Tra Italia e Brasile
Mirko Jymi, al secolo Mirko Onesti, è un compositore polistrumentista originario di Marino (Roma), ma che passa la maggior parte del suo tempo in Brasile. È proprio nel paese sudamericano che egli ha trovato maggiori possibilità di portare avanti la sua attività di tipo professionistico. Non è l’unico talento italiano che ha dovuto espatriare per potersi assicurare una dimensione lavorativa dignitosa. Il nostro paese è sempre più caratterizzato dalla cosiddetta “fuga di cervelli” che si estende tristemente a persone con ambizioni professionali più disparate.
Legami con l’Italia
Mirko, tuttavia, ha mantenuto un forte legame con il proprio paese di origine e non disdegna né di fare frequentemente ritorno in patria né di mantenere buoni rapporti di collaborazione con diversi musicisti italiani.
Attività di Compositore e Produttore
Oltre ad essere un compositore molto dotato, questo artista, è molto attivo anche come produttore e come sound engineer. Il suo carattere particolarmente socievole ha facilitato la grande propensione a collaborare con musicisti di tutto il mondo che partecipano con entusiasmo ai suoi progetti in qualità di ospiti.
L’Intervista
Approfittando di un momentaneo rientro in Italia, Backdigit è corso a scambiare quattro chiacchiere con lui; anche per parlare del nuovo album nel quale sono coinvolti artisti americani ed europei dal titolo Meronymy. Ne è uscita l’intervista che segue.
Articolo a cura di Diego Banchero.
Gli Esordi
Ciao Mirko, è un piacere poter parlare un po’ con te. Siamo molto interessati ad ascoltare storie di vita degli artisti. Tu in questo senso hai molto da raccontare ai nostri lettori. Parto, quindi, chiedendoti di fare un piccolo resoconto dei tuoi esordi. Come ti sei appassionato alla musica e quando hai iniziato a fare le cose sul serio?
Salve Amici, sono felice di scrivere per voi un po’ il riassunto della mia carriera. Allora, la mia passione per la musica nasce da adolescente, iniziavo ad ascoltare musica, Jazz, Rock, Progrock, Ambient, e pian piano ero sempre più attratto dalle sonorità che ascoltavo. Da questa passione di ascoltare, con il tempo iniziai ad imparare a suonare la chitarra classica da autodidatta, poi l’elettrica, e poi passai al pianoforte, e le tastiere. Col tempo all’età di quattordici anni mi resi conto che la mia passione stava crescendo e quindi mi iscrissi ad una scuola di musica per perfezionare il mio stile. Come base mi formai come compositore di musica classica e jazz.
La Situazione in Italia negli Anni ’80 Inizio nella Scena Musicale Romana
Com’era la situazione in Italia nel momento in cui hai iniziato a suonare regolarmente con band della provincia di Roma? Ci si riusciva a garantire una sufficiente fonte di sostentamento?
L’Underground Romano
Iniziai a frequentare l’underground Romano di fine anni ’80, mi ricordo che era frequentato da molti musicisti capitolini già famosi. E proprio in questi periodi che conobbi Marco Alberti /Enrico Antonelli (due musicisti romani) e iniziammo a frequentarci e parlare di futuri progetti. Ma poi ci siamo persi di vista per poi ritrovarci nel 1989.
Evoluzione e Collaborazioni
Io avevo già del materiale inedito, che spaziava dal Prog-Metal, Dark Prog, Ambient. Feci ascoltare dei demo jazz funk fusion, ma senza risultati. Così archiviai il tutto. Quindi decidemmo di stare sopra sonorità più dark. Iniziammo a registrare il nostro primo album “Darkness“, 1993. Così nacquero i “The Trys” io firmai subito un contratto con la Cyclops Record, che allora era un’etichetta importante per diversi generi musicali.
Successo e Riconoscimento
Iniziammo con poco tempo ad essere apprezzati a Roma ed in giro per l’Italia, grazie anche a Radio Rock che all’epoca passava band sconosciute, e supportava le band emergenti, tra interviste in radio e vari concerti. Insomma era un’epoca d’oro per la musica. Mi ricordo alcuni aneddoti, aprimmo come spalla, a gruppi come Porcupine Tree, Tool, che all’epoca erano sconosciuti. Mi ricordo Steven Wilson, dopo la nostra performance, prima di loro, venne da me a congratularsi e dicendomi, spero di fare altrettanto ed essere all’altezza della vostra performance.
Divergenze Musicali e il percorso da solista
Nel 1995 sempre con i Trys registrammo l’album “Distant Lands”, ma vedevo che tra noi tre qualcosa non andava bene per divergenze musicali. Quindi decidemmo di concludere l’album ed il tour promozionale che durò fino al 1997. Dopodiché decisi di sciogliere la band ed il contratto con la Cyclops, e proseguire la mia strada come solista, e la mia passione per la musica Jazz, Ambient Elettronica. Iniziai a fare molta ricerca musicale sui vari strumenti, dopo i tanti consigli di vari maestri, tra cui Gianni Nocenzi, Lyle Mays, Allan Holdsworth, Klaus Schulze. In seguito ci furono collaborazioni con Allan Holdsworth, Lyle Mays, Alex Acuna, Pat Metheny, Airto Moreira, Sergio Mendes.
