La musica di Nuno Bettencourt: quando le corde raccontano l’anima
Ci sono chitarre che suonano, e poi c’è quella di Nuno Bettencourt, che respira, che piange, che ama. La sua musica non è solo tecnica, non è solo virtuosismo, è un linguaggio segreto, un battito che vibra tra le dita e il cuore. Ogni assolo è una confessione, ogni riff una carezza o una ferita. Nuno non suona per stupire, ma per raccontare. E ciò che racconta è sempre vero, sempre umano, sempre profondamente vivo.

Nel suo stile si mescolano la furia del rock, la sensualità del funk, la malinconia del soul. È come se ogni nota fosse scolpita nel tempo, come se il suo tocco potesse fermare il mondo per un istante e farci ascoltare ciò che spesso ignoriamo: il rumore dolce della nostalgia, il brivido della libertà, il silenzio che precede un’emozione.
Le collaborazioni di Nuno Bettencourt sono incontri di cuore , non solo di musica.
Ogni volta che Nuno condivide il palco o lo studio con un altro artista, lo fa con la grazia di chi sa ascoltare prima di suonare. Con Steven Tyler, ha intrecciato blues e poesia. Con Rihanna, ha portato il rock nel cuore del pop, senza mai tradire sé stesso. Insieme a Steve Vai, Zakk Wylde e Yngwie Malmsteen, ha fatto vibrare la chitarra come un dialogo tra titani.
Ma in ogni nota, in ogni armonia, c’è sempre lui: Nuno, che non cerca di brillare da solo, ma di accendere qualcosa negli altri. Le sue collaborazioni sono carezze, sfide, abbracci. Sono il suono di un cuore che sa farsi spazio anche tra mille voci.
Tra Lacrime e Assoli: il 2025 secondo Nuno
Il 2025 ha regalato un momenti indimenticabili. Il 5 luglio, al Villa Park di Birmingham, Nuno Bettencourt è salito sul palco per il concerto di addio dei Black Sabbath, “Back to the Beginning”. Durante l’esibizione di Changes, cantata da YUNGBLUD, Nuno ha indossato la maglia numero 20 del Liverpool con il nome di Diogo Jota, il calciatore portoghese tragicamente scomparso pochi giorni prima in un incidente stradale.

Quel gesto, silenzioso e potente, ha commosso migliaia di persone. Non servivano parole, la chitarra di Nuno ha parlato per lui. Ha trasformato il dolore in musica, la perdita in memoria, il palco in altare. In quel momento, il rock non era solo spettacolo, era umanità.
Il 31 luglio 2025 Lignano Sabbiadoro ha vissuto una notte di rock che non dimenticherà perchè c’è qualcosa di magico quando una band come gli Extreme torna in Italia. Non è solo un concerto. È un ritorno, un abbraccio, una promessa mantenuta. Quella notte all’ Arena Alpe Adria, il cielo si è fatto palco e il mare ha ascoltato in silenzio mentre Nuno Bettencourt e Gary Cherone accendevano le anime di migliaia di fan. Gli Extreme non hanno solo suonato, hanno ricordato a tutti perché il rock è ancora vivo. Perché certe emozioni non si spiegano, si vivono sulla pelle.
X-Out: il videoclip che graffia come una carezza (16 settembre 2025)
La dove il deserto incontra il sogno e la furia si fonde con la bellezza, gli EXTREME ci consegnano il videoclip di X-Out (Official Video) il 16 settembre 2025
Diretto da Nuno Bettencourt e Rene Rigal, il video è un viaggio potente e viscerale in un mondo distrutto, dove la musica diventa paesaggio. Il suono si fa sabbia che graffia, la chitarra soffia come vento tra rovine, e la voce grida come se volesse risvegliare ciò che è stato perduto.
Le atmosfere di Mad Max e Dune non sono solo ispirazioni, ma si sentono in ogni fotogramma, come se il video fosse nato da quelle stesse terre bruciate e visionarie. Bettencourt non si limita a dirigere, crea immagini che sembrano dipinte con rabbia e poesia.
Il brano, tratto dall’album Six uscito nel 2023, è una creatura viva. Il groove è oscuro, sensuale, quasi minaccioso, ma sotto la superficie ribolle una malinconia romantica che tiene incollati all’ascolto e alla visione. X-Out è il momento in cui ci si guarda allo specchio e si riconosce la propria parte distrutta, ma anche quella che ancora sogna. È un bacio dato sotto una tempesta di sabbia.

Nel Cuore del Rock: Nuno Bettencourt e il Viaggio degli Extreme verso il 2026
Ed è proprio da questa intensità che nasce l’attesa per il 2026. Nuno Bettencourt ha recentemente rivelato che sta già lavorando a nuove canzoni per il prossimo album degli Extreme. Le idee sono in fermento, le melodie iniziano a prendere forma, e le registrazioni potrebbero iniziare entro la fine del 2025. È come se il motore creativo si fosse riacceso, pronto a portare nuova luce nel mondo del rock.
Chi conosce Nuno sa che il suo tempo è fatto di emozioni, non di scadenze. “2026” potrebbe voler dire “quando sarà pronto”, ma ogni attesa è giustificata. Six ha dimostrato che la pazienza viene sempre ripagata con bellezza autentica. E ora, con il cuore acceso e le mani pronte a scolpire nuove armonie, Nuno si prepara a scrivere un nuovo capitolo.
Il 2026 sarà un anno di fuoco e poesia per gli Extreme
Dopo aver acceso i cuori con Six e aver promesso nuove melodie in arrivo, Nuno Bettencourt e gli Extreme si preparano a vivere un’estate che profuma di leggenda. Sarà l’anno in cui il palco diventerà casa, rito, tempio. Gli Extreme saranno special guest nel tour europeo dei Def Leppard, in una serie di date che promettono di scolpire la storia del rock con fuoco e lacrime.

Un viaggio tra città e emozioni
Il tour degli Extreme prenderà il via il 16 giugno 2026 a Helsinki in Finlandia, e attraverserà l’Europa come una cometa toccando Svizzera, Germania, fino al gran finale al mitico Wacken Open Air il 30 luglio. Ma il cuore pulsante sarà il Regno Unito, dove gli Extreme suoneranno fianco a fianco con i Def Leppard in città simbolo come Belfast, Glasgow, Sheffield, Londra, Birmingham, per giunhere alla Co-op Live di Manchester
Voglio immaginare ogni concerto come un incontro tra generazioni, tra riff immortali e nuove emozioni. Nuno Bettencourt, con la sua chitarra che canta e sanguina, porterà sul palco brani storici e, chissa’, magari nuove sorprese.
Phil Collen dei Def Leppard ha detto: “Tornare con i nostri amici Extreme nel tour 2026 è un sogno”. E in effetti, questo tour non è solo una collaborazione: è un abbraccio tra due band che hanno attraversato epoche, mode, silenzi. È il suono di un’amicizia che si rinnova sul palco
Il 2026 come promessa
Il 2026 non è solo una data. È una promessa. La promessa che Nuno Bettencourt, con la sua chitarra e la sua anima inquieta, tornerà a farci vibrare. E quando quel momento arriverà, sarà come ritrovare una parte di noi che avevamo dimenticato. Perché quando Nuno crea, non lo fa per riempire uno spazio… lo fa per accendere l’anima di ognuno di noi.
Monia Degl’Innocenti
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