Lo sapevate che?… Il lato oscuro degli additivi che finiscono nel nostro carrello
Inchiesta di Cristina Speranza
Ogni giorno entriamo in un supermercato e crediamo di sapere cosa stiamo comprando. Una confezione di gnocchi, un’ insalata di mare confezionata, un vasetto di yogurt, un salatino da aperitivo, una manciata di paline colorate per i bambini. Prodotti comuni, rassicuranti, che fanno parte della nostra quotidianità. E invece, spesso, ciò che ci tranquillizza è solo la superficie: una confezione brillante, un colore invitante, qualche slogan che parla di genuinità.
La verità è lì, nascosta in un rettangolo minuscolo sul retro: l’etichetta. Lunga, incomprensibile, piena di sigle. Ma ogni parola racconta ciò che davvero c’è nel cibo che mangiamo.

I coloranti che seducono gli occhi, additivi che parlano al corpo
Prendiamo i confetti colorati, quelli che regalano ai bambini un sorriso immediato. Sembrano innocui. Piccoli, allegri, familiari. Eppure contengono coloranti che l’Unione Europea sorveglia da anni, perché alcune ricerche hanno ipotizzato un possibile impatto sull’attenzione e sul comportamento dei più piccoli. I famosi coloranti di Southampton: molecole progettate per sedurre la vista, ma che nel corpo dei bambini potrebbero generare effetti meno “colorati”.
I 6 coloranti alimentari potenzialmente pericolosi per i bambini: Tartrazina (E102) Giallo di chinolina (E104) Giallo tramonto FCF (E110) Carmoisina (E122) Ponceau 4R (E124)Rosso Allura AC (E129)
Poi c’è lui, il simbolo perfetto di ciò che non avremmo mai voluto scoprire nel piatto: l’E171, il biossido di titanio. Per anni è stato usato per rendere più bianco il bianco. Una polvere invisibile che finiva in confetti, glassature, caramelle, prodotti da forno decorativi. Adesso è vietato, perché la comunità scientifica non può escluderne la possibile genotossicità (capacità di un agente (chimico, fisico o biologico) di danneggiare il DNA, causando alterazioni come mutazioni geniche o cromosomiche). Nanoparticelle capaci di varcare barriere biologiche delicate.

Emulsionanti: cosa sono e perché vengono utilizzati nei cibi
Gli emulsionanti sono sostanze che permettono di unire due liquidi che normalmente non si mescolerebbero, come acqua e olio. Sono fondamentali in moltissimi alimenti industriali: biscotti, merendine, pane confezionato, creme e salse. La loro funzione principale è rendere la consistenza più uniforme, morbida e stabile, evitando separazioni o grumi.
Tra i più noti c’è l’E471, ma ne esistono molti altri, come il polisorbato 80 o la carbossimetilcellulosa. Nulla di illegale o immediatamente pericoloso. Ma alcuni studi mostrano che un consumo frequente può alterare la barriera protettiva dell’intestino, assottigliando lo strato mucoso che protegge il nostro corpo da infiammazione e microrganismi indesiderati. È un effetto lento, invisibile, ma concreto quando questi additivi si accumulano giorno dopo giorno.
Addensanti: la perfezione visiva che paga il nostro intestino
Gli yogurt artigianali sono “imperfetti”, possono separarsi, apparire meno cremosi. Quelli industriali? Uniformi, perfetti, identici. La differenza la fanno gli addensanti: gomme vegetali, amidi modificati, gelificanti. Donano la consistenza “da pubblicità”, ma in quantità frequenti possono alterare la flora batterica, appesantire la digestione e aumentare lo zucchero disponibile nell’intestino.
Il vero punto cieco: l’effetto cocktail
Ogni additivo viene testato singolarmente, a dosi controllate. Ma nella vita reale arrivano tutti insieme: yogurt + biscotti + caramelle + pane confezionato. Un miscuglio che nessun laboratorio ha mai studiato davvero. Ed è qui che nasce la domanda più scomoda:
cosa succede al nostro corpo quando sommiamo decine di additivi diversi, ogni giorno, per anni?
Non lo sappiamo con certezza. Non esiste una risposta chiara, e proprio questa mancanza di informazioni dovrebbe farci riflettere.
Va però detto che la maggior parte degli additivi usati nell’industria alimentare non è pericolosa per la salute e non aumenta il rischio di cancro.
Ci sono però delle eccezioni: i nitrati e i nitriti, usati soprattutto per conservare carni e insaccati. Da soli non sono pericolosi, ma nel corpo possono trasformarsi in nitrosammine, sostanze che possono aumentare il rischio di tumori allo stomaco e all’esofago se assunte in eccesso.
Per questo è consigliabile non esagerare con alimenti che contengono nitriti e nitrati, preferendo carni fresche e variando la dieta con frutta e verdura, ricche di vitamine e antiossidanti, che aiutano a ridurre la formazione di queste sostanze pericolose.
La scelta che abbiamo dimenticato di avere
Non serve demonizzare tutto. Non serve vivere con paura. Serve consapevolezza. Ogni volta che scegliamo un prodotto con meno ingredienti, ogni volta che premiamo la semplicità sulla complessità, stiamo mandando un messaggio alle aziende:
“Vogliamo cibo più pulito, più chiaro, più umano.”
La verità è semplice:
- meno additivi – più trasparenza
- meno ingredienti – più controllo
- più attenzione – più salute nel tempo
Il cambiamento parte da un gesto minuscolo: leggere ciò che abbiamo sempre ignorato.
EFSA – AUTORITA’ EUROPEA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE SITO UFFICIALE
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