Compagno di Banco: Andrea Bruni e il diario del concerto del Banco del Mutuo Soccorso ad Altamura (BA) – Parte 1

Il Banco del Mutuo Soccorso lo scorso 25 ottobre, live al Teatro Mercadante, Altamura (BA)

Banco Mutuo Soccorso Altamura


25 Ottobre ore 3:20. Che ci vado a fare a letto se tra meno di due ore ho il Flixbus per
Roma? Questo è il mio primo pensiero una volta varcata la soglia di casa. Sono appena rientrato da un concerto e mi rendo conto che a brevissimo dovrò ripartire. Non vale la pena di spogliarsi e andarsene a dormire. Oltretutto chissà dov’è finito il pigiama, trovarlo al buio non è impresa facile. Già immagino la reazione di Francesca se dovesse svegliarsi di soprassalto mentre sto indagando tra le coperte con la lucetta dello smartphone. Nel frattempo Romeo, il padrone di casa, russa beato nella sua cuccia e non sembra minimamente allarmato dai miei spostamenti. Decido di fargli compagnia, restandomene sul divano vicino a lui. Un po’ di silenzio notturno
è quello che ci vuole per far riposare le mie orecchie, reduci da una serata
acusticamente impegnativa.

Gli appuntamenti musicali con il BMS

Chiudo gli occhi e rifletto su come gli appuntamenti nel calendario della nostra vita si incastrino spesso in maniera davvero beffarda. Sì, perché il concerto del Banco ad Altamura era in programma già da molto tempo e io avevo pianificato con cura ogni particolare della mia logistica: cena leggera e a letto presto, sveglia alle quattro del mattino, viaggio fino a Roma in autobus, tragitto in metro fino al capolinea della A e una bella tirata in auto con Marco e Filippo fino al teatro Mercadante di Altamura. L’unico dettaglio che non avevo calcolato è che pochi giorni prima di questo concerto mi entrasse un’altra data con alcuni amici in un locale del mio paese.

Un concerto tra amici

E quando poteva aver luogo questo nuovo evento dal momento che la serata con il Banco era prevista per il 25 Ottobre? Ovviamente il 24. Molti avrebbero declinato la proposta, ma io avevo accettato senza esitazioni, pensando: Beh, in fondo si può fare, la sera prima non è mica la sera stessa… E così addio ai buoni propositi di partire da casa fresco e riposato.

Tra meno di mezz’ora il mio telefono
inizierà a trillare per svegliarmi, come se ce ne fosse bisogno. Quindi, in che
modo posso impiegare il poco tempo libero che mi rimane? Potrei celebrare
il processo alla suonata di qualche ora prima. È un rituale che imbastisco da
anni, quando durante il viaggio di ritorno da un concerto mi metto a fare le
pulci alla mia performance per distinguere ciò che ha funzionato da ciò che
non merita assoluzione. Questa volta però il tragitto in auto durava solo
cinque minuti e l’udienza era stata rimandata a tempi più maturi.

I problemi logistici

E adesso che sono solo e senza sonno non ho più attenuanti. La mia mente dà la
parola all’accusa, che subito mi incalza con domande del tipo: ma secondo
lei, Bruni, era proprio il caso di portare in un piccolo locale una grancassa da
24 pollici di diametro? Oltretutto, date le modeste dimensioni del palco,
ritiene che sia stato appropriato corredare il suo strumento con tutte quelle
aste per piatti? Il fatto che lei, Bruni, abbia rotto una bacchetta agli inizi del
terzo brano, non avrebbe dovuto farla riflettere sull’opportunità di adottare
una dinamica più consona al rispetto dei presenti? Mentre cerco in qualche
modo di giustificarmi ecco che il telefono, come promesso, trilla. È ora di
incamminarsi. Il processo è rinviato in data da stabilire e ho tutto il tempo di
cercarmi un buon avvocato; se avessi provato a discolparmi da solo avrei
rischiato l’ergastolo.

Partenza dalla stazione di Siena

Ore 5:15. Eccomi alla stazione centrale di Siena, dove tra poco arriverà il
Flixbus che mi porterà fino a Tiburtina. In giro non c’è nessuno e l’umidità
nell’aria è così forte da fare invidia al Canalgrande. Ad attendere il pullman
insieme a me c’è una giovane ragazza con un trolley più grande di lei e una
coppia di coniugi carichi di valigie, borse, zaini e buste di ogni forma e
colore. Mi raccontano che stanno andando a Napoli e il marito mi chiede
quando è previsto l’arrivo a Roma. Mentre gli rispondo non posso fare a
meno di notare quanti bagagli abbiano portato al seguito e mi domando se la
loro sia una gita o piuttosto un trasferimento.

Probabilmente se si fossero
spinti fino a Malta avrebbero dovuto noleggiare un container. Per fortuna
l’autobus arriva con qualche minuto di anticipo; l’umidità era davvero
insopportabile. Il mio posto a sedere, guarda caso, è proprio accanto a
quello della giovane fanciulla dal bagaglio enorme. La ragazza, appoggiata al
finestrino, si copre gli occhi con la mascherina da viaggio ed entra
immediatamente in modalità sonno. Non mi resta che seguire il suo esempio;
in tre ore di viaggio dovrei recuperare qualche grammo di energie.

