Old Bridge: la talentuosa band della brotherwood metal fiorentina ha da poco pubblicato il suo secondo album il cui titolo è “Dies Irae”.

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Nuovo album degli Old Bridge “Dies Irae”

Gli Old Bridge sono un gruppo molto apprezzato della scena metal toscana e nazionale che in tempi recenti giunta al secondo album in studio. Il titolo di quest’opera è “Dies Irae”.

Shinobi Seiryu è il bassista della band, ma è anche molto conosciuto per il suo impegno con il gruppo Facebook dal nome Facciamo Valere il Metallo Italiano: collettivo con il quale da molti anni sostiene la scena italica della musica indipendente del genere hard&heavy, organizzando molte iniziative a favore delle band della nostra penisola. Infine è anche conduttore radiofonico del programma che porta il nome dello stesso gruppo Facebook e che è nato anni fa per opera del mai troppo compianto Francesco Fallico.

Backdigit ha fatto un giro a Firenze per passare qualche ora con lui e chiedergli informazioni circa questo nuovo lavoro e, più in generale, sul suo operato. Ecco l’intervista che ci ha rilasciato.

Articolo a cura di Diego Banchero

Nuovo album degli Old Bridge
Antonio ‘Shinobi Seiryu’ Maranghi – Nuovo album degli Old Bridge

Ciao Shinobi. Per iniziare mi farebbe piacere avere qualche informazione sul tuo conto, già che ti ho a  disposizione. Parlaci dei tuoi esordi e di come ti sei avvicinato alla musica. E’ stato l’amore per il metal a farti venire voglia di imbracciare il basso?

Shinobi: Mi sono avvicinato alla musica fin da bambino. I miei genitori amavano la classica ed operistica, oltre alla musica leggera italiana di qualità degli anni ‘60/’70; che vedeva nei grandi artisti come Battisti, Mina, Vanoni, eccetera i suoi interpreti. Da piccolo amavo i Pooh, con album come “Parsifal”, tant’è che il primo disco che mi fu regalato fu “Palasport” (un live del gruppo) quando avevo circa 9 anni. Qualche tempo dopo, alcuni amici mi fecero ascoltare “Alive” dei Kiss e divenni un fan scatenato della band. Da li arrivai a scoprire Led Zeppelin, Deep Purple, Iron Maiden, Judas Priest, eccetera.  

Seguii poi con interesse i successivi movimenti come il thrash metal, il crossover, il doom e anche il prog, che però ho scoperto ed amato in età piu avanzata.

Un altro genere che ho particolarmente amato, vivendolo in prima persona, è il dark wave. La Firenze degli anni ‘80 era in fermento per questo genere, con gruppi che poi hanno avuto una rilevanza importante nel panorama nazionale e non solo (Diaframma, Neon, gli stessi Litfiba e altri gruppi meno conosciuti, ma che erano forti come Punkoff). In quegli anni c’era grande fermento tra locali e persone. I riscontri erano sia positivi sia negativi. Erano anni ricchi di musica e cultura, ma anche di eroina con molti ragazzi morti; tra i quali molti amici. Li chiamo ancora oggi i giorni della follia. Io ero ben radicato in famiglia. Per fortuna i miei genitori mi hanno fornito gli strumenti per non essere trascinato verso quelle derive.

Quali sono state le tue maggiori fonti di ispirazione? Dal tuo approccio allo strumento si direbbe che hai tratto beneficio da vari tipi di influenze per arricchire il tuo stile.

Shinobi: Circa il mio approccio con la musica devo precisare che all’epoca dei miei inizi non c’erano molte scuole, anzi, ce n’erano pochissime (e la maggior parte di esse erano strutturate con metodologia da conservatorio).

Iniziai a suonare un po’ di chitarra classica all’oratorio, con un prete eccezionale che si chiama Dante. I primi rudimenti li appresi lì. Qualche anno dopo, assieme ad alcuni amici, si decise di fondare una band che si ispirava ai Kiss e, per necessità, iniziai a suonare il basso. Mio padre non era convinto del mio interesse per la musica, ma accettò di mandarmi a lezione da Gianfranco (un insegnante che ai tempi era anche commesso della Davoli). Le lezioni si svolgevano durante l’orario di chiusura del negozio. Nel frattempo mi esercitai molto suonando continuamente dietro ai dischi (come tanti della mia generazione). Andai poi a lezione dal Ponticello che era il chitarrista dei Dennis and the Jazz.

Imparare a modo mio: un percorso tra musica, ADHD e resilienza

In seguito ho continuato con altri insegnanti seguendo metodi specifici di basso, ma in età adulta ho scoperto di avere la ADHD con tutti gli “accessori” compresi, dislessia, discalculia, eccetera. Ne avevo avuto già sentore tempo prima, perché trovavo difficilissimo seguire i metodi di apprendimento convenzionali. A scuola andavo malissimo, tant’è che ho abbandonato le superiori per scarsi risultati. Mi sono portato per molto tempo un bel fardello sulle spalle, pensando di essere ‘stupido’.

