Karmakanic: si intitola “Transmutation” il brillante nuovo cd della band di Jonas Reingold, tra passato e futuro del prog rock

Con “Transmutation” i Karmakanic di Jonas Reingold hanno aggiunto un importante tassello in più alla loro carriera. Con grande attenzione al songwriting e una produzione d’alta classe il musicista svedese, bassista top della scena mondiale, ha pubblicato un disco che, pur ricalcando i fasti dello stile prog rock, è moderno, fresco, contemporaneo. Un lavoro già molto apprezzato dai media e dal pubblico che vede una presenza prestigiosa. Stiamo parlando del celebre Chris Lord Alge, vincitore di Grammy Awards grazie al suo lavoro con i più famosi acts del business musicale.

Karmakanic Jonas Reingold
Photo Credits: Diana Seifert

Ma in “Trasmutation” ci sono anche moltissime “special guest”, tutti nomi molto apprezzati sulla scena rock e prog rock. Parliamo di Andy Tillison (The Tangent), Simon Phillips, John Mitchell, Luke Machin, Markus Lukastik, Sven Cirnski, Lelo Nika, Randy McStine, Nick D’Virgilio. Oltre a loro, ci sono anche Craig Blundell, Roger King, Rob Townsend, Amanda Lehman della Steve Hackett Band, di cui Jonas Reingold è il bassista. Ed ovviamente c’è anche da sottolineare la partecipazione dell’ex chitarrista dei Genesis in persona (che negli anni settanta sostituí il membro originario Anthony Phillips). Steve, infatti, suona nei circa 22 minuti della track finale che porta il titolo dell’album. Per Reingold, ex componente di punta di The Flower Kings, la pubblicazione di questo nuovo cd dei Karmakanic coincide con un momento professionale particolarmente felice. Con la speranza che la sua band possa presto presentare “Transmutation” dal vivo in tutto il mondo.

Intervista a Jonas Reingold per Karmakanic

Il singolo di debutto dell’album è “Cosmic Love”. Come mai hai scelto questo brano, e per chi non lo avesse ancora ascoltato, qual’è il messaggio contenuto nelle lyrics?
La ragione per cui ho scelto “Cosmic Love” e perché è il più breve dell’album, circa 5 minuti, quindi era l’unico pezzo adatto per diventare un singolo. E’ molto diretto, toccante. Quando realizzi un cd della durata di sessanta, settanta minuti, nello scegliere il singolo cerchi quello che potrebbe essere il ponte ideale per trasportare la gente dal normale mondo del rock all’interno della mia musica. “Cosmic Love” è stato la mia scelta per questo motivo. Per quanto riguarda le lyrics, il significato di “Cosmic Love” è che l’amore è sempre qui, l’amore ci circonda, è dappertutto. Un po’ come una sorta di manifesto hippie, l’amore è anche essere connessi con l’universo, il cosmo, questo è il senso in generale.

John Mitchell in “Cosmic Love”

Photo Credits: Diana Seifert

John Mitchell è il lead vocalist di “Cosmic Love”. La scelta può aver sorpreso qualcuno ma all’ascolto del pezzo ci si rende conto che l’identità musicale di John Mitchell si abbina perfettamente a “Cosmic Love” e all’intero progetto Karmakanic. Te l’aspettavi e come hai pensato di coinvolgere Mitchell?
John Mitchell è un musicista che tengo sott’occhio da parecchio tempo. Credo di conoscerlo da circa venti anni e la sua voce mi è sempre piaciuta. In realtà abbiamo spesso parlato di fare qualcosa insieme. Sai quelle seratine un po’ allegrotte, dopo le esibizioni nei festival, quando dici cose tipo: come amo la tua voce, dovremmo proprio fare qualcosa insieme e bla, bla…

Quando stavo cercando un cantante per il mio disco ho sentito dire che John non voleva più lavorare, che si era ritirato dal business, che non faceva più tour…Cosi l’ho chiamato e gli ho chiesto: dopo tutte le volte che ne abbiamo parlato in questi anni, ti piacerebbe cantare per il mio album? Lui mi ha detto: certamente. Quindi abbiamo registrato alcuni pezzi e il risultato è stato eccezionale. E questa è la storia dietro la scelta di John.

