Sadist: i maestri indiscussi del Death Metal Progressivo Italiano.

Genova ha una scena musicale variegata e ricca di band che propongono i più disparati generi e che sono apprezzate sia sul suolo nazionale sia all’estero. Tra queste band spicca sicuramente il nome dei Sadist, che sono riusciti ad imporsi sul piano internazionale guadagnandosi un regolare accesso ai maggiori palchi e diventando uno dei gruppi più importanti d’Italia del genere estremo. Il loro sound si è via via modificato nel corso degli anni, ma alla base ha un grande talento virtuosistico che è sempre stato uno dei loro tratti distintivi.

Questo gruppo, nato a Genova nei primi anni ’90, ha suonato in festival internazionali come: Wacken, Hellfest, Gods of Metal, Brutal Assault, ProgPowerEurope, Metal Camp, ecc., in apertuta a nomi come: Iron Maiden, Motörhead, Ozzy Osbourne, Korn, Pantera, Megadeth e Slayer. L’attività discografica, iniziata nel 1993 con “Above the Light”, è giunta quest’anno al decimo album con l’LP “Something to Pierce” uscito per Agonia Records; ma la band ha licenziato anche un 7” (“Black Screams” 1991) e un EP (“Jugular Bells” 2025). Per il resto la loro biografia è piuttosto nota (direi quasi che sono famigerati) e di recente è stata anche ricostruita nell’ottimo libro di Massimo Villa dal titolo: “Sadist. La melodia del male” uscito nel 2022 per Tsunami Edizioni; opera letteraria che consiglio a tutti di leggere. 

Backdigit ha vinto la paura che questi ragazzacci incutono a chi li incontra e ha scambiato quattro chiacchiere con loro. Ne è uscita l’intervista che segue.

Articolo a cura di Diego Banchero

Sadist band Death Metal Progressivo

Sadist band Death Metal Progressivo
Sadist band Death Metal Progressivo

1.     Ciao ragazzi, inutile chiedervi di parlare della vostra storia perché ormai è ben nota. Negli ultimi anni la band si è modificata più volte, ma penso che, per progetti che resistono al passare dei lustri e non si bruciano velocemente, sia piuttosto fisiologico che ci siano cambi di line up.  

Dopo la collaborazione con Romain Goulon e Jeroen Paul Thesseling, che hanno registrato “Firescorched”, sono entrati in pianta stabile nel gruppo Davide Piccolo (basso) e Giorgio “Jenny” Piva. Potete parlarci di questi musicisti?

Tommy: Come hai giustamente rilevato anche tu, per una band in attività da tanti anni è quasi fisiologico, e alle volte anche sano, rimescolare un po’ le carte. Ora, dopo l’innesto di due giovani di grande talento, quali Davide e Giorgio, speriamo di mantenere l’attuale line up il più a lungo possibile, il che vuol dire che mi auguro vivamente che Davide e Giorgio suonino al funerale mio e di Trevor (ride N.D.R.).

Inutile nascondersi dietro a un dito, l’energia che due under 30 possono iniettare in una band che esiste da prima della loro nascita, è una boccata di ossigeno incredibile, e ha dato una rinfrescata al sound della band che, onestamente, altrimenti rischiava di avvitarsi su se stesso. Non di secondaria importanza è anche il fattore umano: andare d’accordo con 2 orsi quali Trevor ed il sottoscritto non deve essere proprio una passeggiata di salute, quindi onore al merito a Giorgio e Davide anche per la loro pazienza (ride N.D.R.).

Trevor: Davide e Giorgio sono due grandi musicisti. Io e Tommy siamo stati davvero fortunati, non era semplice trovare persone serie, professionali e soprattutto motivate. Dalla loro poi gioca il fattore anagrafico, hanno portato alla band una ventata di freschezza e tanta energia. Due musicisti davvero eclettici che hanno pieno controllo del proprio strumento, ma che al tempo stesso, nonostante siano molto preparati tecnicamente, lavorano sempre al servizio della musica. Potrebbero essere i miei figli, ma fortunatamente per loro così non è, sono ragazzi incredibili, grandi lavoratori, umili e intelligenti.

2.     Cosa state facendo ultimamente? Parlateci dei progetti imminenti sia per quanto riguarda le uscite discografiche sia per quanto riguarda i concerti.

Tommy: Stiamo preparando la scaletta per l’imminente tour estivo/autunnale, visiteremo parecchi paesi e torneremo anche in posti in cui mancavamo da parecchio, quindi sentiamo la pressione di dover dimostrare al pubblico che non abbiamo perso lo smalto, anzi, con l’ultimo disco abbiamo spinto il piede sull’acceleratore! Per un po’ non credo scriveremo nuovo materiale, ma ti posso dire che abbiamo in cantiere un paio di operazioni discografiche che faranno la gioia dei fan della prima ora.

