Gi.O.CA. Pet Therapy è un’associazione no-profit che promuove servizi per il miglioramento del benessere psicofisico della persona attraverso la relazione con gli animali a fini educativi e co-terapeutici. Questo tramite Interventi Assistiti con Animali. GI.O.CA. inoltre si occupa di persone appartenenti a categorie socialmente svantaggiate, malate o con disabilità e dell’educazione e dell’addestramento di cani di utilità sociale. Tra le attività dell’associazione anche l’eduzione cinofila, particolarmente utile anche per apprendere competenze per stabilire una buona relazione con il proprio cane.
Quello della pet therapy è un argomento particolarmente interessante, soprattutto negli ultimi tempi. Sempre più strutture sanitarie, ad esempio, hanno iniziato a far entrare in contatto i cani con i pazienti, specialmente quelli più piccoli o più anziani. I risultati sono stati ottimi. Al punto tale che si inizia, in modo che potremmo definire più sperimentale, a fare la stesso percorso anche con i gatti. D’altronde sappiamo tutti da tempo quanto il rapporto con un pet possa migliorare il benessere psicofisico di una persona e addirittura quello di un’intera famiglia. In modo particolare quando sono presenti anziani malati o bambini con problemi comportamentali. Chi ha un cane o più di uno (o un gatto) può ben capire ed è per questo che lo sviluppo della pet therapy è così importante.
Ne abbiamo parlato in questa intervista con Marta Orlando, Presidente dell’Associazione GI.O.Ca.
Uno speciale ringraziamento va a Wanda Alunni Tullini Consigliere di GI.O.CA. e a Fabio Moresco che hanno reso possibile questa intervista.
Intervista a Marta Orlando
Come e quando nasce la vostra associazione e qual è lo scopo che si prefigge?
La nostra associazione nasce nel maggio del 2017, dalla forte convinzione del potere terapeutico degli animali e nello specifico dei cani.
Lo scopo è quello di divulgare il più possibile questa co-terapia anche in Italia, dove nonostante numerosi studi scientifici ne abbiano dimostrato l’efficacia, viene tutt’oggi guardata con scetticismo.
Al di la dell’iter di addestramento a cui sono sottoposti i cani, anche il volontario che se ne occupa viene sottoposto ad una sorte di indirizzo proprio per poter accompagnare il cane in veste di conduttore in questo tipo di situazioni?
Qual è l’iter se qualcuno volesse avvicinarsi a questa attività e volesse andare con il proprio cane a fare pet therapy. Dovrebbe seguire un corso?
Assolutamente si, per poter operare negli I.A.A. (interventi assistiti con gli animali) bisogna necessariamente fare un percorso formativo apposito. I corsi sono erogati da Enti di Formazione accreditati e variano in base alla figura professionale che si intende ricoprire.
Cosa sono gli I.A.A. e come si suddividono
Gli I.A.A. sono interventi strutturati dove l’animale funge da mediatore e si suddividono in 3 tipologie:
Le Attività Assistite dagli Animali (AAA) consistono in Interventi di tipo ricreativo e di supporto psico-relazionale, finalizzati al miglioramento della qualità di vita di varie categorie di utenti.
L’Educazione Assistita dall’Animale (EAA) inserisce il cane come tramite in percorsi educativi per bambini o adulti, o di rieducazione, nel caso in cui la disabilità abbia compromesso la capacità di memoria e/o apprendimento.
La Terapia Assistita dagli animali (TAA) sono interventi individualizzati sul paziente, utilizzati a supporto delle terapie tradizionali, per la cura della patologia di cui egli è affetto. Esse sono finalizzate al miglioramento di disturbi della sfera fisica, motoria, psichica, cognitiva o emotiva. Sono progettate sulla base delle indicazioni sanitarie e psico-relazionali fornite dal medico e/o dallo psicologo-psicoterapeuta e prevedono precisi obbiettivi ed indicatori di efficacia.
Le figure professionali riconosciute
Per poter erogare I.A.A. è necessario che l’equipe sia composta da più figure professionali.
Le figure professionali riconosciute sono:
Responsabile di progetto: un professionista nel settore medico o psicologico-psicoterapeutico per quel che riguarda le TAA, o un pedagogista, educatore professionale, psicologo- psicoterapeuta per le EAA
Referente di intervento: un laureato triennale in un campo correlato, o un medico o uno psicologo
Referente di attività: un professionista formatosi nei corsi specifici per la gestione delle AAA
Medico veterinario esperto in I.A.A.: garantisce la salute e il benessere dell’animale coinvolto nell’intervento.
Coadiutore dell’animale: gestisce l’interazione tra l’animale e l’utente.
Corsi per la Pet Therapy
Ed eventualmente corsi per la pet therapy si tengono in tutte le principali città del nostro paese?
Direi di si, da nord a sud sono sempre di più i corsi di formazione attivati, anche dalle ASL, nell’ambito degli I.A.A.
C’è un modo per estendere il percorso di pet therapy a tutti gli ospedali perché al momento non sono poi così tanti quelli che lo praticano giusto?
Da che dipende il fatto che alcuni ospedali lo praticano e altri no?
Purtroppo è a discrezione di ogni amministrazione, la burocrazia spesso complica le cose. Diciamo che se si ha la fortuna di trovare un direttore sanitario, amante degli animali, che crede in questa co-terapia ci sono molte più probabilità di riuscita nell’impresa. Per assurdo al nord sembra essere una pratica più diffusa negli ospedali; in Toscana sono riusciti ad entrare anche in terapia intensiva, a Roma aimè abbiamo maggiori difficoltà.
Secondo voi sarebbe possibile in qualche modo praticare la pet therapy anche con il gatto?
Assolutamente si, le linee guida prevedono l’utilizzo di cani, cavalli, asini, gatti e conigli, per quanto gli ultimi due vengono utilizzati in maniera minore.
Gli importanti obiettivi di pet therapy raggiunti dall’associazione
E per chiudere, un ricordo, un aneddoto che vi ha fatto sentire particolarmente orgogliosi di quello che fate con la vostra associazione e che dimostra l’importanza della pet therapy.
Può sembrare presuntuoso, ma in realtà in diversi casi abbiamo raggiunto obbiettivi dove altre co-terapie hanno fallito.
Una fra tutte:
Bambina con sindrome rara
Premessa: il cane funge da motivatore per attivare e stimolare tutti i livelli del sistema nervoso centrale coinvolti nell’elaborazione degli stimoli sensoriali.
Nel caso specifico gli imput visivi si sono integrati con quelli relativi al sistema propriocettivo e vestibolare permettendo alla bambina di raggiungere “l’oggetto” del desiderio e ricevere gratificazione da esso, gratificazione che deriva dal calore dell’animale e dal profondo scambio emotivo. In questo caso abbiamo utilizzato una cucciola in formazione, che è diventata un potentissimo stimolo per l’attivazione di tutte le funzioni sensoriali anche nel bambino con compromissioni psico-motorie e cognitive.
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