Intervista a Totò Cascio: dal bambino di Nuovo Cinema Paradiso al nuovo film e alla rinascita

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Oggi ho avuto l’enorme piacere di parlare con Totò Cascio, all’anagrafe Salvatore, un volto che tutti ricordiamo con affetto. È uno di quei volti che restano impressi nella memoria: era solo un bambino quando, con lo sguardo ingenuo e sorridente di Totò in Nuovo Cinema Paradiso, ha conquistato milioni di spettatori in tutto il mondo, diventando simbolo di purezza e meraviglia infantile in un film che è entrato nella storia del cinema e ha vinto l’Oscar.

Ma dietro quel bambino rimasto nell’immaginario collettivo si nasconde un uomo che ha saputo affrontare prove difficili con coraggio e dignità. La malattia agli occhi di Totò lo ha costretto a fermarsi, a rimettere in discussione il suo percorso, eppure non gli ha tolto né la luce interiore né la voglia di raccontarsi.

nuovo film Totò Cascio
La gloria e la prova Il Mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0

Il libro Totò Cascio: memoria, resilienza e rinascita

Oggi Totò è anche autore del libro Totò Cascio – La gloria e la prova – Il mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0, un viaggio intimo che intreccia memoria, resilienza e rinascita. La sua testimonianza parla di accettazione, di forza silenziosa, ma anche di gioia: perché, come lui stesso ama dire, le difficoltà possono trasformarsi in nuove opportunità.

Ascoltarlo al telefono è stato un’esperienza intensa e profondamente umana. A distanza di 37 anni da quel film che ancora oggi ci emoziona, ho avuto l’impressione di trovarmi davanti non solo al protagonista di Nuovo Cinema Paradiso, ma a una persona speciale che mi ha insegnato cosa significhi davvero avere coraggio.

Durante la nostra conversazione, ho percepito nella sua voce la stessa intensità e autenticità che un tempo brillava negli occhi di quel bambino sul grande schermo, arricchita dall’esperienza e dalla saggezza della vita. Ma questa è soltanto una parte della sua storia: il resto vi invito a scoprirlo nell’intervista completa, un viaggio ricco di emozioni, riflessioni e novità.

Totò, parto subito con la prima domanda. Te l’avranno fatta tantissime volte, ma è doverosa: guardando indietro, tu sei stato il bambino protagonista di Nuovo Cinema Paradiso. Come ricordi quel periodo? Da bambino sul set lo vivevi come un gioco oppure già come una responsabilità, visto che eri considerato un bambino prodigio?

Ti dico che oggi ho 45 anni, sembra buffo, ma rimarrò sempre il bambino di Nuovo Cinema Paradiso. E allora io l’ho vissuto, come hai detto tu, come se fosse un gioco nuovo. Ero disciplinato e responsabile, e Giuseppe Tornatore mi ha insegnato tanto. Però, per me, era soprattutto un gioco nuovo: ero abituato a giocare a calcio, non conoscevo il cinema perché abitavo in un piccolo paese in provincia di Palermo, ma l’ho vissuto con creatività e fantasia. È stato proprio un gioco nuovo.

Quindi ti sei divertito tantissimo.
Sì, esatto! È la cosa migliore: divertirsi.

Il casting con Tornatore

Tornatore come scelse il cast dei bambini?

Allora, lui prima ha scelto la piazza, la magnifica piazza di Palazzo Adriano. Girava in cerca di una location interessante e, una volta scelta la piazza in provincia di Palermo, naturalmente cercava i bambini nei paesini vicini. All’epoca non era come oggi, con casting strutturati: prima facevano una selezione fotografica. Tornatore dava delle indicazioni precise perché cercava bambini con requisiti particolari.

Tra tutte le scuole vennero anche nella mia: io andavo in terza elementare, avevo otto anni, e ci hanno fatto una foto insieme a tutti gli altri. Poi sono ritornati per conoscermi meglio. Essendo piccolo, vennero a casa mia e parlarono con i miei genitori. Tornatore voleva incontrarmi per un incontro conoscitivo, per sentirmi parlare. Alla fine ci fu il provino finale, ma secondo me lui mi aveva già scelto dal primo incontro.

Forse già dal primo sguardo, forse per la mia simpatia o per la mia quasi incoscienza: ero piccolissimo e minuto, mentre Philippe Noiret era enorme, un uomo possente. Credo che proprio quell’alchimia e quel contrasto gli sia piaciuta. Già da allora, per me, aveva visto il protagonista, e aveva intuito tutto ciò che il film poteva diventare.

nuovo film Totò Cascio
Philippe Noiret- Totò Cascio – film Nuovo Cinema Paradiso

Philippe Noiret: un padre sul set

A proposito di Philippe Noiret, com’è stato vivere sul set con lui? Aveva questo senso paterno anche nella vita reale?

Mi ha fatto da padre, perché nel film il mio papà era morto in guerra. Era un attore straordinario: recitava in francese ma ha cercato di rendere il ruolo siciliano in maniera magnifica, davvero qualcosa di grandioso. Un po’ come Thomas Milian, che recitava in inglese ma interpretava perfettamente il romano.

Mi trasmetteva un affetto da nonno, un affetto sincero, come se fosse davvero mio nonno. Aveva un senso di protezione verso di me. Era affettuoso e quasi buffo: gli piaceva il mio modo di parlare, osservava come si muoveva e parlava la gente. Poi, per qualche settimana, si è integrato perfettamente nel piccolo paese siciliano.

