Maria Barbieri e i Big Big Train. Un binomio fortunato quello tra la talentuosa musicista italiana e il gruppo capitanato da Greg Spawton che negli ultimi tempi sta “viaggiando” ad altissima velocità tra sempre maggiori consensi. E’ iniziata lo scorso agosto l’avventura della chitarrista originaria di Lacco Ameno d’Ischia (NA) con la band britannica. Un’avventura che le ha regalato tante esperienze ed emozioni on stage. Al suo fianco, oltre che Spawton al basso, Alberto Bravin vocalist, Nick D’Virgilio alla batteria, Rikard Sjöblom alle tastiere e chitarre, Clare Lindley al violino e Oskar Holldorff alle tastiere. Una meritata affermazione per Maria Barbieri, la passione per la musica ereditata da mamma e papà e affinata da tanto studio fino all’acquisizione di una tecnica invidiabile.
Le sue radici musicali
Influenzata dal progressive rock, dall’ambient, dall’hard rock, dal soul jazz e dal pop, la brava Maria Barbieri, ancora prima di suonare nei Big Big Train, aveva già attirato l’attenzione di mostri sacri della scena internazionale. Parliamo in particolare di Steven Wilson dei Porcupine Tree e Robert Fripp, mente musicale dei mitici King Crimson che l’hanno citata lodandola. Con simili credenziali l’affermazione per lei non poteva tardare. Ed è arrivata dopo la collaborazione, tra gli altri, con gli Osanna, Anthony Garone e Octavio Salas. La Barbieri è presente anche insieme a Larry Crowe, Fred Hervieu e Greg Breit nella cover di Spectral Mornings di Steve Hackett.
Ma è grazie a Greg Spawton, che Maria ha compiuto il salto di qualità trovando nei Big Big Train il perfetto oulet per il suo innato talento e la sua sensibilità musicale. Oltre ovviamente ad un sound chitarristico non comune. A Backdigit Maria Barbieri ha raccontato il fatidico incontro con un musicista del prestigio di Greg Spawton e la gioia di poter suonare con un gruppo di valore come i BBT.
L’emozionante debutto nei BBT
Che effetto ti ha fatto suonare il tuo primo concerto live con i Big Big Train, la band top del momento sulla scena del neoprog rock mondiale?
“Un sogno che si avvera! Non dimenticherò mai l’adrenalina della prima esibizione con loro, in occasione del Warm up Show a Tring (UK). Forse si è trattato, insieme al primo giorno di prove, di uno dei momenti più “tesi” in virtù della sensazione di essere messa a dura prova dalle circostanze. Ma anche dall’aspettativa generale e dal controllo emozionale su quel tipo di performance, dove la concentrazione e la tranquillità sono fondamentali per un risultato ottimale. Oltre ovviamente alla preparazione e le capacità individuali. Dopo quel momento-debutto mi sono sentita sempre più rilassata e a mio agio migliorando man mano. Devo dire che si è creata fin da subito una sinergia particolare con tutti i componenti. Questo mi ha aiutata ad affrontare con grande energia il tour, sentendomi appunto parte di un gruppo. Questo pur essendo un po’ esterna, dovendo sostituire il grande Dave Foster, e suonando per la prima volta con loro”.
Il primo tour…tutto da vivere
“Ricordo che i primi trenta minuti insieme alla band dal vivo, sono stati sconvolgenti. Ho sudato più del solito, avevo un po’ di paura e le mani scivolavano leggermente sulla chitarra, da tempo non mi sentivo così…Di solito sono abbastanza tranquilla durante i concerti, ma lì le sensazioni erano diverse e nuove, essendo tutto ad un livello molto alto. Le corde sembravano quasi taglienti per quanto fossi in fibrillazione in quei primi minuti. Ma allo stesso tempo non vedevo l’ora di iniziare quest’avventura, dopo l’intenso studio nei mesi precedenti e la contentezza. Passata quella mezz’ora, sono entrata nella consapevolezza che avrei affrontato quel tour. Anche se con innumerevoli azioni da coordinare, forti emozioni da incanalare nella performance e brani complessi e lunghi da suonare bene con tecnica e sensibilità”.
