Semiramis: la band che ha attraversato la storia del prog italiano.

Ho visto dal vivo i Semiramis due volte. La prima al teatro La Claque di Genova nel 2017 e la seconda al Trasimeno Prog nel 2021 (anno un cui ho suonato nel prestigioso Festival con la mia band Il Segno del Comando). In entrambe le circostanze li ho molto apprezzati e mi sono fatto l’idea di trovarmi di fronte a musicisti di livello fuori dal comune. Questa band, nata nel 1971, ha subìto anche diversi cambi all’interno della propria line up. Alcuni dei suoi componenti storici, nel corso del tempo, hanno deciso di procedere per altre direzioni (vedi il celebre cantautore Michele Zarrillo, che nei primi anni di attività del combo romano ne aveva ricoperto il ruolo di chitarrista cantante), mentre altri, purtroppo, sono prematuramente scomparsi (Maurizio Zarrillo e Giampiero Artegiani).
La formazione attuale ha da poco licenziato un nuovo album del titolo: “La Fine non Esiste”. Backdigit ha ascoltato il disco per voi e l’ha trovato ottimo da ogni punto di vista. Abbiamo quindi deciso di scambiare quattro chiacchiere con loro e ne è scaturita l’intervista che segue.
Buona lettura

Articolo a cura di Diego Banchero

Intervista ai Semiramis

Ciao ragazzi, la vostra biografia è iniziata proprio negli anni in cui il prog italiano muoveva i primi passi. Raccontateci qualcosa di quel periodo. Non vi chiediamo di fare un resoconto dettagliato della vostra storia perché in rete si trova parecchio a riguardo, ma avere un racconto delle origini legato ai vostri ricordi ci interessa moltissimo.
Il mondo SEMIRAMIS iniziò nel 1971 quando, nel quartiere di Centocelle a Roma. Cinque giovani, fra i quindici ed i diciotto anni, si incontrano e danno vita a quello che a distanza di anni è diventato un mito! Questi giovani erano Faenza Paolo, Reddavide Marcello, Artegiani Giampiero, Zarrillo Maurizio e Zarrillo Michele: ‘’FRAZZ’’. Nel ’73 realizzano il loro unico album in studio per la Trident Record: “Dedicato a FRAZZ”.
L’unica cosa che ama ricordare solitamente Paolo è che in quel periodo la serranda di ogni locale era uno ‘’stereo a cielo aperto’’ si faceva musica con ogni mezzo disponibile. Il grande fermento musicale dell’epoca ha dato vita a capolavori del progressive che ancora oggi, appassionati e non, ascoltano.
Ciao a voi!
Siete giunti fino a noi attraversando oltre cinquant’anni di storia italiana. Le differenza tra il passato e i nostri giorni sono tantissime e, purtroppo, assistiamo prevalentemente ad un peggioramento generale che caratterizza ogni ambito in cui i musicisti rock si muovono. Come vi trovate a portare avanti il testimone di questi tempi? Quali sono gli aspetti che mantengono viva la vostra motivazione?

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Diciamo che Semiramis dal 2014, anno della reunion, mantengono sempre le stesse motivazioni che secondo noi muovono progetti come il nostro: la passione, la voglia di raccontare ancora molto tramite la musica e sopratutto la voglia di emozionarsi stando su un palco a suonare per chi ha ancora voglia di ascoltare. Non vi neghiamo che nell’attuale ‘’fotografia’’ musicale contemporanea è molto difficile divulgare un prodotto che da priorità a ‘’contenuti importanti’’, ma sinceramente a noi interessa fare le cose fatte bene. Ci consideriamo lo slow food della musica!

Lo stile dei Semiramis

Escludendo il disco “Frazz Live” del 2017 avete pubblicato due album: “Dedicato a Frazz” (1973) e “La Fine non Esiste” (2014). Qual è il filo conduttore tra queste due opere? A questo punto un approfondimento circa l’album appena uscito sarebbe molto gradito ai nostri lettori.
Parlando del nuovo lavoro la prima cosa da dire è che, a differenza di “Dedicato a FRAZZ”, questo non è un concept album, ma narra di personaggi storici e ‘’immaginari’’. Questi personaggi, per le imprese straordinarie compiute nelle loro epoche, sono stati considerati dei pazzi e dei pionieri.