Simon Phillips special guest in “Transmutation”

Karmakanic Jonas Reingold
Simon Ohillips e Jonas Reingold Ph. Credits: Diana Seifert

Come sempre nelle tue releases c’è qualcosa di speciale, a parte il songwriting, la produzione e il modo eccellente in cui suoni il basso. Sto parlando delle special guest e questa volta hai messo insieme cosi tanti famosi acts intorno a te per questo cd. Non ti chiedo di ognuno di loro, sarebbe troppo lungo, ma in particolare ti vorrei sapere qualcosa in più del mitico batterista Simon Phillips. Come è iniziata la collaborazione con lui?
Anche Simon Phillips è uno di quelli che ho sempre seguito. Ho ammirato il modo in cui suona la batteria per anni e lui è uno di quei musicisti con cui ho sempre desiderato lavorare. Ho amato il suo drumming ascoltandolo su molti dischi con i quali sono cresciuto. Dalla fine degli anni Settanta lui è uno dei miei eroi.

Abbiamo suonato alla Cruise To The Edge l’anno scorso e Simon è venuto in backstage a salutare, visto che in passato ha lavorato con Steve Hackett. Abbiamo preso un caffè insieme e gli ho detto che avevo un album in uscita e che avrei voluto che lui ci suonasse. Quindi gli ho mandato i file per ascoltare alcune delle mie canzoni e vedere se per lui potevano andare bene e mi ha risposto di si’. Ci siamo messi d’accordo sul prezzo e…tutto qui.

Karmakanic: più di una “one man band”

Di sicuro con “Transmutation” hai dimostrato che una “one man band” se possiamo chiamarla così perché in Karmakanic ti occupi tu di tutto il songwriting, può funzionare molto bene. Hai lavorato tanto a questo disco anche se non avevi molto tempo occupato come sei soprattutto con la Steve Hackett Band. Te l’aspettavi di riuscire ad ottenere dei risultati cosi soddisfacenti?
Si’, sono davvero soddisfatto di come è venuto fuori tutto l’album. Ed hai ragione, si tratta di una “one man band” ma io non la vedo in questo modo. La vedo piuttosto come una community di persone. Nel mio circolo ho circa venti musicisti con i quali mi piace suonare e tutti hanno contribuito in modo differente al risultato finale dell’album. Diciamo che io sono quello che sta nel mezzo, che mette tutto il materiale insieme e che decide cosa va li, dove e come.

E’ anche vero, come hai detto tu, che sono sempre a suonare in tour con Steve ma cerco di usare il tempo libero in modo consapevole. Molte cose le ho infatti registrate durante i tour, ad esempio il pezzo in cui suona Steve, “Transmutation”, è stato registrato l’anno scorso in una stanza. Altre tracks le ho registrate con Craig Blundell mentre eravamo in tour a Nashville, Usa. Abbiamo avuto anche molti giorni liberi dove siamo riusciti a svolgere un lavoro diverso, a parte suonare tutte le sere per il tour. Si’, è una cosa possibile da fare.

L’evoluzione del prog rock in “Transmutation”

Si direbbe che questo album sia un passo importante per il progressive e new progressive rock. Non solo progressive ma una evoluzione di questo stile musicale, qualcosa di molto moderno e contemporaneo come produzione e sound. Come hai raggiunto questo stile?
Posso soltanto dire che l’intera produzione è molto diretta. Non c’e niente di strano, normale basso, chitarra e batteria. Ma la differenza è che questa volta sono volato fino a Los Angeles per fare i mixaggi con Chris Lord Alge, un mix engineer vincitore di Grammy Awards, uno che ha lavorato con tutti. Da Springsteen a Tina Turner, Muse, Guns N’ Roses, nomina uno dei più grandi acts dei nostri tempi e lui ha realizzato qualche suo mixaggio.

Ovviamente Chris ha lasciato la sua impronta sul mixaggio del cd di Karmakanic ed è stato un grande onore per me poter terminare l’album in questo modo. Credo che questo porti il cd ad avere un sound più contemporaneo, potente, che si fa notare. D’altronde questo è ciò per cui Chris è maggiormente conosciuto.
Sono stato molto contento che abbia voluto lavorare con me. Lui è un grande fan del rock progressive, gli piacciono molto i Genesis, e, lo ripeto, è stato un grande onore per me. Ne sono orgoglioso.

