Le 10 migliori soundtrack (film e serie tv) del 2025
Narrazioni post-apocalittiche, epiche fantascientifiche, reinvenzioni gotiche e atmosfere intime. Nella consueta molteplicità di generi il mondo delle soundtrack televisive e cinematografiche ci ha regalato un 2025 ricco di perle da ascoltare. Che siano melodie emotive o sound design innovativi e ricchi di tensione, è qui che la musica plasma mondi nuovi. Tra immaginazione, fantasia e minimalismo abbiamo scelto le migliori soundtrack film e serie TV più sorprendenti e memorabili dell’anno 2025.
Migliori soundtrack film e serie TV 2025
Hamnet – Max Richter

Poetica e rarefatta, archi delicati e cori sottili. Protagonista il pianoforte essenziale di Richter, teso a intarsiare fragilità, bellezza e dolore nostalgico. Questa è una soundtrack che non segue solo lo sviluppo di una storia, ma ne esalta il profondo significato emotivo. Note e atmosfere si intrecciano evocando al primo istante i due temi fondamentali della pellicola di Clohé Zhao: l’amore perduto e quello ritrovato.
28 Years Later – Young Fathers

Gli Young Fathers firmano con un marchio sonoro inconfondibile il nuovo capitolo della saga del regista Danny Boyle. A più di due decenni dal precedente 28 Years Later, il trio scozzese plasma ex novo il sound della serie, più minaccioso ma al tempo stesso ricco di speranza. Un mix puro di energia sperimentale, tra elettronica, vocalità gospel e percussioni tribali. Su questo tessuto sonoro si innestano archi e sintetizzatori spesso distorti, con un dinamismo teso a movimentare i momenti oscuri del film. Le voci umane filtrano e rendono contemporaneamente più digeribile l’inquietitudine delle immagini. Il ritorno di Danny Boyle porta con sé un sound vivo e teso, senza riecheggiare troppo il passato sonoro della serie.
The Last of Us (Season 2) – Gustavo Santaoalla, David Flemming

Tra strumenti a corda artigianali e sound design innovativo, la seconda stagione di The Last of Us conserva il mondo sonoro che caratterizza la serie. Santaoalla e Flemming mettono a punto il loro stile minimalista, incarnato dal sound fragile ma emotivo di uno strumento come il roncoco. Si tratta di un cordofono a cinque corde doppie, tre delle quali poste a intervalli di un’ottava. Le corde, originariamente di budello animale, sono in nylon. Il ronroco è parente stretto del più conosciuto charango, del quale adotta i principali tipi di accordatura. Suonato da Santaolalla sfruttando i dettagli più intimi dello strumento, il roncoco ha un timbro e un carattere profondamente umani. Si rivela infatti protagonista assoluto della colonna sonora, sottolineando i fotogrammi più significativi della pellicola anche con piccoli rumori delle dita sul manico. È un suono inseparabile dal registro emotivo della storia.
One Battle After Another – Jonny Greenwood

Ogni nuova soundtrack di Jonny Greenwood mette in discussione qualsiasi manierismo o sguardo rivolto al passato legato alle colonne sonore. Non fa eccezione questa di One Battle After Another. Al centro del sound c’è un drone costante, una singola nota ripetuta intorno alla quale si sviluppa armonicamente la soundtrack. L’idea è parallela al tema centrale della pellicola: una progressione coinvolgente che descrive una lotta tramandata di generazione in generazione. Una battaglia sempre nuova che lascia il posto a quella successiva. Attraverso sonorità orchestrali quasi horror, Greenwood costruisce un suono circolare con atmosfere crude e dissonanze viscerali. La sua è una colonna sonora assai diversa da quelle più sinfoniche ancora in voga a Hollywood. La partitura di Greenwood è insieme inquietante e scarna, la sua irregolarità timbrica e ritmica pone delle domande all’ascoltatore. Al tempo stesso accompagna lo spettatore verso il significato più profondo del film.
Adolescence – Aaron May, David Ridley