La malattia agli occhi e la rinascita

Dopo il successo internazionale e l’Oscar, hai vissuto anni difficili a causa della malattia agli occhi. Qual è stata la lezione più importante che hai tratto da quel periodo?

La lezione più importante, direi, è arrivata quando ho imparato ad accettare la mia condizione. Quando mi sono riliberato, è stato quasi come un’alchimia: sono riuscito a trasformare quella condanna in una nuova possibilità. Da lì è nato il mio libro La gloria e la prova Il Mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0, con prefazione di Giuseppe Tornatore e postfazione di Andrea Bocelli. Per me è stata una vera ripartenza, il mio riscatto personale, ma soprattutto il riscatto con me stesso.

nuovo film Totò Cascio
La gloria e la prova Il Mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0

Il pubblico, la gente e i media mi hanno sempre voluto bene, quindi per me è stato quasi un “2.0”: come dire, aspettate un attimo… ero qui in attesa, e ora ritorno. È stata una pausa, quasi come nella canzone di Baglioni: “sono vivo e sono ancora qui”, quella che diceva “dove sono stato per tutti questi anni?”. In breve, ero andato a lavarmi i panni dal successo e dagli inganni, ma ora sono pronto a ripartire.

Chiedere aiuto come forma di coraggio

Quali persone o esperienze ti hanno insegnato che chiedere aiuto è una forma di coraggio?

Forse, sai, girando per il mio libro, tra le varie presentazioni, ho conosciuto diverse persone con disabilità: chi aveva problemi agli occhi, chi problemi motori. Ho notato che erano felicissimi nel sentirmi parlare e ascoltare la mia testimonianza, quasi come, lo dico con umiltà, se per loro fossi una star. Ma, secondo me, sono stati loro la mia luce, perché ho percepito davvero molto affetto e stima. Per me è stato un senso di responsabilità: le persone con disabilità mi hanno contagiato e mi hanno davvero incoraggiato. Le prove nella vita possono essere molteplici e non sempre monotone; non è questione di etichetta. I momenti difficili possono arrivare, ma come hai detto nella domanda, chiedere aiuto non è debolezza: tutt’altro. È una forma di coraggio, la forma più alta di coraggio.

Il concetto di gloria e il concetto di prova come li definiresti oggi nella tua vita?

Li definisco forse come due facce della stessa medaglia: da un lato la gloria, dall’altro la prova, che a volte può trasformarsi essa stessa in gloria. Secondo me, sono due sorelle: la gloria e la prova. È un po’ come sulle montagne russe: si sale e si scende, il giorno e la notte. Quindi, sì, la gloria e la prova sono due parti che camminano insieme.

Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere con il libro?

Che abbracciare le proprie paure e le proprie debolezze non è un limite. Credo molto nell’integrazione delle emozioni, anche quelle che a volte non vengono classificate: le emozioni che ci fanno gioire, che ci fanno stare bene, ma anche quelle che ci spaventano, come la paura o la malinconia. Secondo me, proprio queste sono la nostra forza, se sappiamo dare loro spazio, osservarle e ascoltarle; a mio avviso, sanno sempre cosa fare.

Totò, quindi non si tratta solo di gioia, leggerezza e amore, cioè ciò che ci fa stare bene…

Esatto, siamo nella totalità delle emozioni, come in una casa con tante stanze: dobbiamo accogliere tutto.

nuovo film Totò Cascio
Il nuovo film di Totò CascioC’è troppo sole

Fermarsi per rinascere

Guardando indietro, rifaresti le stesse scelte, anche quella di fermarti con il cinema?

Sì, rifarei tutto, perché avevo davvero bisogno di fermarmi. Io credo che in tutto comandi la volontà: volontariamente non avevo accettato di continuare a condividere, e poi, volontariamente, ho accettato e condiviso.

È vero, e ti sei anche fortificato. Ti è servito fermarti per capire meglio te stesso, giusto?

Sì, proprio così.

Il bambino di Hollywood e l’uomo di oggi

Se potessi parlare al bambino Totò che calcava il red carpet di Hollywood, cosa gli diresti oggi?

Non gli direi nulla, lo prenderei solo in braccio e lo abbraccerei con me. In realtà l’ho già preso in braccio, e così camminiamo insieme, giorno dopo giorno, passo dopo passo.

Il nuovo film di Totò CascioC’è troppo sole

nuovo film Totò Cascio
Nuovo film Totò Cascio – C’è troppo sole

E per il futuro? Hai dei progetti in corso?

A breve girerò un nuovo film “ C’è troppo sole “, un cortometraggio a Bologna con la regia di Andrea Recchia, tratto da una storia vera degli anni ’60. È una storia gentile, che fa battere il cuore. “ C’è troppo sole “ film che racconterà la storia di Settecappotti, persona che viveva nel rione “ Cirenaica” a Bologna .
Il progetto nasce più di quattro anni fa, da una idea di Marco Tarozzi che la propose al sottoscritto. La regia sarà di Andrea Recchia, le musiche del Maestro Gianni Landroni.
Nel cast ci sarò io insieme a diversi attori della citta di Bologna. Attori di grande talento e pregio.(guarda locandina film Totò Cascio) Bologna è una città che amo profondamente, dopo Palermo è quella a cui sono più legato, e presto andrò a viverci stabilmente.

Ottima scelta! Totò, ti ringrazio per questa chiacchierata a ruota libera, me per è stata un’esperienza che porterò sempre nel cuore. Grazie Totò!!

Grazie a te, davvero.

Intervista di Cristina Speranza

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