Intervista a Mauro “Lake” Aimetti – L’anima italiana del Prog Rock

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Artista poliedrico, musicista e appassionato cultore del rock progressivo, Mauro “Lake” Aimetti è una figura di riferimento per tutti gli amanti di Emerson, Lake & Palmer. Fondatore e leader dell’Emerson, Lake & Palmer Project, l’unico omaggio filologico ufficiale al leggendario trio britannico, Mauro ha dedicato la sua vita alla musica, portando avanti un sogno nato davanti a una televisione in bianco e nero. Grazie alla sua collaborazione abbiamo percorso insieme il suo affascinante viaggio musicale.

Mauro “Lake” Aimetti Emerson Lake & Palmer
Mauro “Lake” Aimetti

Ciao Mauro, come nasce la tua passione per la musica?

La musica è sempre stata nel mio DNA. Mia madre, Anna Attanasio, era pianista classica, mentre mio nonno Peppino suonava il trombone a tiro e dirigeva un ensemble di 60 ottoni in Albania. Aveva l’orecchio assoluto: quando mia mamma studiava con la sordina e la porta chiusa, lui entrava e cantava tutte le note che aveva suonato, senza guardare lo spartito. Crescere in un ambiente così ha fatto nascere in me un amore viscerale per la musica.

Ti ricordi il momento in cui hai capito che avresti voluto diventare un musicista?

Assolutamente sì. Avevo 12 anni quando vidi per la prima volta Emerson, Lake & Palmer in TV, nel leggendario concerto del 9 dicembre 1970 al Lyceum Theatre di Londra. Fu una folgorazione. Chiamai mia madre e le dissi: “Da grande voglio fare il musicista”. Da quel giorno la mia vita ha preso quella direzione.

Quando hai iniziato a suonare?

A 14 anni ho iniziato con la chitarra, spinto da una curiosità e una passione sempre più forti. Ma l’episodio decisivo è arrivato a 16 anni, nel 1979, quando mio fratello Pietro mi portò all’Arena Civica di Milano per il “Concerto in memoria di Demetrio Stratos”. Eravamo 80.000 persone. Guardando quel palco illuminato, dissi a me stesso: “Io voglio salire lì sopra e donare emozioni al pubblico come questi artisti”. È stato il mio punto di non ritorno.

Mauro “Lake” Aimetti Emerson Lake & Palmer
Mauro “Lake” Aimetti

Hai avuto esperienze importanti anche all’estero. Ci racconti qualcosa?

Certo. Ho avuto la fortuna di vivere e studiare a Boston, al Berklee College of Music, per sei mesi — un’esperienza straordinaria. Poi ho trascorso diversi anni nella vecchia cara Londra, dove ho registrato ai Real World Studios di Peter Gabriel insieme al suo batterista Jed Lynch, e ho collaborato con vari musicisti della Swinging London. Ogni esperienza è stata una tappa fondamentale del mio percorso di crescita artistica.

Nel 2006 nasce l’Emerson, Lake & Palmer Project. Com’è iniziata questa avventura?

È stato come dare vita a un sogno. Ad aprile 2006 ho “dato alla luce il mio bambino”, come mi piace dire: l’Emerson, Lake & Palmer Project, un omaggio filologico ufficiale a Emerson, Lake & Palmer. Da allora abbiamo suonato in tutta Italia, nel Nord Europa e negli Stati Uniti, arrivando anche al BB King Club di New York. Nel 2009 abbiamo avuto l’onore di esibirci con la Hamburg Symphoniker Orchestra davanti a 2.300 persone. È un progetto che unisce passione, tecnica e rispetto assoluto per l’opera del trio originale.

Qual è la filosofia artistica che guida l’Emerson, Lake & Palmer Project nelle sue performance dal vivo?

La nostra missione è riportare sul palco l’autenticità degli anni ’70. Usiamo scenografie e strumenti originali dell’epoca, e curiamo ogni dettaglio con rigore filologico. Non è solo un concerto: è un viaggio nel tempo. Emerson, Lake & Palmer erano pionieri, e noi vogliamo rendere loro giustizia riproponendo la stessa energia, la stessa magia.

Il 2026 sarà un anno speciale per voi…

Sì, sarà un doppio anniversario: celebreremo i 20 anni di attività dell’Emerson, Lake & Palmer Project e i 10 anni dalla scomparsa di Keith Emerson e Greg Lake. Sarà un omaggio profondo, carico di emozione. Stiamo preparando qualcosa di davvero unico per onorare la loro eredità musicale e condividere questo viaggio con tutti i fan del prog rock.

Mauro “Lake” Aimetti Emerson Lake & Palmer
Mauro “Lake” Aimetti

Mauro, cosa significa per te oggi essere un musicista prog rock?

Significa essere un artigiano del suono, un cercatore di emozioni. Il prog non è solo un genere, è un linguaggio complesso, libero e poetico. È un modo di vivere la musica con rispetto, curiosità e spirito di scoperta. E finché ci saranno persone che si emozionano ascoltandolo, continuerò a suonarlo con la stessa passione di quel ragazzo di 12 anni davanti alla TV.

Mauro “Lake” Aimetti, un nome che risuona tra le corde del basso e le note di un sogno lungo una vita. Il suo percorso è la dimostrazione che la musica, quando è autentica, non ha tempo né confini.

FACEBOOK Mauro “Lake” Aimetti


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