Chris Lord Alge al mixaggio di “Transmutation”

A proposito dell’uomo al mix, Chris Lord Alge, come hai detto è un nome famosissimo nel business musicale. Di certo non ti ha sorpreso il modo in cui lavora perché probabilmente lo conoscevi da tempo ma certo deve essere stato differente vederlo in azione sulla tua musica. Come sono andate le cose?
Con Chris è stato abbastanza divertente perché all’inizio è stato proprio lui ad approcciarmi. Perché, come ho detto, è un grande fan dei Genesis, un collezionista di tutti i memorabilia dei Genesis, ha tutte le keyboards di Tony Banks in studio e cose simili.


Quindi viene sempre a vedere i nostri show quando suoniamo in America ma qualche volta anche quando suoniamo in Europa. Questa è come se fosse una grande comunità rock e durante gli anni siamo diventati amici. Una notte, credo che fossimo a New York, gli chiesi se avesse voluto mixare il mio album. Lui mi rispose: ma certo. Sono stato così felice, è grandioso che abbia voluto essere parte del mio progetto.

Jonas Reingold il bassista della Steve Hackett Band

Photo Credits: Diana Seifert

Tornando alle special guest di “Transmutation”, a parte il cantante Nad Sylvan ci sono tutti i membri della Steve Hackett Band. E’ stato facile suonare e registrare il tuo album con loro? Come è stato suonare una musica, quella dei Karmakanic, molto diversa da quella dei Genesis a cui siete abituati?
Si’, è stato molto facile suonare insieme perché lo facciamo da tempo. Passiamo circa 100 giorni l’anno suonando insieme e naturalmente ce la siamo presa comoda con la produzione. Loro d’altronde sono tutti dei grandi musicisti.

Come ho detto con Craig ho registrato a Nashville, Rob Townsend ha suonato il sax e Roger King mi ha aiutato con qualche arrangiamento di tastiera per alcune canzoni. Abbiamo fatto tutto questo on the road. E’ intelligente fare questo tipo di lavoro mentre sei in tour nei momenti di tempo libero, altrimenti ci vorrebbe troppo tempo per realizzare un disco. Poi sono tutti miei amici quindi per me è piacevole lavorare con loro. Capiscono la musica in un battibaleno così è stato semplice.

La chitarra di Steve Hackett per “Transmutation”

Karmakanic Jonas Reingold
Jonas Reingold e Steve Hackett Ph. Credits: Diana Seifert

Parliamo del tocco speciale di Steve Hackett e della sua nylon string guitar nell’ultima track “Transmutation”. Cosa puoi raccontarci?
La chitarra di Steve è stata registrata a Lipsia, Germania, al Radisson Hotel nella stanza 335. Ricordo che la chiamavamo la “stanza della chitarra” perché la Gibson ha un modello di chitarra chiamato 335. Fortunatamente Steve quel giorno aveva proprio quella stanza. Ci siamo seduti, abbiamo montato il microfono e lui ha registrato la sua parte. Tutto molto scorrevole e chiaro anche questo. Basta avere il microfono e tutto il resto e puoi registrare assolutamente tutto quello che vuoi. In questo caso si è trattato di un pezzo acustico di chitarra con vari altri spazi in aggiunta su altre parti del brano. Abbiamo impiegato una mezza giornata di lavoro per registrare tutte le sue parti ed è venuto fuori tutto in modo davvero meraviglioso.

Il futuro dei Karmakanic

Come vedi il futuro dei Karmakanic, vorresti suonare la loro musica live, magari con una tua band dei sogni?
Il futuro mi appare radioso. Ho parecchi piani per la band. Per ora abbiamo già suonato live alla Cruise to the Edge ed è stato un gran successo. Tanta gente è venuta a vedere lo show ed ha apprezzato quello che abbiamo fatto. Così siamo stati invitati alla prossima Cruise. Sto pensando anche a delle opportunità di suonare live altrove e mi piacerebbe farlo anche in Europa. Sarebbe bello portare Simon Phillips alla batteria in tour. Insomma, organizzare uno show fatto bene, dove non manchi nulla. Spero che avremo anche l’opportunità di suonare presto in Italia. Mi piacerebbe davvero tantissimo.

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