Intervista ai Sigh di Cristina Speranza: Festeggiano 35 anni di carriera e il loro nuovo album
Nel 2025 i Sigh celebrano 35 anni di carriera all’insegna dell’audacia sonora e dell’evoluzione costante. Con la pubblicazione di “I Saw the World’s End (Hangman’s Hymn MMXXV)”, una maestosa re-incarnazione del loro capolavoro del 2007, la band giapponese riscrive la propria storia fondendo black metal, thrash ottantiano, orchestrazioni classiche e visioni apocalittiche.
In occasione di questo importante anniversario – e del ritorno in Italia il 14 agosto al Frantic Festival – abbiamo avuto l’onore di parlare con Mirai Kawashima e compagni. Un viaggio tra passato, futuro, filosofia del suono e la sete inesauribile di sperimentazione che li rende una delle formazioni più uniche e inclassificabili del panorama estremo mondiale.
Ecco cosa ci hanno raccontato.

Come mai avete deciso, proprio in questo periodo, di ri-registrare Hangman’s Hymn?
Nozomu si è unito ai Sigh nel 2022 ed ha suonato nei vari concerti e nel live album “Eastern Forces of Evil”. E, sebbene io pensassi che fosse arrivato il momento di fare un disco in studio con lui, non avevamo abbastanza materiale per registrare un album nuovo di zecca. Così abbiamo deciso di ri-registrare Hangmans che consideravo un mio lavoro ancora non terminato.
Sigh nuovo album I Saw the World’s End band giapponese black metal thrash ottantiano 35 anni di carriera
Quali sono gli elementi specifici che non ti convincevano della versione del 2007?
Per quanto concerne il songwriting, ho sempre pensato che Hangmans fosse uno dei migliori. E’ sicuramente molto ben scritto, ma ho sempre pensato che fosse rovinato da alcuni errori contenuti. Si’, ci sono un mucchio di errori. Il problema maggiore è il drumming eccessivamente monotono. Mike Heller disse: “un beat ogni 40 minuti…possibilmente con un fill o due per ogni canzone”, riferendosi all’album ed io sono d’accordo con lui al 100 percento! Anche il suono della chitarra è davvero troppo annacquato. La produzione è orribile. L’orchestrazione non è abbastanza grandiosa. Le mie vocals sono di gran lunga la cosa migliore. Così si’, ci sono troppi errori. Ho sempre voluto ri-registrare quel disco con una produzione decente e alla fine ci sono riuscito. Come ho detto prima, per me si trattava di un lavoro non finito.
band giapponese black metal thrash ottantiano 35 anni di carriera
Quanto pensi che la nuova orchestrazione abbia cambiato “l’anima” del cd?
Questa volta abbiamo usato strumenti per orchestra veri, come la tromba, il trombone, il violino e il flauto. Anche la tecnologia digitale si è drasticamente evoluta durante gli ultimi 18 anni. Così adesso l’album suona più sinfonico e potente rispetto all’originale. Inoltre alcune delle originali orchestrazioni erano troppo dense, così ho corretto anche questo aspetto. Ma se mi parli dell’anima dell’album, devo dire che ciò che l’ha cambiata è stato il drumming di Mike. Se ascolti il disco, credo che puoi facilmente capire quello che intendo dire.
Come avete conosciuto ed inserito nella band Nozomu Wakai e Mike Heller e qual’è stato il loro contributo?
La collaborazione con Mike è iniziata quando abbiamo registrato “Shiki”. L’album è stato registrato durante il lockdown, così avevamo bisogno di un batterista che potesse registrarsi facendo tutto da se. E francamente, ero proprio stufo del modo di suonare del precedente batterista. Dal momento che avevo già i miei cinquanta anni, non ero certo di santi altri album avrei potuto realizzare con i Sigh, quindi volevo fare un disco con dei musicisti decenti.
Conoscevo Mike già da un po’, così ho pensato che fosse una buona idea di chiedergli di suonare per l’album. E la nostra collaborazione da quel momento in poi è andata avanti. Ho dovuto anche licenziare il precedente chitarrista durante le registrazioni di “Shiki”. L’album è stato registrato da Frederig dei Kreator ma ovviamente avevamo bisogno di un nuovo chitarrista stabile per i tour…Avevo Nozomu in mente, ma prima che gli chiedessi di unirsi a noi, un amico in comune mi disse che lui stesso stava già pensando di entrare nei Sigh. Così è stata una cosa molto facile.
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Il contributo di questi due musicisti è stato enorme. Prima gli album erano prettamente roba mia. Scrivevo tutto e gli altri membri aggiungevano appena qualcosina qui e li. Qualche altra volta li rovinavano addirittura per colpa dei loro limiti tecnici. Ma ora, e lo dico anche se sembra una frase fatta, c’è davvero una bella sintonia tra di noi tutti. Ognuno ha apportato le sue idee e l’album è venuto fuori ben al di la delle mie aspettative, cosa che prima non era mai accaduta.
Dopo 35 anni, cosa tiene ancora viva la tua voglia di sperimentare?
Semplicemente l’amore per la musica. Niente altro. Continuo a farlo perché amo la musica.
Pensi che ri-registrerete altri vecchi album?
No, non credo. R-registrare un disco può rivelarsi un’arma a doppio taglio. “Scorn Defeat” ha una produzione molto povera e il modo in cui è suonato anche qui è annacquato. Ma cosa accadrebbe se lo ri-registrassimo oggi con tutte nuove possibilità e la tecnologia? Sicuramente significherebbe distruggerne la magia. Lo stesso vale per “Hail Horror Hai” o per “Imaginary Sonicscape”. Potremmo farne delle versioni più forti con migliori produzioni, ma non risolveremmo niente. Meglio lasciarli così come sono. “Hangmans” è la sola eccezione nel catalogo dei Sigh e sono sicuro che la nuova versione risulta decisamente migliore della precedente.

Cosa possiamo aspettarci dalla vostra esibizione live in Italia al Frantic Festival?
Questa è la nostra prima volta in Italia. Quindi la setlist sarà qualcosa che coprirà un po’ tutta la nostra carriera. Sono sicuro al cento percento che l’attuale line-up è il più forte che abbiamo avuto, specialmente dal vivo. Dovresti vederci insieme in azione per capire quello che intendo.
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Sigh nuovo album
Quali sono i vostri futuri progetti?
Al momento stiamo giusto registrando il nostro prossimo album. E’ ancora nella fase di pre-produzione e ci vorrà un bel po’ di tempo per finirlo comunque. E poi ci saranno altre release durante il resto di quest’anno. Non ci perdete d’occhio e continuate a seguirci!
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