Tailor’s Wave pubblica “Ajna”, il terzo album della carriera del talentuoso gruppo metal. .
La scena metal fiorentina è molto ricca di progetti tra di loro piuttosto eterogenei. Molti degli attori di questa realtà sono stati assidui frequentatori del Circus Club di Scandicci che era gestito dallo storico batterista dei Sabotage. Parliamo di Dario Caroli il quale, oltre ad essere un grande musicista, ha avuto il pregio di condurre con molta umanità uno spazio nel quale hanno avuto modo di esibirsi, nel corso degli anni, band di ogni estrazione ed esperienza.
Gruppi non solo metal e provenienti da tutto lo stivale. Grazie a questi presupposti, il Circus è stato il terreno di nascita di molte amicizie e collaborazioni tra artisti che diversamente non avrebbero avuto grosse possibilità di frequentarsi e vedere maturare a poco a poco reciproca stima e amicizia. Ovviamente sono nate in questo ambiente anche molte rivalità, dovute ai più svariati motivi. Ma il bilancio dell’operato di questo storico locale è da ritenersi assolutamente positivo. Il Circus manca molto e tutti i tentativi profusi nel tentativo di salvarlo sono stati vani.
La storia del gruppo metal Tailor’s Wave
I Tailor’s Wave sono nati in questo brodo di coltura e, tra l’altro, proprio nel periodo difficilissimo della vicenda del Covid-19, vicenda a causa della quale lo stesso Circus ha iniziato il processo di crisi. Cosa che lo ha portato, prima ad un tentativo di ripresa in una nuova sede e poi alla chiusura definitiva.
La rabbia legata alle conseguenze di questo momento molto negativo (che ha tagliato ulteriormente le gambe ad una scena musicale italiana già molto deprivata da un mainstream che l’ha sempre maggiormente relegata ad un ruolo marginale) è presente nel sound e nelle tematiche di questa band. Formazione che in poco tempo ha manifestato una grande vitalità espressiva pubblicando ben tre album in soli quattro anni.
Backdigit ha fatto un passo a Firenze per parlare con i ragazzi della band e ne è nata l’intervista che segue.
Articolo a cura di Diego Banchero
Intervista ai Tailor’s Wave
Ciao Diego… intanto come prima cosa ti ringrazio per la presentazione a l’intervista che faremo.
Ciao ragazzi, intanto ci interessa sapere com’è nata la vostra collaborazione. Siete tutti musicisti con altre collaborazioni attive a quanto mi risulta. Per rimettersi in gioco con un progetto completamente nuovo ci vuole una forte motivazione che non tutti manifestano. Cosa vi ha spinto a dare vita ai Tailor’s Wave?
R. Forsenna: E’ nato tutto spontaneamente senza immaginare lo sviluppo che avrebbe avuto. Un giorno Samuele (lui è davvero un talentuoso polistrumentista) mi chiede se potevo mettergli la voce su un pezzo che aveva registrato in studio (Traps). Poi su un secondo, terzo e così via sempre più pezzi, fino ad arrivare a otto canzoni in pochi mesi. Dal quarto pezzo in poi si è unito anche Fabio Bucci e siamo diventati un progetto da studio composto da noi tre. Nel tempo abbiamo completato la line up per suonare dal vivo. Rik Tormento al basso, Thomas Passanisi alla batteria e come valore aggiunto: Emanuele Borgi che ci aiuta con le tastiere.
Potete parlarci dei membri della band e delle loro altre eventuali collaborazioni attive o passate?
R. Forsenna: Io sono cantante anche dei Tombstone. S. Sarti è anche cantante/chitarrista dei Thorobred’S, Thee Outlaw, Sam Sarti e batterista dei The Lifeguard’S (band di San Francisco) con cui collaboro. Fabio Bucci è anche cantante degli Hellblade.
Lo stile musicale metal dei Tailor’s Wave
Come descrivereste il vostro stile musicale alle persone che ancora non vi conoscono?
S. Sarti: Thrash incazzato nero con varie sfumature melodiche che provengono dal metal classico e non solo.
Dal 2021 ad oggi avete già pubblicato tre album. Conoscendo le difficoltà che attanagliano le produzioni nel nostro ambiente non si può non riconoscere la vostra vitalità. Quali sono le differenze e quali le similitudini tra Embroider (2021), Alchymja (2022), Ajna (2024)?