Trevor: In estate abbiamo alcuni open air in Italia, mentre a settembre saremo in tour in mezza Europea con Obscura, Suicidal Angels e Hideous Divinity, una volta tornati a ottobre qualche settimana a casa, poi si ripartirà per l’estremo Est Europa, insomma il tempo a disposizione è poco, ma non ci lamentiamo, anzi, suonare dal vivo è stata una scelta di vita intrapresa tanti anni fa!

Sadist band Death Metal Progressivo
EVENFALL TOUR 2025 – Sadist Death Metal Progressivo

3.     Che progetti avete, invece, a lungo termine? Pensate di andare avanti sempre concatenando nuove uscite discografiche e tour?

Trevor: Come ti dicevo la scelta è stata fatta 35 anni fa, ormai è tardi, non possiamo più tornare indietro e in tutta onestà non ci riusciremmo. Il palco in primis ma anche tutto l’aspetto strettamente legato al progetto band mi mancherebbe troppo. Per me rappresenta ossigeno puro, quasi come quello sprigionato dai boschi in cui vivo. Posso assicurarti che io e Tommy andremo avanti ancora a lungo, Sadist è la nostra vita!

4.     La vostra band ha sempre sperimentato; fregandosene di consolidarsi su stilemi artistici sicuri e continuativi. Ci sono delle influenze che ancora non avete inserito nel vostro sound, ma che vorreste integrare in qualche lavoro futuro? Siamo curiosi di sapere quali generi musicali amate particolarmente al di fuori della scena del metal estremo.

Tommy: L’equilibrio tra me e Trevor è estremamente delicato, ma sembra comunque funzionare. Non credo sia un mistero che Trevor sia l’anima “nera” ed “estrema” della band, ed io quella più “sperimentale” e “prog”. L’ingresso di Davide e Giorgio, che sono musicalmente più vicini a Trevor che non al sottoscritto, mi ha spinto a privilegiare l’elemento più “duro” nelle composizioni, spingendo parecchio sull’acceleratore. 

L’elemento che forse spicca maggiormente sul nuovo album, è l’uso della voce femminile, grazie alla collaborazione con la bravissima Gloria Rossi, ma di certo non ci butteremo nel calderone delle band a 2 voci: l’uso della voce femminile in questo senso è più un integrazione all’elemento tastieristico e “prog” delle composizioni. 

Trevor: Io e Tommy siamo molto diversi, anche per quel che riguarda gli ascolti musicali. Di certo io sono quello che vira più all’estremo, mi sono fermato al death metal degli anni 90, genuino, grezzo, brutale! Non ho voglia di sperimentare, ho voglia di aggressività sonora, senza troppi orpelli. Con Tommy da tempo abbiamo trovato un giusto equilibrio, come in qualsiasi matrimonio, del resto la vita è fatta anche di compromessi!

Sadist band Death Metal Progressivo

5.     Come avviene la fase di composizione che precede i vostri album?

Trevor: Da anni con Tommy abbiamo sviluppato un modo di lavorare per noi molto efficace. Il processo di stesura dei brani nasce spontaneo e parallelo. Tommy mi porta ad ascoltare nuove idee, io porto a lui quello che sarà il concept lirico, poi una volta che le cose si sono incontrate iniziamo a lavorare su tutto il resto, tenendo conto di ogni aspetto. La musica trova ispirazione dalle tematiche e viceversa. Seguire tutte le fasi da quelle embrionali alla crescita è bellissimo, concepire e realizzare un disco non è troppo diverso rispetto al concepire un figlio: concepito, cresciuto, allattato e svezzato, voglio bene a ognuno di loro!

6.     Chiacchierando a varie riprese con voi due ho imparato molto sull’approccio che va mantenuto al giorno d’oggi se si vuole restare a galla in Italia occupandosi di musica rock. Siete sicuramente due grandi lavoratori e siete persone serie e risolute che non hanno mai perso il contatto con la realtà. Chi vi conosce sa anche che siete persone affidabili e leali. Questo atteggiamento non è così comune nella nostra scena italiana; che negli anni ha visto trionfare tanti piccoli “truffatoruccoli” che hanno guadagnato sui sogni altrui. Come avete fatto a procedere dovendovi interfacciare in un mondo tutt’altro che trasparente?

