Andrea Bruni: Compagno di Banco Collezione Primavera Estate 4 concerti del Banco del Mutuo Soccorso per 4 mesi – 2a parte
Canale d’Alba (CN) – Nel frattempo è passato più di un mese ed è ora di mettersi nuovamente in marcia per raggiungere il Piemonte. Il viaggio di oggi è piuttosto lungo, cinque ore di macchina. Avrei voluto tanto condividere questo tragitto con Filippo, Tony e Aldo, ma poiché mi è entrato un concerto anche domani non ho altra scelta che caricarmi la batteria in macchina e partire solo soletto. Ho suonato molto in queste ultime settimane e non c’è stato proprio modo di annoiarsi, ma la famiglia banchesca mi è mancata e oggi finalmente riabbraccerò tutti.

Per strada la situazione è piuttosto afosa e sull’asfalto della Firenze-Mare non si scende sotto i 36 gradi. Come se tutto ciò non bastasse è segnalato un incidente nei pressi della Versilia e si è già formata una coda di sette chilometri. Il navigatore raccomanda di uscire e proseguire per un po’ con le strade interne.
Tra il caldo e il traffico sull’autostrada

Decido di seguire il consiglio e mi ritrovo a Camaiore, con un tempo di attesa stimato intorno ai quaranta minuti prima di poter nuovamente entrare in autostrada. Mi imbatto in percorsi sempre più stretti, ovviamente a doppio senso, e mi passo in rassegna tutte le villette del posto, tanto da farmi una cultura degna di un impiegato del catasto. Un’ora dopo, finalmente, entro in A12; le code sono sparite sciogliendosi in più rassicuranti rallentamenti e la temperatura è salita a 37. Praticamente è un’autostrada con la febbre. Percorro con disinvoltura le altre quattro ore che mi separano dalla meta, tra una telefonata e una corsia unica. Arrivo all’Hotel Rio Verde di Pralormo (TO) fresco come una rosa, lascio la mia macchina con batteria nel parcheggio sotterraneo e con abilità canguresca balzo sull’auto di Lorella.
In auto con Lorella per arrivare al soundcheck

Siamo in perfetto orario, quindi prima di partire è doverosa una breve sosta al bar di fianco all’albergo. Un caffè e un dolcino a metà è ormai da tempo il nostro rito scaramantico per propiziarci la serata. Partiamo per Canale D’Alba, ci attendono dieci minuti di viaggio per arrivare in Piazza Italia, dove troverò la mia batteria già pronta per il soundcheck. Gli organizzatori stanno sistemando le sedie con meticolosità certosina e io ne approfitto per rivedere con piacere alcuni fan storici della band che si trovano già sul posto.
Tra loro c’è Gianni, che a Trento aveva battezzato il mio ingresso nel gruppo regalandomi la catenina a forma di salvadanaio. Arriva anche il resto della band e il soundcheck, che era già cominciato coi miei soliti colpetti timidi e reverenziali, può proseguire a suon di schitarrate e cascate di note. L’audio sul palco è ottimo per cui non c’è ragione di chiedere altro alla perfezione. Possiamo andare a cena.
Una cena squisita…con tanto grissini
All’Osteria dei Babi c’è un viavai di clienti e camerieri, ma abbiamo una stanza riservata solo per noi e l’atmosfera è intima e rilassata. Il menu è tipico del posto e prevede carne cruda e grigliate miste, ma io riesco ugualmente ad assicurarmi un pasto col mio piatto di spaghetti al pomodoro, peraltro buonissimi. Trovandoci tra le colline del Roero il vino in dotazione è di altissima qualità, anche se io ne assaggerò poco e me ne intendo ancora meno.
Nell’attesa che arrivino le portate principali il tavolo è stato decorato con dei grissini, che non sono i classici stuzzicadenti da supermarket, ma vere e proprie opere d’arte, di profumo e sapore impareggiabili. Io e Francesco, fonico di palco, dimostriamo di apprezzare molto questa particolare entrée di benvenuto, cosicché nel giro di pochi minuti il vassoio è completamente ripulito, anzi direi lucidato a prova di lavastoviglie. La cameriera, passando davanti alla nostra postazione, si offre di portarcene ancora e Francesco chiede se è possibile incartarne cinque chili per lui e altrettanti per me. La ragazza si mette a ridere e si congeda divertita; non ha capito che la richiesta era assolutamente seria.
Incontri ed equivoci divertenti

Nel frattempo è arrivato il resto della cena e dato che la mia è a base di una sola portata finisco prima degli altri. Ho tempo di uscire qualche minuto e fare un paio di telefonate. Al momento di rientrare nel ristorante una ragazza mi ferma e chiede se posso procurarle un tavolo per tre. Le rispondo che sarebbe un piacere servirla, se non fossi anch’io un cliente.
Lei mi guarda imbarazzatissima, come se avesse appena detto: “Qua la mano” a Muzio Scevola, e mentre cerco di tranquillizzarla scopriamo l’origine dell’equivoco: i camerieri del locale indossano una divisa color nero che è molto simile alla mia maglietta del Banco. Ci facciamo una bella risata insieme e colgo l’occasione per invitare lei e i suoi due amici al concerto che si terrà tra poco nella piazza lì vicina. Lei mi promette che finita la cena passeranno a vedere. Chissà se poi saranno venuti davvero; e chissà se dopo avermi sentito suonare avrà pensato che fossi meglio come cameriere…
I complimenti dei fans del Banco del Mutuo Soccorso

Il concerto scorre via tra musica, aneddoti e sudore, tanto sudore. Una volta sceso dal palco mi precipito nella macchina di Lorella e mi cambio maglietta. Ho giusto il tempo di chiudere lo sportello ed ecco accanto a me due fan del Banco che sono venuti in motocicletta e hanno parcheggiato proprio accanto a noi. MI dicono che il concerto a loro è piaciuto molto e mi ringraziano più e più volte per le belle emozioni provate.
Io rispondo che noi siamo lì a suonare perché sotto il palco ci sono persone come loro ad ascoltare, quindi i ringraziamenti sono reciproci. Restiamo a parlare per dieci buoni minuti di una marea di argomenti: dai concerti, ai viaggi, alla spiritualità. A poco a poco scoprirò di avere di fronte due belle persone, innamorate della vita e della musica. L’unico rammarico di questo incontro è di essermi dimenticato dei loro nomi, come troppo spesso mi succede. Purtroppo la mia banca dati è quella che è. Spero di poterli rincontrare di nuovo.
Il ritorno in hotel e…tanti chilometri che mi aspettano
Ora non mi resta che tornarmene in hotel. Lorella è già pronta a ripartire e mi chiede se posso guidare la sua automobile. Chi sono io per negare un favore a una signora? Così, dopo aver salutato gli altri e sopratutto Aldo, che anche stavolta dividerà la camera con me, lascio Canale d’Alba per tornare in albergo. Mi aspetta qualche ora di sonno e al mattino, dopo colazione, sarò di nuovo in viaggio per un concerto sul mare col mio trio. Mille chilometri in due giorni passando dal Piemonte alla Toscana non è roba per tutte le patenti, ma ora so cosa chiedere a Babbo Natale nella prossima letterina: niente batterie nuove o piatti stratosferici, voglio il teletrasporto!
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