Maria e i “passengers”, la fanbase dei Big Big Train
“Il tutto con il controllo dell’attrezzatura dove ho programmato svariati cambi d’effetti con la pedaliera, per tutta la set-list. Questa ovviamente era la mia percezione-riflessione che ti racconto qui, relativa alla primissima parte del concerto in questione. Descrivo quei frangenti come la realizzazione di ciò che stavo vivendo. Come se avessi aperto meglio gli occhi o una porta, accorgendomi che tutti erano seduti e attenti, pronti a lasciarsi prendere dalla musica del loro gruppo preferito. Ma anche a giudicare l’esibizione ed il lavoro svolto precedentemente. Mi sentivo responsabile in un contesto così importante e pieno di aspettative. L’incontro con i fans a fine concerto, è un momento davvero speciale ed unico che si vive dopo gli spettacoli dei Big Big Train. Quando ho conosciuto molti “passengers” in occasione del primo incontro a Tring, sono rimasta stupefatta dal calore che mi hanno dimostrato per l’esibizione. Innumerevoli sono stati i commenti positivi e pieni di entusiasmo, sia lì che sul famoso forum su Facebook dove scrivono quotidianamente. Il consenso per il mio “debutto”, mi ha caricata tantissimo per tutto il resto del tour, che mi ha regalato emozioni indescrivibili e magiche, con una particolare connessione verso buona parte della community oltre che con la band e tutto l’equipaggio. Sono profondamente grata a tutti loro!”.
Greg Spawton un musicista e una persona speciale
Conoscendo il grandissimo talento e l’esperienza di Greg Spawton, quali consigli principali ti ha dato quando sei entrata nella band?
“Gregory mi ha dato tanto spazio e soprattutto fiducia, come se ancor prima di iniziare ci conoscessimo sia umanamente sia musicalmente. Ci siamo confrontati alcune volte a distanza su come affrontare dei punti di alcuni brani in particolare. Mi ha dato libertà, confidando nel fatto che avrei fatto un buon lavoro e avrei avuto il giusto atteggiamento verso il repertorio. Di base ho avuto rispetto per gli assoli più importanti da riproporre oltre che per tutte le parti da studiare, credo che questa sia stato fondamentale nella fase di apprendimento. Molti dei soli del maestro Dave Gregory, come quello in Curator of Butterflies, mi hanno emozionata tantissimo. Interpretarli è stata una sfida, cercando però di far emergere anche il mio stile dove possibile.
Ad esempio, in Keeper Of Abbeys, ho reso “mio” il solo. L’ho personalizzato molto e creandone quasi una nuova composizione solistica, rispetto a molte altre canzoni dove sono stata più fedele alle versioni originali ed anche ai soli già composti. Gregory mi ha stimolata già nella fase di approccio ai brani, durante l’intenso studio precedente alle prove, appoggiando il modo in cui mi sono avvicinata al mondo Big Big Train”.
Il bello di lavorare con Greg Spawton
“È una figura molto rassicurante e rasserenante, non pressa assolutamente gli altri musicisti. Ma sa come farsi capire, ascoltare, mettendo tutti a proprio agio: è il pilastro su cui si basa tutto.
Ciò che dice denota sempre una grandissima intelligenza, sensibilità e soprattutto esperienza. Lo stimo tantissimo e trovo che sia brillante come compositore e bassista. Prima di iniziare le prove e in generale per tutto il tour, ha sempre speso parole incoraggianti, soprattutto quando all’inizio ero più in ansia ed avevo dei timori. Una persona speciale e gentile oltre che un musicista incredibile!”.
Il primo incontro con Spawton e Alberto Bravin
“Un ricordo speciale: il nostro primo incontro in UK in aprile, partenza nel periodo pasquale. Alcuni giorni trascorsi con lui, la sua dolce moglie Kathy ed il frontman Alberto Bravin, che appunto ho visto lì per la prima volta.
È stato bello confrontarmi con Alberto su come un “italiano’ possa sentirsi in un contesto così importante ed internazionale. E’ stato molto particolare condividere il palco con un mio connazionale così formidabile! Giorni intensi da dedicare anche alla mia pedaliera per il tour, progettata insieme al genio Daniel Steinhardt (The GigRig), che ha accolto tutte le mie esigenze assemblando alla perfezione il tutto con grande professionalità. In quei giorni in Inghilterra ho visitato per la prima volta i The Real World Studios di Peter Gabriel, qualcosa di indescrivibile che porterò sempre nel cuore! Ho avuto modo di conoscere anche il manager Nick Shilton e Rob Aubrey nel suo studio, ero rimasta affascinata da tutta l’atmosfera che si respirava, ancora prima di suonare nella band. Nick mi ha fatta sentire la benvenuta mettendomi a mio agio, nonostante qualche difficoltà linguistica.
