Francesca Albanese e il diritto internazionale: la verità ignorata dai media e dal pubblico

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Il diritto internazionale non è mai stato un linguaggio semplice. Non lo è oggi, e non lo era neanche quando l’ONU tracciava principi per limitare la violenza dei conflitti. Chi è Francesca Albanese? E’ una giurista italiana, esperta di diritto internazionale, specializzata in diritti umani e Medio Oriente. Dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Lo sa bene: ogni frase è calibrata per creare un ponte tra la realtà dei Territori palestinesi e la coscienza globale.

Francesca Albanese diritto internazionale Francesca Albanese i terroristi vanno compresi
Francesca Albanese e il diritto internazionale

Il 3 ottobre, durante la sua partecipazione a Propaganda Live, Albanese ha ribadito un concetto centrale: comprendere non significa giustificare. Francesca Albanese :«I terroristi vanno compresi», ha dichiarato con calma, sapendo quanto queste parole possano essere fraintese. Non si tratta di indulgere, ma di analizzare le cause della violenza e leggere la storia nella sua interezza.

Francesca Albanese: Manifestazione a Roma e il diritto internazionale

Oggi, 4 ottobre, Roma scende nuovamente in piazza e, a tal proposito, Albanese ha parlato dell’urgenza della protesta: «È giusto che scendiate in piazza, non importa come vi riconoscete. È giusto, perché se non si ferma il mondo durante un genocidio… ma Cristo santo, quando ci fermiamo?» Parole che oscillano tra rabbia morale e pietà civile.

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Francesca Albanese e la causa Palestinese

Subito dopo, chiarisce il principio della non violenza: «Se c’è anche solo violenza verbale, isolarla. Non è questo il momento di sfogare rancore o rabbia. Questa lotta è più grande di noi. C’è un popolo la cui vita è a rischio. Impariamo a fare le cose con amore, con eleganza».

La tensione tra urgenza morale e misura civile caratterizza la sua battaglia comunicativa. Da un lato, la passione di chi sente l’urgenza di fermare un’ingiustizia; dall’altro, la consapevolezza di rappresentare un’istituzione globale che pretende equilibrio. Albanese non cerca applausi né costruisce slogan: parla come chi osserva, documenta e interpreta.

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Francesca Albanese i terroristi vanno compresi

Il suo linguaggio, rigoroso ma diretto, porta inevitabilmente una carica politica. Quando parla di “occupazione coloniale”, di “apartheid”, di “impunità israeliana”, cita risoluzioni ONU, non slogan. Eppure, nella percezione pubblica, queste parole rimbalzano come accuse. È la fragilità del linguaggio ONU: la chiarezza tecnica non regge alla velocità dei giudizi sociali.

Francesca Albanese e la causa Palestinese

Per comprendere l’urgenza del suo linguaggio, bisogna tornare agli anni Sessanta: la Guerra dei Sei Giorni (1967) e l’occupazione israeliana della Cisgiordania, di Gaza e di Gerusalemme Est segnarono l’inizio di una realtà che dura ancora oggi. Albanese richiama costantemente questo quadro. La sua critica non è ideologica, ma strutturale: l’occupazione militare prolungata è una causa sistemica della violenza; negare i diritti dei palestinesi mina la sicurezza di Israele.

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Francesca Albanese e la manifestazione a Roma

La crisi del linguaggio ONU secondo Francesca Albanese

Francesca rappresenta una fragilità più ampia: quella del linguaggio ONU, incapace di tradurre la complessità giuridica in comprensione pubblica. Le istituzioni parlano con precisione; i media reagiscono con emozione; la politica pretende condanna o applauso. Albanese si muove in questa tensione, cercando di mantenere il diritto internazionale come guida morale, senza ridurlo a strumento propagandistico.

Non è una figura comoda. È una donna che crede nella legge, in un tempo che crede solo nei simboli. Le sue parole — precise, spigolose, sincere — restano necessarie: ricordano che il diritto non è un’arma, ma un dovere morale. La sua partecipazione a Propaganda Live il 3 ottobre ha mostrato ancora una volta questa tensione: tra complessità e semplificazione, tra diritto e percezione pubblica, tra urgenza morale e giudizio immediato. Albanese ci invita a sostenere la complessità. A vedere due verità insieme. A comprendere senza giustificare.

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