ministoria horror Halloween hotel che divorava notte BACKdigit.com

Ecco la seconda ministoria horror dedicata alla notte di Halloween, dal titolo “L’hotel che divorava i clienti”…

L’hotel dove le persone venivano divorate si trovava sul mare incombendo su tutto quello che c’era intorno. Le sue lunghe e scure ombre si diffondevano come tentacoli attraverso la spiaggia sabbiosa. Un sacco di brutte cose successero lí, e quello che una volta era un grand hotel, sembrava essere stato macchiato dalla violenza degli omicidi che si erano consumati nel corso degli anni.

Il quartier generale di un gruppo di gangsters

Durante gli anni ’20, l’hotel era il quartier generale dei notissimi gruppi di gangsters, che dominavano nella parte sud del New Jersey. Si dice che più di un certo numero di quei teppisti furono dotati di scarpe di cemento e furono presi da lí, gettati fuori nel mare per una unica nuotata senza ritorno. Poi dopo dieci anni di assassinii e caos, il regno del terrore sarebbe finito nel maggio del 1927, con un sanguinoso confronto con le forze dell’ordine.

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L’attrice anni ’30 Lola Latruse

Negli anni ’30 un’attrice che un tempo era stata famosa, Lola Latruse, venne uccisa durante un culto satanico, nella stanza numero 715. E sebbene di rado si faccia vedere, si dice che lei alloggi ancora lí nella stanza 715, chiamando ogni tanto il servizio in stanza. Inoltre nel 1946 la famiglia Swanson, composta da otto elementi, fece il check in per entrare nella stanza dell’albergo ma non fece mai il check out per uscirne. Tutti loro scomparvero e nessuno li vede più. Sebbene occasionalmente le loro voci possono ancora essere udite.

Un hotel terribile e misterioso

Tanta gente scomparve dal quel posto ma questa è una cosa non sanno in molti. Attraverso gli anni il management dell’albergo ha fatto un buon lavoro nel cercare di coprire queste informazioni riguardo le cose orribili che accaddero lí dentro. Sempre negando che quei crimini, dato che ormai erano trascorsi anni, fossero mai accaduti. Questo anche perché la maggior parte degli impiegati dell’hotel erano di passaggio oppure erano dei fuggitivi. Nessuno li conosceva e quindi quelli che scomparivano non mancavano a nessuno. Gli anni passarono e le decadi si susseguirono.

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In gita ad Atlantic City

Finché un assolato giorno d’estate quando ero un bambino la mia famiglia partí per una gita di un giorno ad Atlantic City. Nello specifico si recò di fronte a quello che una volta era il Grand Hotel. Dopo alcune ore in spiaggia una inevitabile tappa verso le toilette fu richiesta. Il posto più vicino era un ampio e spaventoso edificio a bordo spiaggia che sembrava fosse stato li tutto il giorno a guardarci. Mio padre mi prese per la mano, mi portò via dalla spiaggia ed entrammo in quell’hotel. All’interno, un corridoio immerso nella semioscurità sembrava snodarsi all’infinito. Nel mezzo del corridoio una vecchia signora, con una pinta di vodka nella borsa da spesa che teneva in mano, si sedette bevendo dalla bottiglia, su uno sgangherato divano.

Una creatura assetata di sangue nascosta nella toilette

Più avanti rispetto alla hall c’era il bagno. Come entrammo le porte si richiusero sbattendo dietro di noi. Ma non eravamo soli. C’era un uomo che stava in piedi vicino al water nella toilette. Improvvisamente l’uomo iniziò a gridare. Perché il water si trasformò in qualcosa di inimmaginabile e cominciò a divorarselo. C’era sangue che schizzava dappertutto. Così l’uomo cominciò piano piano a scomparire davanti ai nostri occhi. Mio padre mi afferrò e ci girammo per scappare. Prima che potessimo fare un passo, un tubo si staccò dal soffitto, cadendo sulla testa di mio padre e sbattendolo per terra. Per pochi, orribili secondi, lui rimase li senza muoversi. Gridai il suo nome lo scossi fino a che lui non si riprese, prendendomi per mano. Insieme ci dirigemmo verso la porta. Inizialmente la porta non voleva saperne di aprirsi. Poi quando l’uomo che era stato mangiato vivo fece un ultimo tentativo di sfuggire alla bestia, lo distrasse per una manciata di secondi.