Maria Barbieri e Big Big Train: sinergia e connessione
Di sicuro nei BBT ti trovi a suonare fianco a fianco con musicisti rodati e di grande reputazione. Ti senti a tuo agio all’interno di questo dinamico line-up?
“Sì, proprio per il fatto che sono tutti sensazionali e di grande reputazione, mi sono sentita benissimo e super carica. Come ho accennato ho avvertito una sinergia particolare da subito, una connessione profonda con ognuno di loro, come se li conoscessi da più tempo una volta iniziato a suonare. Quella sensazione è incredibile, mi sono sentita gioiosa già dalle prime prove insieme, e credo che mi abbiano stimolata a fare del mio meglio durante il tour. Sono inoltre persone positive e con tantissime qualità, ho legato con tutti loro. Qualcosa che posso dire: Clare Lindley è stata come una sorella maggiore, mi ha sempre dato buoni consigli e guidata con dolcezza quotidianamente. Spesso portavamo la chitarra e il violino in posti non troppo chiassosi per esercitarci insieme prima dei concerti e ci siamo divertite tanto. Sul palco ci sono stati momenti d’intesa musicale molto potenti e d’impatto, sentendo una forte coesione di gruppo. Incontrare persone geniali ma anche positive, umane e spassose, sicuramente ti fa suonare anche meglio. Mi sono sentita a casa e ho condiviso momenti speciali con tutta la band, adoro ognuno di loro e credo che ci sia stato un fantastico lavoro di squadra!”.
Lo show al 2 Days Prog +1 Festival in Italia
“Sorrido quando penso a Rikard Sjöblom che suonava qualsiasi cosa trovasse, sempre in modo geniale e naturale, e di quanto fosse speciale duettare alla chitarra con lui! Nick D’Virgilio esprimeva sempre grande gioia in ogni esibizione, coinvolgendo tutti con il suo talento e grandezza, la bravura stellare e l’incredibile energia. Oskar Holldorff è sempre stato gentilissimo e brillante ed è stato particolare vedere un coetaneo suonare così divinamente in quel contesto e con quella maestria. Questo esibendosi ogni sera anche con il suo mitico gruppo d’apertura, i Dim Gray, mantenendo la concentrazione per entrambi gli shows, un genio. Dave Desmond con tutta la sezione brass, hanno sempre portato eleganza e tradizione inglese ed un impatto che mi emozionavano dal vivo, inducendomi spesso alla commozione prima di iniziare dei soli ed intensificando il sound, dove inevitabilmente sentivo una base ancora più potente su cui esprimermi. Suonare con Alberto, che è davvero fantastico come cantante ed interprete, è stato molto emozionante. In special modo in Italia per il 2 Days Prog + 1 Festival, dove con una band inglese due italiani sono “tornati in patria”, dedicando le esibizioni ai i propri cari e agli amici. Su Gregory Spawton mi sono espressa prima. Musicalmente mi ha trasmesso sempre molta sicurezza, come avere appunto un pilastro che infonde relax e che suona divinamente il basso con un sound unico. Lo vedevo come il direttore d’orchestra. Suonare con tutti loro è stato il massimo! Rob Aubrey ha fatto un lavoro incredibile con tutta la band, ed infonde tanta calma”.
Grazie a tutta la squadra dei Big Big Train
“Legandomi a questa domanda, ne approfitto per ringraziare davvero tutta la squadra. A partire dai manager, Graham Collins che mi è stato vicino sempre con grande premura e professionalità, Nick Shilton che mi ha stimolata tanto fin da subito. Tra tutti i tecnici di spessore, Adam Chmarny in particolare, guitar tech sensazionale che mi ha seguita, ha coccolato i miei strumenti. Tra questi la Suhr Modern Plus della quale sono endorser (e di cui sono molto gelosa ahah). L’ha trattata con i guanti tenendola sempre impeccabile per i concerti. Ha avuto pazienza con le mie continue richieste. Ricordo quando ogni pomeriggio andavo a chiedergli la chitarra per esercitarmi un poco prima dei concerti, o tutti i cambi di chitarra con la dodici corde in ogni set-lista giornaliera di cui si è occupato… E’ stato bravissimo! L’equipaggio è stato incredibile, ringrazio tutti per la disponibilità e gentilezza”.