Questa soundtrack composta da Aaron May e David Ridley sorprende almeno quanto l’impatto della mini serie nel mondo televisivo attuale. Una partitura insieme potente e sottile che esplora il tema della mascolinità tossica del copione, con voci evocative (Emilia Holliday) e pulsazioni dub o downtempo. L’atmosfera sonora non ammorbidisce mai il dramma, ne amplifica invece il peso emotivo della narrazione inquietante e girata in un’unica ripresa. La colonna sonora di Adolescence diventa uno strumento intimo fondamentale per digerire il tema pesante della serie. Sonorità elettroniche minimaliste lentamente si arricchiscono di trame sonore, come avviene nel brano chiave Jamie In The Van. Altre volte le canzoni, come nel caso di una cover di Fragile di Sting, contribuiscono al colpo nello stomaco nei momenti più struggenti della pellicola.
Avatar, Fire and Ash – Simon Franglen

La partitura di Simon Franglen per il nuovo episodio della saga di James Cameron segue in parallelo la grandiosità mitologica del film. Lo sviluppo della soundtrack non lesina dettagli nell’amplificare il caos introdotto dal nuovo capitolo di Avatar. Vengono addirittura inventati nuovi strumenti per l’occasione, in linea con l’estrema ambizione creativa e tecnologica del regista. In realtà basta poi ascoltare il brano The Dream, uno dei momenti chiave della colonna sonora, per capire come l’operazione di marketing prevalga sulle innovazioni sperimentali. La vocalità sensuale di Miley Cyrus riporta tutto infatti su binari più morbidi e intimi.
Black Mirror (Season 7, Episodio 3, Hotel Reverie) – Ariel Marx

L’idea alla base della soundtrack di Hotel Reverie, terzo episodio della settima stagione della serie Black Mirror, è un viaggio attraverso la lente del cinema degli anni Quaranta. La colonna sonora di Ariel Marx ci guida nuovamente in un territorio sconvolgente. Le inquadrature classiche del regista John Crowley vengono esaltate da melodie malinconiche e archi intimi. Ogni trama sonora sfuma delicatamente le morbidezze del girato con un disagio strumentale, mettendo in luce le fratture sottostanti nella sceneggiatura. Ne esce una partitura sobria e solida, scritta per una delle storie più suggestive della stagione. La tensione quasi silenziosa della musica e il suo sviluppo romantico ci portano dritti fino alla rivelazione finale dell’episodio.
Bugonia – Jerskin Fendrix

Il terreno psicologico del film è angosciante e inquieto, la soundtrack Jerskin Fendrix rispecchia fedelmente tutto ciò. Anche per questo motivo la colonna sonora di Bugonia è un esempio lampante di come la musica cinematografica si evolva in modo audace, quando resta lontana dai metodi più convenzionali. Il sound è un intreccio di ronzii lontani, frammenti di pianoforte e pulsazioni percussive fragili. Note e rumori sparsi e dissonanti vengono esaltati dalle tecniche di registrazione.
Fendrix ha diretto la London Contemporary Orchestra, composta da 90 elementi registrati tutti insieme dal vivo in un’unica sala degli AIR Studios di Londra. Sono stati così evitati i raggruppamenti in fase di mix delle diverse sezioni dell’orchestra. Tutto al fine di impedire che uno strumento prendesse il sopravvento sugli altri. Il risultato è una massa sonora inquietante e densa che accompagna l’intera pellicola.
Frankestein – Alexandre Desplat

L’ultima incarnazione di Frankenstein targata Netflix sembra fatta a pennello per la scrittura gotica e intima di un compositore hollywoodiano moderno come Alexandre Desplat. La partitura segue di pari passo il disagio e il tormento morale al centro della pellicola di Guillermo del Toro. Desplat intreccia fragili melodie con correnti sotterranee più oscure, dando forma alla tensione della storia. Il compositore francese sottolinea le conseguenze della creazione del protagonista con un mix intelligente di macabra compassione. Difficile non farsi prendere dall’inquietitudine in questa simbiosi assoluta tra musica e immagini
Predator: Badlands – Sarah Schachner, Benjamin Wallfisch

La coppia di autori formata da Sarah Schachner e Benjamin Wallfisch cerca una nuova strada musicale per il nono capitolo della serie firmata da Dan Trachtenberg. Brani elettronici e percussivi acquistano tensione grazie alla forza dinamica della Sydney Scoring Orchestra. Le ritmiche tribaleggianti e alcune melodie corali in stile world music si adattano particolarmente alla rappresentazione della cultura Yautja nel film. Caccia di sopravvivenza e pericolo costante sono gli ingredienti del copione che spingono i due compositori ai confini del sound finora sperimentato per la serie Predators, confermandola tra le migliori soundtrack film 2025.
(di Francesco Gazzara)
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