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In cerca di una via di fuga

E con un altro, disperato tentativo, mio padre riuscí ad aprire la porta cosi da scappare fuori correndo con me tra le sue braccia. Scendemmo giù nella hall. La vecchia signora non era più seduta sul divano. Al suo posto delle urla smorzate e un paio di gambe che spuntavano dalla tappezzeria del divano e che scalciavano selvaggiamente. La spiaggia stava soltanto a poche yard di distanza ma ancora non era il momento per noi di liberarci di quell’hotel. Perché il corridoio era cambiato. Si era ristretto, contorto, il pavimento sembrava essere divenuto una lingua. Una lingua che lentamente cominciò a tirarci indietro per riportarci nell’ombroso corridoio. Quindi le pareti iniziarono a contrarsi, come se stessero cercando di inghiottirci. Poi in qualche modo, non so come, raggiungemmo l’entrata. Una volta tornati sulla spiaggia non ci fermammo certo a guardarci indietro. Papà afferrò me, mia madre e mio fratello maggiore e ci dirigemmo verso la nostra automobile che avevamo lasciato in quel posto e non tornammo mai più li.

The Hotel that Ate People

It sat by the sea looming over everything, its long dark shadows spreading like tentacles across the sandy beach. A lot of bad things went down there, and the once grand hotel seemed to be stained by the murderous violence that had occurred there over the years.

The headquarter of a group of gangsters

During 1920’s, the hotel was the headquarters of a gang of notorious gangsters, who ruled the southern part of New Jersey. It’s said that more than a few hoodlums were fitted with cement shoes and were taken from there, out to sea for a one way swim. Then after years of murder and mayhem. The gang’s reign of terror would end in May of 1927, in a bloody confrontation with law enforcement.

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The actress of the ’30 Lola Latruse

In the 1930’s, a once famous but now long forgotten actress, named Lola Latruse, was murdered by a satanic cult, in room 715. And though she’s rarely seen. It’s said she still resides in room 715, calling down for room service once in a while.
While in 1946 the Swanson family. A family of eight, checked in, but never checked out. They just plain disappeared, never to be seen again, although occasionally their voices can still be heard.

A terrible and mysterious hotel

A lot of people disappeared in that place, but not many know. For over the years, management has done a good job of covering up the evil that occurred there. Always denying that those that were now gone, were ever there to begin with. For the majority of the hotel’s employees were transits, others fugitives. No one knew them, and no one missed those that disappeared.
The years past and the decades rolled by. Till one sunny summer day, when I was a toddler.

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A day trip to Atlantic City

My family went on a day trip to Atlantic City, specifically to the beach in front of the once grand hotel. After a few hours on the beach the eventual trip to the restroom occurred. The nearest place was the large scary building at the edge of the beach that seemed to be watching us all day . My father took me by the hand and led me off the beach and entered the hotel. Inside, a long shadowy hallway seemed to stretch on forever. In the middle of the hallway, an old woman, a pint of vodka in a paper bag in her hand, sat sipping from the bottle, on a tattered couch.

A bloodthirsty creature in the toilet

Further down the hall was the restroom. As we entered, the door slammed shut behind us. We were not alone. There was a man standing at a urinal across the room. Suddenly the man began to scream. As the urinal, transformed into something
unimaginable, and began to devour him. There was blood flying everywhere. As the man began to disappear right before our very eyes. My Dad grabbed me, and we turned to leave. Before we could take a step, a pipe fell from the ceiling, landing on my Dads head knocking him to the ground.
For a few horrifying seconds, as he lay still. I hollered his name and shook him. Till he awoke and picked me up and made for the door. At first the door
wouldn’t budge. Then as the man being devoured, made one last desperate attempt to escape the ceramic beast. He distracted it for a split second.

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My father and I running away…

And with one more desperate effort, my Dad pulled the door open, and he was off and running with me in his arms. Down the hall we went. The old women no longer sat on the couch. In her place, were muffled screams, and a pair of legs sticking out of the couch’s upholstery kicking wildly. The beach was only yards away now, but the hotel wasn’t done with us yet. For the hallway seemed to be changing . It was shrinking, contorting, moving, the floor seemed to be turning into a tongue. A tongue that slowly began to pull us back down the shadowy hallway. As its walls began to contract, as if trying to swallow us. Then somehow, someway, we reached the entrance. Once back onto the beach. We didn’t look back. Dad grabbed Mom and my
older brother, headed to our car and we left that place and never went back again.

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