Tommy: Affronto l’argomento da un punto di vista leggermente più ampio: i venditori di fumo esistono, e sono sempre esistiti, in tutti i campi. Nel campo musicale, soprattutto (ma non solo) in Italia, esiste un peccato originale: la musica spesso non è considerata un lavoro, non dico da parte dei fruitori, ma anche di chi si reputa “musicista”!

Sadist band Death Metal Progressivo

Musica: Quando l’Arrangiarsi non Sostituisce la Professionalità

Faccio un esempio che farà storcere il naso a molti, e mi renderà sicuramente più antipatico di quello che già sono: capita anche a me, come a molti, di dovermi “arrangiare” facendo piccoli lavori di manutenzione, per esempio intonacare o tinteggiare una parete, riparare una presa elettrica, nell’ottica di risparmiare e di non dover dipendere dalla disponibilità di un eventuale “professionista”, ma credo che, da parte di quasi tutti, ci sia la consapevolezza che, l’arte di sapersi arrangiare, non può valere la professionalità di una persona che “vive” facendo il muratore, l’elettricista, l’idraulico, ecc. Ecco, questo click mentale, in chi fa musica in modo “amatoriale”, spesso non avviene, e si cercano scorciatoie che sono terreno fertile per eventuali “malintenzionati”, o anche, banalmente, un approccio amatoriale, salvo poi stupirsi di non essere presi sul serio dagli altri! 

Trevor: Intanto grazie per la stima. Credo che l’onestà paghi sempre, le bugie hanno le gambe corte. Professionalmente ed eticamente ci teniamo a fare sempre del nostro meglio, è il nostro credo. Da parte di entrambi la parola lavoro ha una valenza unica, quasi sacra. Devi sapere che anche da bambino quei pochi spiccioli guadagnati a tagliare legna hanno sempre avuto un’importanza incredibile, in questo senso forse è un mio difetto non riesco a concepire chi spreca i soldi. Purtroppo oggi onestà, serietà, parola, suonano quasi come concetti obsoleti, ed ecco venire fuori personaggi ambigui. Non voglio adeguarmi preferisco, essere old school.

7.     Sia tu, Tommy, sia Trevor siete attivi su più fronti in ambito musicale. Tu sei anche sound engineer e produttore, mentre Trevor suona regolarmente con il suo progetto “Trevor Plays ACDC” e fa il promoter e il booking agent, oltre ad essere impegnato come scrittore di libri. Volete parlarci di queste attività parallele?

Tommy: Il lavoro di studio è nato quasi per caso, ma nel tempo si è rivelato essere altrettanto gratificante e artisticamente creativo quanto quello del musicista. Aggiungiamo il fatto che la stabilità economica, da adulti, è indispensabile, e trovarla riuscendo a lavorare nella musica e con la musica, è un buon compromesso. 

Trevor: Di certo non c’è mania di onnipotenza o di over esposizione, lavorare su più fronti comunque sempre legati all’arte è una scelta obbligata. Sarebbe bellissimo vivere di solo palco, urlare in growl dentro a un microfono, ma questo è impensabile. Tuttavia, come diceva giustamente Tommy, lavorare nello stesso panorama è comunque un ottimo compromesso, appagante e che di certo ci lascia il dovuto tempo libero per andare in tour. 

8.     Una domanda che spero abbia anche un valore pedagogico. Se al momento del vostro inizio aveste avuto coscienza del mondo di oggi, avreste cambiato qualcosa nell’impostare il vostro percorso?

Tommy: Ahimè, immagino che qualsiasi cinquantenne vorrebbe mantenere l’esperienza acquisita nel corso del tempo, e riacquistare l’energia ed il vigore dei vent’anni. E’ pur vero che siamo il frutto delle scelte, e soprattutto degli errori, commessi lungo il nostro cammino. Occorre molta maturità ed onestà intellettuale, e riconoscere che non c’è crescita di alcun tipo, umana, professionale, artistica, senza cadute, anche molto brutte. Gli errori ci hanno portato dove siamo, non i successi!

Trevor: Ho sempre pensato che guardarsi indietro serva a poco o nulla, meglio investire le energie sul presente e futuro. Difficile dire cosa si poteva fare, sinceramente sono molto soddisfatto della mia vita, non sono mai stato un grande sognatore, ho le mie cose di cui vado fiero, e vivo nel paese più bello del mondo a contatto con la natura selvaggia.

9.     Purtroppo sappiamo che la scena musicale italiana è lontana dal garantire la prosperità sperata per chi si dedica al rock. Come vedete la situazione all’estero? Le vostre vite sono radicate nello stivale, dove avete sicuramente trovato un buon equilibrio esistenziale, ma ci sono paesi in cui andreste a vivere in caso doveste optare per un’alternativa?

