LA DEPRESSIONE OGGI?
Il termine “depressione” è noto a tutti soprattutto quando ci si trova di fronte a “giornate nere” in cui più o meno a ragione si prova tristezza, malinconia, abbattimento e si fa anche fatica ad alzarsi dal letto. In questo caso, si dice comunemente “mi sento depresso”. Poi, in breve tempo, tutto passa e si ritorna ai ritmi quotidiani. Talvolta, però il problema non è del momento e ci si trova di fronte ad una condizione stabile, patologica con un abbassamento del tono dell’umore ed una sofferenza non proporzionale al motivo manifesto, o addirittura ci si trova di fronte all’inesistenza di un motivo. Parlare dunque delle cause della depressione diventa fondamentale per comprendere questa condizione.

La diffusione del disturbo
La depressione comunque resta uno dei maggiori problemi attuali ed è un disturbo comune in molti paesi. In italia secondo i dati riportati dall’Istituto superiore di Sanità circa il 6,3% soffre di questa malattia. Il fatto che il depresso manca di iniziativa e di volontà e spesso non decide neanche di rivolgersi ad un medico, in quanto il suo pessimismo lo induce a credere che non esiste nessuna cura,rende ancora più difficile affrontare le cause della depressione e la loro individuazione.
Quando si decide esprime una serie di sintomi fisici tra cui: stato di stanchezza, sensazione di freddo, inappetenza, dolori generici in tutto il corpo ed egli stesso attribuisce tutto ciò ad uno stato di “esaurimento nervoso” e sta molto attento a non palesare aspetti come l’inesistenza di una vita di relazione, la mancanza di informazione su quanto accade nel mondo, la mancanza di ogni tipo di curiosità, nonché una vita sessuale quasi inesistente. Questi aspetti farebbero subito emergere la presenza di uno stato depressivo.
In una società consumistica come questa dove forma fisica, giovinezza, salute ed efficienza sono gli elementi più importanti nella scala dei valori questa malattia rappresenta una minaccia e poco importa se di questa malattia hanno sofferto personaggi famosi come Winston Churchill, Ernest Hemingway, Marilyn Monroe, Ornella Vanoni, Lady Gaga e tanti altri.
Le cause della depressione: cosa sappiamo oggi
Le cause della depressione non si conoscono tutte e se la psicologia e la medicina hanno comunque aperto degli spiragli di luce, la farmacoterapia giusta ancora non si è trovata al di là dell’utilizzo della paroxetina, dell’olanzapina e della fluoxetina e della stessa psicoterapia. Purtroppo, questa è una malattia che colpisce giovani e vecchi, uomini e donne, abitanti di nazioni industrializzate o di paesi in via di sviluppo e, chiunque, in qualsiasi momento, può entrare in questo tunnel. Talvolta, si tratta di una singola fase, a sé stante, che non si ripete più in tutto l’arco della vita, talvolta, invece, finisce per diventare una compagna costante che non ti abbandona.
I progressi avvenuti in questi ultimi decenni nel campo della neurofisiologia sono stati fondamentali proprio per la conoscenza riguardante le diverse aree del cervello grazie anche alle “imaging” possibili con la Risonanza e la Pet, ma come afferma lo psichiatra e psicoanalista francese Daniel Widlocher “Ogni progresso del nostro sapere solleva sempre più domande nuove di quante risposte ci dia e ancora non sappiamo quali stati neurali intervengano in questo meccanismo”, pertanto, le certezze sulle cause della depressione sono ancora molto poche.
La neurochimica della depressione
Il nostro sistema nervoso è costituito da una rete sterminata di cellule collegate tra loro; gli impulsi nervosi si trasmettono da un neurone all’altro mediante la sinapsi. Per permettere all’informazione di procedere verso il neurone successivo, ogni neurone accumula all’uscita – la pre-sinapsi – una sostanza chimica che ha il compito di farla passare. L’impulso nervoso viene così recepito dal neurone post-sinaptico contiguo.
Secondo gli studi recenti, nei soggetti depressi si ipotizza che sia disturbata la sensibilità dei ricettori post-sinaptici, i quali non reagiscono in modo adeguato agli impulsi nervosi. Al contrario, un aspetto dimostrato riguarda la concentrazione della serotonina nel liquido cerebrospinale che nei depressi è molto più bassa del normale e la somministrazione di essa mediante farmaci, si è ugualmente dimostrato che non risolve comunque completamente il problema anche se affiancata ad una psicoterapia aiuta. E’ evidente che entrambe migliorano la situazione del soggetto depresso attenuando molto il disturbo. Del resto, se il nostro cervello è costituito da circa cento miliardi di cellule scoprirle tutte forse potrebbe portare all’immortalità tra diversi secoli…
L’importante è andare avanti nella ricerca e porsi nell’atteggiamento di farsi aiutare quando ci sente male anche con la mente, non solo con il corpo.
MAURA LIVOLI
Maura Livoli Psicologa Psicoterapeuta
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