Andrea Bruni: Compagno di Banco Collezione Primavera Estate Banco del Mutuo Soccorso – 4 Concerti per 4 mesi
Data di Pescara – Sono le 12:30, ho appena allacciato la cintura e sono pronto per partire. Mi aspetta un bel viaggio in solitudine per la modica distanza di 430 chilometri. Ma in fondo di cosa mi preoccupo? Il mio soundcheck è previsto per le 18:00. Se tutto va bene ce la farò anche a rinfrescarmi i piedi nel mare.
Già, perché stasera suoniamo a Pescara, in Piazza della Rinascita, all’interno della manifestazione Cartoons on the Bay. Il palco è allestito a pochi metri dalla spiaggia, ho visto le foto sui social qualche giorno prima e sono rimasto a bocca aperta, figuriamoci quando tra poco sarò lì. Così parto lasciandomi alle spalle un cielo limpido e un clima già estivo. Il viaggio scorre tranquillamente, la guida è rilassata per gran parte del tragitto e solo dopo l’ingresso in A14 mi concedo qualche guizzo di sportività. Arrivo a Pescara in anticipo e già sento le onde adriatiche pronte a solleticarmi gli alluci.
Una stanza per due con il bassista Marco Capozi
Ma mai sottovalutare il potere dei cantieri stradali di mandare a rotoli qualsiasi progetto. A poche centinaia di metri dall’albergo una corsia chiusa per lavori di cablaggio mi costringe a prendere una strada parallela a quella in cui è ubicato il parcheggio dell’hotel. La deviazione sfocia ben presto in un viale a senso unico che sembra non finire mai. Di colpo mi ritrovo in una zona che neanche le moderne applicazioni sembrano riuscire a decifrare. Non mi resta che chiamare la reception e farmi guidare passo passo, come si faceva una volta.
Appena arrivato al fantomatico parcheggio ho giusto il tempo di arrivare in albergo, fare il check-in e salire in camera a lasciare gli effetti personali. Marco Capozi, che divide la doppia con me, è già arrivato da un po’ e si sta rilassando sul suo letto mentre dalla televisione accesa provengono urla di due persone di sesso opposto che si offendono reciprocamente. Non so quale fosse l’argomento del loro confronto, ma evidentemente i due avevano opinioni divergenti. Oppure erano semplicemente marito e moglie dopo qualche anno di rodaggio. Saluto Marco e riparto per il soundcheck, la piazza del concerto è a pochi passi dall’hotel e quindi posso andare tranquillamente a piedi. Anche perché a riprendere la macchina c’è il rischio di imbattersi nuovamente in un senso unico e di uscirne a fine estate, con il rischio di perdere tutti concerti già fissati.
L’arrivo in Piazza della Rinascita per il soundcheck
Arrivo in Piazza della Rinascita e la mia batteria rossa fiammante campeggia indisturbata al centro del palco. Salgo a controllare che tutto sia montato alla perfezione, ma il grande Roberto ormai è una garanzia, non solo per la cura con cui trasporta ogni volta la nostra strumentazione ma anche per come mi fa trovare il mio strumento sempre perfettamente allestito. La prova si protrae oltre il necessario, li tempo sul palco scorre con grande energia, le citazioni tratte dai classici del rock e del prog ormai sono all’ordine del soundcheck e divengono un’attrattiva non solo per Lorella, che immortalerà la performance con il suo telefono, ma anche per gli spettatori presenti, che dimostrano il loro gradimento con applausi e gesti di approvazione.
Cena nei camerini con un piatto a base di…aglio
Una volta terminato il tutto abbiamo poco tempo prima dell’inizio del concerto, così scegliamo di mangiare nel camerino allestito dietro il palco. Trovare cinque minuti per bagnarsi i piedi nel mare è un’idea che la mia mente scarta prima ancora di formularla. Ci viene portata la cena dal ristorante vicino e il tutto viene consegnato in scatole di carta dall’imballaggio argentato. Avevo dato un’occhiata frettolosa al menù e tra le portate vegetariane avevo trovato i ceci con le sagne, un piatto locale.
Così lo avevo scelto con gran curiosità e ora che lo sto mangiando mi accorgo che mi piace veramente tanto. La pietanza, però, è piena di aglio; io lo adoro, ma alcuni tra i commensali non sono dello stesso parere e faticano a gestire le intense folate provenienti dal mio piatto. Una cosa è certa: per qualche ora i vampiri se ne staranno alla larga. Bisogna vedere se anche gli umani assumeranno la stessa condotta.
Dopo il concerto una lunga nottata
Arriva il momento del concerto e la piazza si riempie. L’ora e mezza prevista per l’occasione vola via in pochi istanti e ci ritroviamo alla fine della suonata, con gli abiti intrisi di sudore e i volti soddisfatti. Tutto è pronto per il dj set, così ce ne torniamo in hotel; l’idea è quella di farsi una bella doccia e una profonda dormita. Ma una volta in camera con Marco ci mettiamo a parlare dei nostri trascorsi musicali. Io gli parlo dei miei progetti passati e presenti. Lui mi racconta di quando è stato all’estero col Balletto di Bronzo e le prime ore della notte scivolano via tra un aneddoto e una risata. Quando l’orologio annuncia le 4:00 ci rendiamo conto che forse è il momento di riposare per qualche oretta. Mi addormento felice e soddisfatto per la bella giornata, anche se non ho messo i piedi nel mare.
