Di Aurora Maddonni
I Feldspar nascono a Roma nel 2023 e da subito si delineano come la band che sta ridando voce alla scena hardcore capitolina. Abbiamo già parlato su BAKdigit del loro debutto avvenuto al club Largo Venue lo scorso 23 ottobre, patrocinato da artisti che hanno fatto la storia dell’hip hop nostrano. A questo punto però abbiamo deciso di approfondire la loro storia e cercare di spiegare ai lettori ciò che i Feldspar vogliono significare attraverso la loro musica. Lo abbiamo fatto nel corso di una interessante intervista con Riccardo Zamurri, cantante e frontman della band.
Chi sono i Feldspar?
I Feldspar sono vecchi e nuovi amici e musicisti accomunati da un progetto.
Le scene punk e hardcore affondano da decenni le proprie radici a Roma. I Feldspar quanto si ispirano al passato?
Roma è solo uno dei centri della scena per così dire, ogni città o quasi ha la propria. La capitale per ovvie ragioni di peso e grandezza rappresenta un bel pezzo della storia DIY nazionale. I Feldspar non traggono ispirazione dal passato, anzi il progetto ha riferimenti e coordinate decisamente contemporanee, ci rifacciamo ad un’attitudine che si può trovare in gruppi come Drug Church, Fucked-up, Scowl e via dicendo. Poi certamente ognuno di noi ha la propria storia e i propri riferimenti.
Il vostro primo disco “Old City New Ruins” è interamente in inglese. Questa scelta è stata fatta per sottolineare un sound più “duro” proprio come facevano le prime band hardcore punk italiane?
Non è una questione di ‘durezze’ quanto piuttosto lo sforzo di comunicare il nostro quotidiano a chi non lo conosce e anzi vede Roma e L’Italia come un luogo idilliaco di villeggiatura. Diciamo che non sopportiamo che sia così e strilliamo quello che succede per dare un’idea che non sia quella caricaturale e stereotipata del bel paese. Proprio oggi mi ha chiamato un Magazine Australiano incuriosito da ‘Cobblestones’, un pezzo che racconta per immagini qualcosa di lontanissimo per uno che vive a Sydney.
Dai vostri testi traspaiono diversi temi, alcuni dei quali anche molto personali e intimi: cosa vogliono trasmettere e comunicare i Feldspar a chi li ascolta?
Abbiamo una nostra lettura dei fenomeni, spesso pericolosi, che tratteggiano il nostro tempo, la raccontiamo sottolineando gli effetti di questi fenomeni sulle nostre città, sul pianeta e sulla vita delle persone che amiamo. Non mancano canzoni agli ‘antidoti’ che a nostro avviso si possono e devono trovare per vivere una vita che valga la pena di essere vissuta. Collettività, Libera espressione e Progettualità comuni.
Il vostro progetto sembra aver portato una ventata di aria fresca alla scena hardcore attuale: quanto secondo voi è necessario dare una nuova veste a quella che tra gli anni ’90 e i primi del 2000 ha rappresentato una sotto-cultura alla quale facevano riferimento tantissimi giovani?
Nasciamo per questo e per scrivere canzoni di cui non vergognarci in futuro.
Quali sono i vostri progetti e cosa vi augurate per il futuro?
Ci auguriamo di estendere le collaborazioni dei Feldspar a tutte le realtà che rispettiamo e amiamo, a partire dal nostro secondo disco che è già in scrittura.
E poi suonare e incontrare persone in giro per il mondo. Cosa che faremo a partire da Gennaio prossimo. Stay tuned!
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