Devo dire che la musica e le arti marziali mi hanno aiutato molto. Certi tipi di problemi non erano ancora conosciuti e trattati come oggi. Ho dovuto cavarmela da solo creando e seguendo un metodo di apprendimento, che io stesso ho strutturato, che parte dalla pratica per arrivare alla concettualizzazione. A son di tentativi mi sono reimpostato e, alla fine, ho trovato un mio sistema per imparare. Tuttora, il mio approccio sullo strumento, si basa su un apprendimento manuale preventivo per poi arrivare a comprendere le dinamiche dal punto di vista teorico.

Il mio primo strumento è stato un Fender Mustang originale. Un basso usato, comprato ai tempi delle scuole medie con i risparmi dei lavoretti estivi. Lo acquistai dal bassista dei Diaframma.

Nuovo album degli Old Bridge
Antonio Shinobi ‘Seiryu’Maranghi – Nuovo album degli Old Bridge

Gli Old Bridge hanno da poco licenziato un nuovo album. Puoi parlarci della genesi di quest’opera? Rispetto al precedente “Bless the Hell” ci sono differenze dal punto di vista dei percorsi di produzione e distribuzione?

Shinobi: Dies Irae è nato in un periodo un po’ particolare. Silvia, la nostra cantante, è stata ferma per circa sei mesi a causa di un intervento che ha dovuto affrontare alla corde vocali (con il timore di non poter più cantare). Grazie a Dio, invece, tutto è andato per il meglio e, non solo ha recuperato in maniera migliore di quanto ci si potesse aspettare, ma ha riportato la sua voce a livelli ottimali.

Come avete lavorato dal punto di vista compositivo?

Shinobi: Noi ci trovavamo a comporre, sia in studio che a casa, creavamo idee che poi si portavano in saletta. Ci si lavorava assieme con aggiunte e miglioramenti. Si tratta di un album corale, scritto da tutta la band. Io ho dato vita a 4 brani e contribuito allo sviluppo di alcune sezioni proposte da altri. Tutti abbiamo attivamente contribuito al risultato finale.

Silvia Agnoloni ha scritto tutte le linee melodiche e i testi con il suo modo operandi, che è quello di dare un senso a tutto l’album, dando vita ad una struttura concettuale molto articolata. Il testo del ‘Nel mio silenzio ‘ è l’unico scritto in italiano e, a mio avviso, è un piccolo capolavoro. Parla della sua paura di non tornare a cantare, della solitudine nell’affrontare il momento della malattia fino al raggiungimento della guarigione. Descrive tutto il disagio che la mente le ha portato in quei momenti. L’album affronta diversi concetti legati al giudizio che noi diamo alle divinità, al giudizio degli altri, allo stigma sociale e alla difficoltà ed essere obbiettivi e privi di congetture esterne.

Nuovo album degli Old Bridge
Silvia Agnoloni – Nuovo album degli Old Bridge

Anche in questo caso la grafica è stata realizzata dal bravissimo Paolo Puppo. Come avete lavorato in tal senso?

Shinobi: La grafica di Paolo è fantastica. Per il primo album ci siamo avvalsi della sua collaborazione che ha soddisfatto in pieno le nostra aspettative. Paolo è un artista magnifico! Per il secondo album volevamo proseguire sullo stesso livello concettuale che ha caratterizzato il primo, ovvero l’attraversamento degli stati dell’essere concretizzati dal capolavoro del sommo poeta (Dante) nella Divina Commedia.

Un viaggio nell’interiorità di ogni singolo individuo che inizia dall’inferno (che viene individuato nelle debolezze e nella miseria umana che condannano l’umanità), attraversa il purgatorio (visto come il raggiungimento della consapevolezza del sé, dei propri limiti, ma anche delle proprie qualità) e giunge al paradiso (inteso come l’accettazione di sé stessi e il rapporto con il mondo e gli altri). Paolo, anche per la sua formazione esoterica, ha capito in pieno le nostre intenzioni e ci ha regalato un capolavoro grafico. Abbiamo lavorato a stretto contatto per cercare le soluzioni migliori e siamo contentissimi e grati.

La band attuale è molto forte, vuoi parlarci dei musicisti che la compongono? I cambi di line up, dall’inizio del vostro percorso ad oggi, sono stati molti. Come stanno andando le cose?

Shinobi: Dopo le vicissitudini vissute dalla prima formazione, la band ha trovato da cinque anni una buona solidità. Ogni membro garantisce il livello di qualità che si sperava di raggiungere. Pur con attitudini diverse, ognuno scrive e contribuisce con il proprio stile personale. I due chitarristi, ad esempio, sono diversissimi tra di loro dal punto di vista stilistico. Abbiamo un chitarrista hard rock\blues che è Federico Coppini e un chitarrista che viene dal prog\thrash che è Alessandro Berchicci Soave. Entrambi sono tecnicamente bravissimi e sprigionano una qualità invidiabile. Lavorano al servizio del risultato anziché comportarsi da primedonne. Entrambi si occupano di ritmica e solista e oltre che bravi sono anche musicalmente intelligenti. Come ho già detto, abbiamo una lineup solida da oramai cinque anni.