Pertanto una certa assonanza col nostro ‘’psicopatico’’ amico FRAZZ la possiamo ritrovare. Musicalmente parlando non ci siamo imposti dei veri e propri fili conduttori con il vecchio disco ma che dire… siamo pur sempre i SEMIRAMIS ed è inevitabile che qualche ‘’auto citazione’’ ce la siamo fatta.
Per questo lavoro abbiamo puntato alla qualità sonora e a tecniche di registrazione all’avanguardia guidati magistralmente da Maurizio Pinna (Mixwithnorules) che con i suoi studi americani ha dato un colore che per noi è pazzesco e diverso dal sound che ormai siamo abituati a sentire, in buona parte, nei nuovi dischi progressive anche di band storiche.
Riguardo la copertina possiamo trovare un filo conduttore con il vecchio disco in quanto ci siamo affidati ad un artista grafico (Massimiliano Angelotti), che ha realizzato e messo in ‘’arte’’, con due tavole, l’esterno e l’interno della copertina del disco, cosi come fatto per il vecchio FRAZZ.

La reunion e i progetti futuri dei Semiramis

Volete parlarci della band che ha realizzato La fine non esiste?
Con molto piacere! Della reunion del 2014 oltre a Paolo Faenza (batteria, vibrafono), membro originale della band, sono rimasti Ivo Mileto (basso) e Daniele Sorrenti (tastiere, organi, synth). Nel 2018 è entrato Emanuele Barco (chitarre elettriche) e nell’ordine, poco prima di entrare in studio per le registrazioni, si sono uniti al gruppo anche Marco Palma (chitarre acustiche) e Giovanni Barco (Voce). Come ci piace sottolineare ogni qualvolta ci viene dato spazio, questo lavoro nasce dalla sfumatura che ogni singolo musicista, con il proprio background musicale spesso lontano dal progressive, ha messo nell’arrangiare i brani scritti per lo più da Daniele Sorrenti e Paolo Faenza. Questa secondo noi è la vera ‘’FORZA’’ di questo nuovo album!
Cosa farete ora? Avete in programma di promuovere l’album con dei concerti?
Dal 23 febbraio 2024, data ufficiale di uscita dell’album ci stiamo muovendo con varie attività di promozione, presentazioni, interviste radio, firma copie ecc…, che poi sfoceranno in una serie di concerti in giro per l’Italia e all’estero. Fresca fresca la notizia che parteciperemo alla VI edizione del PROG & Frog Festival di Milano, il prossimo 26 Maggio, insieme agli amici Osanna. Restate comunque sintonizzati!

La band e la scena prog rock internazionale

Cosa ne pensate della scena prog nazionale e internazionale? Esistono ancora alcuni “paradisi” nei quali la nostra musica potrebbe trovare una sorta di ripresa (mi viene ad esempio in mente il Giappone dove avete avuto la possibilità di suonare) o ritenete che siamo destinati ad una lenta, ma inesorabile, estinzione?
Ci sono molte realtà valide (nazionali ed internazionali) che, seppur trovano spesso difficoltà di visibilità, sono destinate ad entrare nel tempio della musica! Ci sono dei paesi come ad esempio il Giappone, il Messico ed il Brasile dove la ‘’cultura’’ della musica progressiva è ben radicata… e che rappresentano dei campi fertili per noi. Spesso ci fanno questa domanda e puntualmente noi ci teniamo a precisare che SEMIRAMIS ha voglia di “fare l’occhiolino” a paradisi che non siano strettamente legati al progressive. Piccolo spunto di riflessione: non saremo noi che etichettandoci prog ci precludiamo un ‘’piccolo’’ spazio all’interno della MUSICA?
Che progetti avete per il futuro?
“La Fine non esiste” è l’inizio di un percorso musicale che SEMIRAMIS ha deciso di intraprendere a lunga scadenza. Non aspetterete altri cinquant’anni per un nuovo lavoro!

I contatti con i Semiramis

Potete lasciare ai lettori di Backdigit i vostri contatti in modo che possano mantenersi informati su di voi?
Assolutamente si! Potete seguirci sui seguenti canali:
Facebook SEMIRAMIS OFFICIAL
Instagram SEMIRAMIS.OFFICIAL
Mail semiramisoriginal@gmail.com
Sito internet www.Semiramis.it – www.Semiramisofficial.com

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