S. Sarti: Embroider è stato l’album d’esordio dove abbiamo sperimentato una sorta di symphonic metal. Che poi nel processo compositivo ha preso una direzione leggermente più thrash che si è consolidata con il secondo album Alchymja. Fino a trovare una sua dimensione più quadrata con il terzo album Ajna.
I progetti della formazione fiorentina
Quali sono i progetti che avete a lungo termine? Da quanto si legge nelle vostra biografia intendete mantenere viva una sorta di resistenza culturale contro vari aspetti che esercitano una pressione negativa sull’umanità. La motivazione alla base della vostra esistenza è piuttosto forte. Questo fa pensare che intendiate tenere duro e mantenervi attivi sul lungo periodo.
R. Forsenna: Sicuramente anche la ribellione a tutte le ingiustizie, attiva la fantasia creativa. La passione è il nostro motore che non inquina. Abbiamo tanto da raccontare ed esprimere in musica, quindi questo presente è anche futuro prossimo.
Come vedete la scena metal toscana al momento? Con la chiusura del Circus è sicuramente venuto meno un luogo molto importante per le varie emanazioni di questo genere in Toscana. Gli eventi live ne hanno sicuramente risentito e si ha l’impressione che, nonostante vari tentativi, il volume di concerti che il Circus garantiva non si è più riproposto.
S. Sarti: Se prima era già difficile, con la chiusura del locale Circus (del nostro amico Dario Caroli) che era il punto di riferimento fiorentino e non solo, ci siamo attivati ancor di più per cercare date fuori Toscana e oltre confine.
La scena trash metal italiana
Un’altra domanda riguarda la scena italiana. Vi chiedo le vostre impressioni a riguardo. Pensate che ci sia ancora un possibile futuro per questo genere nel nostro paese o dobbiamo aspettarci una progressiva estinzione?
R. Forsenna: Credo che qualsiasi cosa che nasca dal cuore è destinata a non morire mai. Per il genere che proponiamo la strada è ancora più difficile, ma guidiamo senza paura.
L’ambiente delle case discografiche indipendenti, dei canali di distribuzione e promozione è diventato molto articolato. A mio avviso ha fatto ulteriori salti verso un’eccessiva “artigianalità” che in taluni casi è positiva e in altri basata sul ricorso all’improvvisazione. Voi che percorsi seguite per produrre e promuovere i vostri dischi?
R. Forsenna: Ci produciamo sempre da soli per avere il controllo totale sul tutto e ci muoviamo tramite social ed altre vie, per promuovere la nostra musica. Poi abbiamo avuto la fortuna che l’etichetta Wanikiya Record/Promotion ci ha cercato e voluto. Quindi con questa sinergia, impreziosita soprattutto dal supporto stampa (con recensioni italiane ed estere) di Francesca BlackSand Saglia che ringraziamo per la sua professionalità, speriamo possano arrivare nel tempo ulteriori nuove prospettive.
Gli eventi live del gruppo metal Tailor’s Wave
Avete anche partecipato ad eventi live piuttosto importanti. Che valore date all’attività concertistica? Il vostro sound è molto sanguigno e fa pensare che il palco sia l’ambiente ideale per trasmettere le emozioni che la vostra musica veicola.
R. Forsenna: Vero, il palco per noi è qualcosa di magico, un’altra dimensione dove assaporiamo libertà ed emozioni, nello scambio tra noi e chi ci ascolta. Infatti non a caso uscirà tra qualche mese un cd live ufficiale. Testimonianza di un unica serata tenuta al Rock Heat di Arezzo. Sarà un sogno che si realizza.
Grazie per la chiacchierata ragazzi. Vi lascio quest’ultimo spazio per ricordare ai nostri lettori i vostri contatti web in modo che possano fare i dovuti approfondimenti sul vostro conto. Ciao!
R. Forsenna: Grazie a te Diego e che a chi leggerà questa intervista. Speriamo di rivederci presto On Stage. Per i contatti ecco qui:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100076186967894
https://www.facebook.com/rik.forsenna/
https://www.facebook.com/samuele.sarti.35
https://www.facebook.com/profile.php?id=100070285182421
https://www.youtube.com/@Tomb69stone
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