma hai gli effetti negativi dei farmaci è sempre un quasi. Sto quasi bene, sono quasi normale, sono quasi viva, sono quasi morta. È un quasi che fondamentalmente appartiene a tutti noi. Anche le persone sane, sono quasi vive e non lo sanno mai, se il giorno dopo o un istante dopo non ci sono più.
Quindi volevo un po’ empatizzare, immedesimarmi con quella condizione e un po’ equiparare, smettere di creare queste dicotomie. Ecco perché alla fine scrivo quasì che si sta soli, perché fino a quando si crea questa dicotomia del malato, del sano, dello giusto, dello sbagliato, ritornando anche al lupo e una bambina, sarà un po’ difficile che ci sia una vera partecipazione tra gli esseri umani, un rispetto. (intervista su Backdigit.com)
Progetti futuri
Va benissimo, ti ringrazio. Niente, siamo quasi in conclusione praticamente, solo che vorrei parlare di te e dei tuoi progetti futuri, nello specifico se avevi pensato al teatro. Cioè ti spiego, se volevi per esempio raccontare le tue poesie attraverso un musical.
Guarda, mi hanno già fatto delle proposte, di cui ora non posso parlare, ma comunque queste poesie verranno rappresentate in teatro, quindi non con un musical, ma con degli spettacoli teatrali a tema, che toccano tematiche di un certo tipo, a me molto care. Io ho già preso un impegno in questo senso, ma penso che poi ce ne saranno altri. Devo dire che questo libro è uscito il 10 maggio, quindi dopo pochissimo tempo, è già la terza ristampa, cioè terza ristampa. Un libro di poesia in Italia è una cosa folle. (intervista su Backdigit.com)
Sei la nuova poetessa?
La nuova poetessa, non lo so, so solo che quando è uscito io avevo paura che ci fossero stati problemi nella distribuzione, perché non si trovava. E ho saputo poi il 11 maggio dal Salone Libro di Torino che era tutto esaurito nel preordine. La casa editrice fu fondata da Roberto Roversi, quindi un grandissimo poeta. Lo so, sicuramente sono persone esperte in tal’ ambito, hanno fatto uscire la raccolta di poesie di Pino Mango, quindi sulla poesia sono molto attenti. E mi hanno detto che non gli era mai capitato.
E poi parlando anche con Alessandro Bergonzoni, mi confermava l’incredibilità di questo fattore. Allora siamo andati in seconda ristampa. E poi ho saputo due settimane fa che siamo in terza di stampa, quindi poi la terza di stampa sarà anche segnalata come terza di stampa, perché già dopo due mesi, insomma, devo dire che io non ho fatto neanche una presentazione, se non tutta da ospite al Festival Internazionale di Poesia di Genova, che è un festival molto importante per la poesia. Non ho fatto nessuna presentazione.(intervista su Backdigit.com)
Ma intendi farla una presentazione?
Non lo so.
Oppure direttamente al teatro?
Tra musica, teatro e poesia
Sicuramente già partiranno questi progetti teatrali, non sono io che lo reciterò, però il mio libro lì girerà. Non volevo fare il tour di presentazioni che fanno tutti nelle librerie, dall’ inizio non lo volevo fare perché non mi piaceva l’idea, però magari qualcosa organizzerò, sia per una valenza artistica particolare o anche affettiva. Vorrei organizzare qualcosa con le persone che hanno fatto parte di questo progetto e che abbiano un valore affettivo o qualche presentazione. Il mio progetto è questo, continuare a scrivere poesie. Tutti mi dicono, ma un romanzo?
Davvero, non ce l’hai in progetto un romanzo?
No, non ce l’ho in progetto. In questo momento scrivo poesie perché mi viene proprio facile. Va bene. È una cosa che mi viene naturale, poi ovviamente scrivo musica e canto, quello fa parte del mio lavoro quotidiano. Però il libro è appena uscito, quindi sono molto impegnata nella promozione, nelle interviste. Devo dire che ha suscitato tanto interesse e quindi ben venga.
Allora, invece per quanto riguarda la musica? Ci sono novità in cantiere, hai nuovi progetti musicali?
Sto scrivendo già da tempo brani nuovi, ho anche provato una giusta produzione artistica, però non ho notizie, nel senso che al momento mi stavo veramente affidando totalmente a questo progetto della scrittura e veramente mi ha cambiato tutte le perspettive, perché emotivamente è molto impegnativo e non mi aspettavo poi che avesse tutto questo seguito, quindi anche tutto questo impegno successivo nella promozione. Credo che non finirà qui, visto che poi gli spettacoli teatrali cominceranno intorno a settembre, ottobre.
Ok, benissimo. Adesso vorrei lasciare a te la possibilità di chiudere con un messaggio ai lettori di Poesie da Parati. Manda un messaggio ai tuoi lettori.
Leggetele sparse, leggetele con libertà, invertendo i titoli, le parole, mescolando tutto.
Poesie da parati Copertina flessibile
«La poesia di Viola Nocenzi è un piatto di frutti venuti dal mare, con i suoi odori, colori, sapori. Il gusto delle parole tenute insieme tra la lingua e i denti…
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