Tommy: Sfatiamo un mito, l’Italia non è né peggio, né meglio, della maggior parte dei paesi. Semplicemente, non esiste il paese perfetto, ed il mondo è in continua evoluzione. Nazioni che noi continuiamo a considerare, da buoni provinciali, terzo mondo, oggi ci pisciano in testa! Paesi che noi consideriamo poco democratici, hanno raggiunto un grado di civiltà e di lungimiranza politica che noi non abbiamo più visto dai tempi di Machiavelli!

Non amo criticare il mio paese, e mal tollero chi lo fa a spron battuto, ma combatto costantemente l’istintivo provincialismo tipico di chi, non essendosi mai allontanato più di qualche chilometro dal proprio giardino, ed essendo cresciuto con il sogno di un mondo che non è mai esistito, non si apre a ogni tipo di cultura, anche molto diversa dalla propria. Ammetto di essere in qualche modo fortunato: grazie al mio lavoro ho la possibilità di viaggiare ed interfacciarmi con persone le più disparate, ma viaggiare non garantisce automaticamente la saggezza… puoi essere anche un coglione suprematista con una buona disponibilità economica! 

Appennino Ligure: Qui la Felicità Non Ha Confini.

Trevor: L’Appenino Ligure è bellissimo, perchè andare via? Vivere bene lo puoi fare in ogni angolo del mondo, purchè tu non sia una persona tormentata. La globalizzazione ha livellato il mondo, certo ci sono posti dove si vive meglio e altri dove la vita è decisamente più dura, per questo motivo credo che lamentarsi sia poco rispettoso. Da italiano posso dire che tendiamo a essere vittime del sistema e per forza di cose cercare sempre la colpa nel prossimo, io in realtà dico che la vita è bellissima e bisogna cercare di onorarla ogni giorno. La situazione è difficile ovunque, credere che all’estero funzioni tutto alla perfezione ci porta poco lontano, a volte questo pensiero è un’ottima giustificazione. L’Italia è il paese più bello del mondo, cerchiamo di promuovere la nostra terra piuttosto che guardarci altrove.

10. Nel corso degli anni avete cambiato etichetta più volte. Pensate di continuare a stringere delle partnership provvisorie in base alle esigenze delle singole produzioni o siete alla ricerca di una collaborazione definitiva?

Tommy: Credo che il concetto di Label, in senso classico, sia un po’ da mettere da parte. Probabilmente il futuro per band professioniste o semi-professioniste è l’auto produzione completa. Questa non è una critica a nessuno in particolare, semplicemente l’intermediazione, nel campo musicale, sta saltando, in quanto economicamente molte attività di intermediazione non possono più sopravvivere.

Trevor: Non si tratta di una scelta ragionata a tavolino, Agonia era interessata a Sadist e da lì è venuta fuori una collaborazione. Certo le cose non durano per sempre, chissà il prossimo futuro cosa ci riserverà. Non escludiamo nulla: autoproduzione, altra label… pensiamo sempre al bene della band, a migliorare il nostro percorso.

Sadist band Death Metal Progressivo

11.Come vedete il futuro del rock? Pensate che l’estinzione sia vicina e inevitabile? Adesso pare che ci sia molta preoccupazione circa il sempre maggior impiego dell’intelligenza artificiale, che teoricamente dovrebbe giungere a soppiantare il talento umano in ogni ambito. Voi come vivete questi cambiamenti?

Tommy: Impossibile fare previsioni, la musica si muove per cicli, una volta pilotati dalle grandi realtà industriali, oggi forse più imprevedibili e meno facilmente governabili a causa di quell’incredibile acceleratore di eventi che è internet. Bisogna cavalcare i cambiamenti, cercando di stare in equilibrio fin quando reputiamo ne valga la pena! E accettare il fatto che qualsiasi cosa prima o poi finisce.  

Trevor: Un passo alla volta, oggi mi piace pensare alla nostra famiglia, quella del Metal: indomita, fiera, orgogliosa, combattiva! Noi siamo questi, avanti a testa bassa, senza preoccuparci di quello che succede intorno. La tribù dell’hard ‘n heavy è affezionata alle band, ai nomi storici e così sarà per sempre, non è questione di moda, si tratta di filosofia, nascere metalheads è per sempre!

Trevor: Grazie a te per averci dedicato tempo e spazio. Un caro saluto a tutti i lettori e a tutta la redazione, nella speranza di vederci quanto prima on stage, incontrare gli amici è sempre una cosa bellissima, ragione di vita! In alto il nostro saluto \m/ Stay Brutal !!

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