Il Professionismo e l’Organizzazione di Eventi
Quando hai capito di voler fare il professionista? Se non ricordo male tu hai anche organizzato eventi live per un certo periodo della tua vita.
Iniziai a capirlo all’età di 16 anni, come dicevo all’epoca avevamo degli organizzatori, ma spesso e volentieri ero io ad organizzare i live.
Polistrumentismo
Come mai hai scelto di suonare diversi strumenti? Molti musicisti preferiscono veicolare tutte le energie su un solo strumento musicale. Sei contento oggi di aver optato per questa scelta? Ritieni che abbia ampliato la tua visione della musica?
Iniziai a studiare altri strumenti, dopo le chitarre e tastiere mi dedicai al ritmo cioè il basso la batteria le percussioni. Oggi ne sono soddisfatto. Perché secondo me un musicista dovrebbe alternare vari strumenti.
Trasferimento in Brasile
Domanda irrinunciabile: quando hai maturato la scelta di trasferirti in Brasile? Ci interessa anche sapere come mai tu abbia scelto proprio questo paese e come funzionano le cose laggiù per un artista italiano in cerca di lavoro. Come si svolge la tua attività professionale in Sudamerica?
Ho scelto questo paese perché, appunto il Brasile, andavo spesso in vacanza e cominciava a piacermi sempre di più, così nel 2008 decisi di trasferirmi. Il Brasile è un universo musicale in tutti i sensi dalla Bossa Nova, alla Psychedelia, al Jazz Rock Fusion, all’Ambient e così via. Iniziai a fare molte esperienze con musicisti brasiliani e suonare live. Un giorno a Rio De Janeiro incontrai Carlos Sanchez, Fernando Dos Santos, due musicisti fantastici ed assistetti un loro concerto al Copacabana Palace di Rio De Janeiro. Così proposi loro di collaborare e loro accettarono senza esitare, avendo la passione per l’Italia. Quindi furono dei momenti bellissimi che durano fino ad oggi.
Attività Discografica
La tua attività discografica è molto attiva. Puoi fare un resoconto degli album che hai pubblicato ad oggi?
Ho pubblicato 16 album più o meno, di cui anche dei live.
Collaborazioni Memorabili
Quali sono le collaborazioni che ricordi con maggior piacere?
Una delle collaborazioni che ricordo con cuore fu con il Grande Allan Holdsworth, in Inghilterra, dove studiai con lui tapping e vari suoni sulle chitarre Synth. Un’altra fu quella con il Grande Lyle Mays; quando lui venne in Italia per alcuni stage sul sintetizzatore “Arp Odyssey “che lui presentava e spiegava le sonorità. Fu un’esperienza fantastica.
La Scena Italiana
Come vedi la scena italiana? Pensi che ci siano ancora possibilità per vivere da professionisti nella nostra penisola? Cosa consiglieresti ad un musicista che non vuole accettare l’idea di dover limitare la propria arte ad un hobby?
Bella domanda. Purtroppo in Italia la situazione è drastica, io ormai lo ripeto da anni. Perché non si investe sui musicisti che fanno musica propria, non gli si dà spazio. Ormai in Italia viviamo di talent, Grande Fratello e cose del genere, cover band e così via. Oltraggiando la cultura musicale. Un vero e proprio peccato.
Nuovo Album: Meronymy
Parliamo dell’album appena licenziato: Meronymy. Ti lasciamo libero di darci tutte le info che ritieni a riguardo! Siamo molto curiosi!
Meronymy è un progetto molto ambizioso a parer mio, un album con artisti brasiliani ed europei, che spazia tra vari generi musicali tra cui: Jazz-Fusion, Ambient, Elettronica, Avanguardia, Bossa Nova. Ogni artista ha messo a disposizione le proprie culture, radici musicali e quindi ritengo sia venuto fuori un connubio tra vari artisti a dir poco straordinario.
Il Futuro
Come vedi il tuo futuro? Pensi che ci siano possibilità di tornare a vivere e lavorare in maniera definitiva in Italia o ritieni che il Brasile sia più adatto anche per gli anni a venire?
Credo che ormai, dopo più di 20 anni che vivo in Brasile, mi sia molto difficile tornare a vivere in Italia. Ma, come si dice: mai dire mai!
Contatti
L’intervista è giunta al termine. Nel ringraziarti ti chiediamo di indicare i tuoi contatti in modo che i nostri lettori possano fare i necessari approfondimenti e trovare il tuo materiale! Ciao!!!
Web: MIRKO JYMI, MUSICIAN COMPOSER, FACEBOOK PAGE, BANDCAMP
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