Con Filippo Marcheggiani verso casa di Tony D’Alessio

Banco del Mutuo Soccorso Altamura

8:40: Eccomi a Tiburtina. Il viaggio è stato tranquillo, ma il sonno è rimasto
un desiderio. Oltretutto ho scoperto che la metro è chiusa per via di uno
sciopero; così a Filippo tocca l’ingrato compito di passare a prendermi. Lo
chiamo per telefono e cerco di spiegargli dove mi trovo di preciso, ma la mia
competenza territoriale non riesce ad andare oltre le parole Stazione e
Tiburtina. Filippo mi assicura che mi troverà, nonostante me. Ho giusto il
tempo di fare colazione in un bar e la sua auto si materializza davanti ai miei
occhi.

Un abbraccio formato famiglia e subito ripartiamo per prendere Marco
direttamente a casa sua. Marco è reduce da un turno di notte, quindi ha
dormito zero come me. Siamo messi benissimo: o troviamo al più presto una
carica supplementare o stasera sul palco Vittorio dovrà tenerci svegli con
l’elettroschock. Entriamo velocemente in autostrada, dove prendo il timone
del mezzo e guido verso Vietri sul Mare. Tony ci sta aspettando a casa sua
per pranzare insieme.

A pranzo da Tony

12:30. Puntuali come cronometri di Zurigo eccoci arrivati sulla costiera
amalfitana, magnifica e assolata come sempre. Tony ci accoglie
calorosamente come solo lui sa fare e ci fa accomodare in casa. Accanto a
lui è accucciata Liv, una montagna nera di cinquanta chili, che scodinzola
con l’energia tipica dei cani felici e con lo sguardo pieno d’amore. La
signorina, dopo aver ravvisato nei miei indumenti un odore amico, inizia a
ispezionarmi e in breve facciamo amicizia, ma contenere la sua esuberanza è
impresa ardua per chi, come me, ha solo due braccia.

Nel frattempo Tony ciha preparato una zuppa di farro e legumi che dà dipendenza al primo assaggio. Un simile pasto meriterebbe ben altro relax per poter essere
gustato a pieno, ma la giornata è ormai scandita a tappe fisse fino al
momento del concerto. Pranziamo velocemente, carichiamo in auto gli effetti
personali di Tony e ci prepariamo per affrontare gli ultimi duecento chilometri.
Liv saluta il suo padrone guardandolo con gli occhi umidi e intrisi di una
tipica nostalgia canina; poi scompare tra le varie stanze della casa. Per me è
ora di rimettermi alla guida; altre due ore e saremo a destinazione.

Arrivo ad Altamura in provincia di Bari

Ore 15:50. Arriviamo ad Altamura e con una manovra degna di un pilota
acrobatico parcheggio l’auto di Filippo nell’unico piccolo spazio che è
ancora disponibile per tutta la via. Siamo sul retro del teatro Mercadante e
dalla porta aperta riesco a vedere la mia batteria, già perfettamente
sistemata sul palco e rivolta verso la platea.

Saluto Tony, Marco e Filippo che
vanno a riposare per un’oretta in albergo, mentre io preferisco sistemarmi
direttamente in camerino, visto che il mio soundcheck è previsto a breve.
Mentre sto per entrare in teatro mi si avvicina Raffaele, un fan del Banco che
proviene da Gravina in Puglia, distante pochi chilometri dal luogo del
concerto. Raffaele mi aveva rintracciato via social diverse settimane fa,
dandomi il benvenuto nella band e assicurandomi che ad Altamura sarebbe
passato per conoscermi. Per l’occasione mi aveva inviato qualche altro
messaggio vocale, ponendomi delle cortesissime domande a cui ero stato
ben lieto di rispondere. Adesso, finalmente, è venuto il momento di
presentarci di persona.

L’incontro con Raffaele

Andrea Bruni con l’amico Raffaele

Raffaele, mi consegna un regalo che ha portato con sé per suggellare il nostro incontro: un manufatto in ceramica proveniente proprio da Gravina. Io ringrazio per questo suo pensiero e mentre mi avvio verso l’interno del teatro immagino già un buon posto nella mia credenza di casa per collocare opportunamente l’omaggio appena ricevuto. Purtroppo in teatro non è consentito l’accesso ai non addetti al soundcheck, per cui mi tocca salutare Raffaele e congedarmi, non prima di averlo ringraziato una volta di più per la sua gentilezza. Lui, da appassionato di calcio, per la sera ha in programma la visione di una partita irrinunciabile, ma promette che se ce la farà verrà a salutarmi di nuovo dopo il concerto.

Il grande batterista Dave Weckl

Nel frattempo ci siamo scambiati i numeri e appena varcata la porta di servizio decido di mandargli la foto che avevamo scattato poco prima all’esterno. Passano cinque minuti e Raffaele contraccambia inviandomi una sua foto in compagnia di Dave Weckl. Mi spiega che recentemente aveva conosciuto il grande batterista americano e anche a lui aveva fatto lo stesso omaggio in ceramica. Quindi, mi scrive, se ho fatto un regalo simile a Weckl perché non farlo a te? Siete due grandi batteristi… E io di fronte a un accostamento del genere non so proprio cosa rispondere, a parte ringraziarlo per avermi considerato un grande batterista. Certo, passare da Weckl a me è stato un bel salto all’indietro; spero solo che Raffaele sia atterrato sul morbido.

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