La passione per la musica della famiglia Barbieri
Sappiamo che hai cominciato a suonare da ragazzina in un ambito famigliare molto musicale. Cosa ti ha spinto verso la chitarra piuttosto che verso un altro strumento?
“Il fatto che mancasse un chitarrista, ahah! In famiglia erano già stati scelti molti strumenti, ero affascinata sia dal basso che dalle tastiere, rispettivamente suonati da mio padre e mia madre, mia sorella Licia cantava per hobby. Così dopo un confronto chiesi di poter prendere le prime lezioni alla chitarra per diversificare. Ha influito anche la band locale di mio fratello Domenico, dove rimasi affascinata proprio dalla chitarra elettrica. Lui era batterista, così abbiamo suonato spesso insieme durante la mia adolescenza dopo i primi progressi. Sicuramente mio padre, Antonio Barbieri, mi ha incoraggiata tantissimo dal momento in cui ho iniziato a suonare, seguendomi attentamente e con grande premura.
Ogni traguardo musicale, lo dedico soprattutto a lui.. che ha sempre creduto in ciò che facevo e che purtroppo ci ha lasciati prima che potesse vivere il sogno Big Big Train insieme a me!
Sono sicura che però la musica e le emozioni provate gli siano arrivate in qualche modo!”.
Il background musicale di Maria Barbieri dei Big Big Train
Tutti conosciamo la grande vocazione degli italiani per la melodia e il sound mediterraneo. Pensi di portare anche tu qualcuno di questi elementi legati alle tue radici nella tua musica?
“Penso di essere influenzata dalla mia cultura mediterranea, in senso più ampio e non relegato necessariamente alla musica. Paradossalmente ho avuto un background più inglese ed americano negli ascolti, dato che mio padre era un appassionato di musica e collezionava molti dischi internazionali, ho preso maggiormente ispirazione da lì nel mio approccio musicale. Mia madre Liliana suonava le tastiere anche quando ero nel suo pancione, quindi ho conosciuto presto la musica grazie a loro. Apprezzo ovviamente tantissimi artisti italiani e adoro il lato umanistico della nostra cultura, che mi affascina e influenza perennemente”.
Il passato da “metal fan”
Fin da ragazzina sei stata esposta a moltissima musica di alto livello. Hai cambiato i tuoi gusti in qualche modo o sei rimasta fedele a ciò che ascoltavi all’epoca?
Credo di essere rimasta abbastanza fedele nel profondo a ciò che ascoltavo prima, pur sperimentando nuovi ascolti negli anni ed aggiornandomi con diverse sonorità. Ho forse un po’ messo da parte generi più duri crescendo, che da adolescente ad esempio adoravo.
Dimebag Darrell dei Pantera è stato uno dei primi chitarristi ad ispirarmi. In quel periodo mi piaceva suonare in modo più aggressivo, e il suo stile mi colpiva particolarmente per quel tipo di espressione musicale. Un playing essenzialmente metal, ma dal groove enorme e con assoli sempre di gusto e originali nel panorama più heavy.
Con gli anni mi sono calmata, nel senso che ho conservato quell’aggressività per alcuni momenti di pathos, cercando di bilanciarla nel playing. Utilizzo ancora gli armonici artificiali ereditati da lui.
Ora mi sento vicina al progressive rock, ma anche alla modernità con le sue novità, sonorità elettroniche. Ascolto nuova musica, tendendo però a ricercarne la qualità artistica ed emozionale””.
Puoi citarci i musicisti, in particolare modo i chitarristi, che ti hanno ispirato maggiormente in questi anni?
“Come chitarristi sicuramente David Gilmour, mio mito in assoluto, Robert Fripp, Steve Hackett, Steve Morse, Jimmy Page, Scott Henderson, Franco Mussida, Guthrie Govan, Jeff Beck, Jeff Buckley per fare qualche nome.
Come Band-artisti: Pink Floyd, King Crimson, ELP, Gentle Giant, Genesis, Riverside, AC/DC, Area, Deep Purple, Pantera, Haken, PFM, Steven Wilson, Led Zeppelin, America, Peter Gabriel ecc.”.
