Il bassista dei Guns N’ Roses, Duff McKagan pubblicherà il prossimo 20 ottobre Lighthouse, il suo terzo album solista. Il cd anticipato la scorsa estate dal singolo omonimo è il primo ad essere stato interamente realizzato nello studio privato del musicista americano. Undici brani per un misto di rock duro ed elementi acustici che vedono una vera e propria perla nella reprise della title track cantata da Iggy Pop. Ma a collaborare con Duff ci saranno, in veste di special guests, gli amici di sempre come Slash e Jerry Cantrell degli Alice In Chains. Riguardo questo suo nuovo lavoro Duff ha detto: “lo schianto, le onde che si infrangono, la caduta di tutto ciò che ti circonda. La vita a volte ci sballotta e noi sentiamo la mancanza di conforto e il richiamo di casa… “. “Trova un faro. Io ho il mio faro, il faro che turbina nell’oscurità con il suo calore e la promessa di nutrimento, amore risate e tutto ciò che è vero”.
Lighthouse: un nuovo cd dopo l’Ep This Is the Song
Lighthouse arriva a pochi mesi di distanza dall’Ep This Is The Song, che lo storico bassista dei Guns N’Roses ha fatto uscire lo scorso 10 maggio. Il disco ci offre un assaggio della vena creativa di Mr McKagan con un brano dal sapore rock blues. Già avevamo avuto modo di constatare la vena musicale del musicista statunitense nel 2019 con l’album ” Tenderness”. Ma questo brano oggigiorno diventa più incisivo e importante per il suo messaggio. Infatti è stato scritto subito dopo che l’artista ha vissuto in prima persona la brutta esperienza di un attacco di panico! Dichiara egli stesso di averlo elaborato in un momento oscuro e delicato della sua vita. La sua chitarra è stata l’ancora di salvezza a cui aggrapparsi in quel delicato contesto.
Il messaggio di Duff McKagan sulla salute mentale
Soffermiamoci sul messaggio che Duff vuole darci uscendo egli stesso allo scoperto. Maggio è dal 1949 in USA il mese della salute mentale, una ricorrenza promossa dall’associazione Mental Health America che dal 1909 si impegna a rispondere alle esigenze di chi vive un disagio psicologico. Soprattutto dopo la pandemia una grossissima percentuale della popolazione mondiale ha iniziato a soffrire di disturbi mentali piu o meno gravi. Ansia, attacchi di panico, depressione. Addirittura i suicidi sono aumentati notevolmente nella popolazione, soprattutto in quella giovanile, a spezzare il ritmo della quotidianità rassicurante a cui eravamo abituati un tempo. Insomma può sembrare che tutto proceda normalmente, la nostra vita, la nostra famiglia, il nostro lavoro, le nostre relazioni. Poi improvvisamente la vita sferra un colpo e la depressione o un improvviso attacco di panico rappresentano una reazione fisiologica agli eventi negativi della vita stessa. Catapultandoci in un tunnel oscuro e lungo da percorrere.
Uscire dallo scoperto per uscire dalla depressione
Oltre al problema in sé la questione che mi preme sottolineare e che anche Duff Mckagan ha voluto sollevare è un’altra: la mancata consapevolezza della loro gravità nel vivere comune, come a dire “è un tuo problema che non vuoi risolvere”, “è una tua mancanza di volontà”, “se non reagisci tu…”. NO, non è nulla di tutto questo, è una malattia vera e propria che viene purtroppo trattata tardivamente e in maniera non adeguata. Come ci dice Duff la sola possibilità di salvezza è uscire allo scoperto e chiedere aiuto, un aiuto esperto e valido, e sapere che non si è soli.
L’esperienza di Duff McKagan e quella di Fedez
Mi piace ricordare che in Italia chi ha sollevato l’attenzione su questo tema è stato Fedez, recentemente colpito da gravi problemi di salute. Il cantante recentemente ha affermato: ”A Belve avrei voluto parlare di salute mentale. E’ un tema che riguarda molte persone giovani, ragazzi e ragazze. Forse ascoltare la mia esperienza, proprio quella di una persona che si pensa sia felice perché possiede tutto, li avrebbe potuti aiutare a sentirsi meno soli. Oppure a dirsi: beh, allora può succedere davvero a chiunque”.
Si’, può succedere a chiunque! In Italia sono 17 milioni coloro che soffrono di disturbi mentali, ma ancora molti non accedono ai servizi, in parte a causa di gap nella rete di sostegno e in parte a causa dello stigma sociale.
Se ascoltate il brano o meglio vedete il video vedrete un uomo in penombra e non una rockstar, un uomo colpito che canta un messaggio importantissimo. Aggrappatevi a qualcosa e chiedete aiuto perché non siete soli.
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