La data di Marino
Altro viaggio in solitudine, destinazione Lazio. Oggi suoniamo a Marino (RM), nella roccaforte del Banco, e gli entusiasmi nel gruppo sono alle stelle. Arrivo in hotel nel primo pomeriggio, ho giusto il tempo per l’ennesimo check in e riparto velocemente verso Piazza San Barnaba, luogo del concerto. Appena arrivato nel centro di Marino mi ritrovo nel vivo della festa di paese, circondato da banchetti e bancarelle di ogni genere. Percorro l’ultimo tratto di strada profanando con le gomme dell’auto un red carpet che si estende per decine di metri e che probabilmente è lì per ospitare qualche sfilata.
Arrivo a bordo palco, dove i tecnici stanno assemblando le ultime luminarie. I miei colleghi, in compagnia di fidati indigeni, mi dicono di parcheggiare poco distante, vicino alla caserma dei carabinieri. Provo a seguire i cartelli,
ma la viabilità è stata modificata per la festa e così anche stavolta mi ritrovo in un gorgo di sensi unici e percorsi obbligati da cui non riesco più a uscire. Queste peripezie stradali stanno diventando una costante nei concerti del Banco.
Il difficile parcheggio e il rinfresco prima del soundcheck
Dopo innumerevoli tentativi che mi riportano sempre allo stesso punto come un criceto sulla ruota decido che è arrivato il momento di un’azione risolutiva. Imbocco un paio di sensi vietati con malcelata soddisfazione. Eccomi di nuovo all’inizio del paese. Non ho altra soluzione che percorrere nuovamente il red carpet, incappando nell’ira dei presenti che stanno officiando una premiazione con tanto di sindaco e consiglieri annessi.
Sfuggito alle ire dei regnanti arrivo di nuovo al palco, tra lo stupore degli amici che mi guardano chiedendosi: “Ma non eri già arrivato?”. Chiedo agli autoctoni se c’è qualcuno tra loro disposto ad accompagnarmi; se ci riprovo da solo c’è il rischio che il concerto si debba fare con le sequenze. Mi viene in soccorso Aldo, che in un batter di ciglia mi porta al parcheggio convenuto. Una volta che sai dove andare diventa tutto di una semplicità disarmante.
Dopo il soundcheck gli organizzatori ci portano nelle stanze del comune, in cui è allestito un rinfresco. Dentro l’edificio i climatizzatori pompano al massimo e la temperatura nelle stanze si aggira tra il polare e l’artico. Ma il banchetto è piacevole, per cui restiamo lì seduti a sgranocchiare e a parlare un po’ di tutto. Quando la mia tolleranza si esaurisce esco dall’igloo e incontro Tony che sta parlando con un certo Fernando Mariano, Prode Fernando per gli amici.
La mia video intervista con Tony D’Alessio
Costui, armato di microfono e telecamera, con tanto di operatore al seguito, sta concordando un’intervista e Tony mi coinvolge affettuosamente. Nasce così un divertente siparietto a tre, che costituirà anche il mio primo contributo parlato come batterista del gruppo. Il video verrà condiviso sui social, tanto per sconvolgere chi sperava che il 2025 avesse portato tra i tamburi del Banco una persona seria.
Andiamo a cena a I Quattro Mori e conosco con piacere Simone e Gabriele Maltese, figlio e nipote dell’indimenticato Rodolfo. Il personale del ristorante è gentilissimo e il vino in dotazione è generoso, ma il concerto incombe e io sul palco voglio essere più lucido di uno specchio. Il bianco paglierino che qualcuno mi ha gentilmente versato nel calice resterà lì a decantare mentre io vado a cambiarmi. Tra pochi minuti si comincia. Il palco è illuminato, il pubblico si accalca da ogni parte e durante l’esibizione partecipa con gioia canticchiando ogni brano, anche nelle parti strumentali.
Incontro, chiacchierata e selfie con i fans
Finito il concerto ho in mente solo un obiettivo: raggiungere il camerino e mettermi una maglietta pulita, visto che quella usata per il concerto è ormai completamente inzuppata. Scendo le scale del palco e vengo raggiunto da alcuni ragazzi che mi fanno i complimenti, mi chiedono una foto, mi domandano che rullante uso e che piatti adopero.
Così, tra un selfie e una risposta mi dimentico di cambiarmi e mi abbandono a uno dei miei classici spiegoni al cui confronto Ken Follett sembra un autore di Bignami. Lorella, che veglia su di noi prima durante e dopo il concerto mi riporta ai miei doveri e così mi congedo dai giovani fan. Asciutto e rilassato riprendo la macchina e guido per 10 minuti fino alla camera d’albergo. Molti dei miei amici giocavano in casa e quindi stanotte dormiranno nel proprio letto; per me è prevista una camera accogliente e confortevole all’Hotel Squarciarelli di Grottaferrata. È la prima volta che alloggio in una singola e la sensazione è strana: addormentarsi così in silenzio, senza una battuta, senza un commento sul concerto. Chissà come faranno gli artisti veri…
SITO UFFICIALE BANCO DEL MUTUO SOCCORSO
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