In arrivo il nuovo cd dei Big Big Train
I Big Big Train stanno lavorando ad un nuovo cd dopo i successi dei dischi precedenti e dello scorso tour estivo. Puoi darci qualche anticipazione al riguardo?
“Mi rammarica non poter rispondere a questa domanda. Qualsiasi anticipazione sul disco verrà comunicata in forma ufficiale dalla band sulle principali piattaforme.
Posso però riportare una notizia ufficiale pubblicata recentemente che mi riguarda. I concerti del 12 e 13 settembre al Cadogan Hall, ripresi da Tim Swidell, faranno parte di un Blu-ray, si auspica per la fine del 2024. Non vedo l’ora!”.
Il nuovo singolo di Maria Barbieri “Guitar Dance In The Morning”
Big Big Train a parte, è appena uscito il tuo singolo Guitar Dance in the Morning con Nick Beggs, Larry Crowe e Lenny Castro dei Toto. Come è nato questo progetto e a cosa ti sei ispirata?
“Grazie per l’interessamento, si tratta di un singolo strumentale che farà parte del mio primo album in corso di lavorazione per il 2024. La collaborazione con Larry Crowe è stata una conseguenza dati i nostri progetti a distanza precedenti. Siamo da un po’ in contatto per diversi lavori. Nick Beggs è stata la mia prima special guest coinvolta nell’album, il suo tocco al basso è incredibile e sono onorata di avere questa collaborazione con un grande come lui. Infine Lenny Castro dei Toto è stata una sorpresa, ha ascoltato il brano in progresso ed è rimasto così colpito che si è aggregato impreziosendolo con la sua magia.
Ha aggiunto le sue storiche percussioni, che insieme alla bravura e l’estro di Larry e Nick, hanno dato un sapore particolarissimo al singolo. Larry Crowe che è un grande batterista e drum tech nei Toto. Ha lavorato anche sui missaggi del brano ed ha coinvolto Lenny. Ho apprezzato tantissimo il suo lavoro, ci sarà altro con lui sicuramente! Siamo diventati amici a distanza ed è un musicista fantastico! Il video della registrazione è disponibile sul mio canale YouTube, e per chi fosse interessato, ho utilizzato la mia Suhr Classic S Antique Roasted”.
La collaborazione con Enzo Buono
“In questa composizione in collaborazione con Enzo Buono, sono stata ispirata dall’energia che un panorama può trasmettere nelle ore mattutine. Come un’immagine che fugge, un viaggio, una passeggiata. Una sensazione che può farti danzare nell’essenza di un brio festoso, fresco, profumato, che in modo etereo si muove e scorre in una moltitudine di scenari, pensieri ed immaginazioni, con un pizzico di malinconia. Guitar Dance In The Morning”.
Le special guest di Guitar Dance In The Morning
A proposito di Nick Beggs, qual è stato il suo specifico contributo per questo brano e pensi di continuare la collaborazione con lui (e con gli altri due musicisti citati)?
“Nick Beggs ha suonato la composizione rispettando la linea di basso originale. Ha aggiunto un suo fantastico e personale solo oltre che un sound così suggestivo, che ha davvero caratterizzato il brano. È un musicista incredibile, di classe e con un gusto fantastico! Sono contentissima di averlo nella canzone, l’ha resa unica e spero che questa collaborazione possa proseguire, sia nell’album che in altri contesti.
Larry Crowe sicuramente suonerà in altri brani dell’album, e forse anche Lenny Castro, ma non posso ancora affermarlo ora. Sono davvero felice di essere circondata da così tanti professionisti mondiali che mi spingono a fare sempre del mio mio meglio.”Nick Beggs ha suonato la composizione rispettando la linea di basso originale. Ha aggiunto un suo fantastico e personale solo oltre che un sound così suggestivo, che ha davvero caratterizzato il brano. È un musicista incredibile, di classe e con un gusto fantastico! Sono contentissima di averlo nella canzone, l’ha resa unica e spero che questa collaborazione possa proseguire, sia nell’album che in altri contesti.
Larry Crowe sicuramente suonerà in altri brani dell’album, e forse anche Lenny Castro, ma non posso ancora affermarlo ora. Sono davvero felice di essere circondata da così tanti professionisti mondiali che mi spingono a fare sempre del mio mio meglio”.
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