Dalla ricostruzione alla maturità: il percorso della band verso una lineup definitiva

Da quando io e Silvia abbiamo, di fatto, ricostruito la band, abbiamo cambiato batterista (al momento dietro alle pelli c’è Christian Cartenì che è un ottimo musicista a tutto tondo ed è anche il proprietario del’Iron Music Store: centro polivalente tutto dedicato alla musica con locale annesso), alle chitarre abbiamo Federico Coppini che è un chitarrista attivo in svariati progetti (egli proviene dalla scuola Hard Blues ed è un ottimo elemento che da quel tocco che rende i brani non troppo legati ai canoni del metal classico), il secondo chitarrista è Alessandro Berchicci Soave (che ha una formazione prog moderno e thrash.

Egli garantisce parti soliste di pregio e ritmiche granitiche). A chiudere la formazione ci siamo io e Silvia: membri della prima ora, che caparbiamente abbiamo portato avanti il progetto Old Bridge malgrado non poche difficoltà. Silvia ha una formazione classica nel canto. E’ dotata di una voce particolare con colorazione da contralto che rende le linee melodiche molto personali; uscendo dal solito canone delle voci femminili altissime e cristalline.

Nuovo album degli Old Bridge
Silvia Agnoloni – Nuovo album degli Old Bridge

Che progetti che avete in futuro?

Allo stato attuale abbiamo da promuovere questo album e siamo anche un po’ in ritardo. La concomitanza con vicende personali di alcuni membri della band ha portato ad uno slittamento della promozione di questo disco, la quale inizierà a pieno ritmo dall’anno nuovo. Al momento stiamo preparandoci per alcune date che ci vedranno in giro per l’Italia. Alcune di esse saranno in eventi di una certa rilevanza. Daremo maggiori informazioni riguardo l’attività live appena possibile tramite le nostre pagine social e tramite la stampa di settore (compresa la trasmissione radio di FVIMI).

La scena metal fiorentina è stata ed è molto attiva. Come vanno le cose in questi periodi?

Shinobi: La scena musicale Fiorentina è da sempre molto attiva. Come tutte le scene ha subito momenti di gloria e momenti di stasi. Tali oscillazioni sono state legate alle attività dei locali live e alla conseguente presenza o scarsità degli spazi per i concerti. Negli anni ‘80/’90, tanta attività veniva fatta dalle case dl popolo e dalla sinistra giovanile e dai centri sociali come l’Indiano o l’Ex Emerson. Il declino politico e culturale è stato accompagnato dal venir meno di questa tipologia di locali e festival. Ne è seguito più di un decennio di scarsa attività. Il primo segnale di rinascita lo si deve al Circus di Dario Caroli e al Contro di Prato (attivi negli anni dal 2015 in avanti), e dalla resistenza del Centro Sociale Autogestito di Firenze Sud.

Per il resto si è registrata una scarsa disponibilità di spazi con poca propensione a far suonare gruppi che proponevano musica propria.

Qualche anno fa abbiamo assistito alla chiusura del Circus, ma grazie a Christian Cartenì e alla sua volontà di creare un centro culturale musicale, oggi abbiamo nuova linfa nel panorama locali a Firenze.

Nuovo album degli Old Bridge
Alessandro Berchicci Soave – Nuovo album degli Old Bridge

Il tuo impegno con Facciamo Valere il Metallo Italiano ha smosso molto le dinamiche della scena indipendente italiana. Puoi fare un bilancio del vostro operato? Come va l’esperienza con il programma radio Radio FVIMI – la voce di Facciamo Valere il Metallo Italiano?

Shinobi: Facciamo Valere il Metallo Italiano è nato circa dodici anni fa per volontà di Silvia Agnoloni. Il suo intento è stato quello di dare una voce al metal underground italiano . Allo stato attuale conta circa dodicimila utenti sulla pagina principale ed ha una sua trasmissione su Jolly Rogers Radio (emittente della quale siamo diventati anche parte integrante). Svolge attività di organizzazione di concerti, in particolar modo in estate con la rassegna Summer In Hell: che oramai sta diventando un appuntamento fisso allo Stony Pub di Rosano ed è piuttosto ambita per le band underground.

Cerchiamo di portare avanti l’intento iniziale del gruppo ma, come tu sai, non è cosi facile trovare admin disposti a lavorare seriamente e con un minimo d’impegno. Quest’inverno ritorneremo con il festival di FVIMI al Music Factory di Cremona dopo 5 anni di interruzione. Restate sintonizzati per non perdervelo!

Il mio impegno con la trasmissione va avanti in memoria di Francesco Fallico (scomparso quasi tre anni fa). Ti devo confessare che, nonostante svolga questo lavoro da un bel po’ di tempo, continuo a sentimi poco adeguato a svolgere il lavoro di Francesco. Lui era veramente il migliore in quello che faceva, ma il suo lavoro e il suo impegno e dedizione non possono essere persi. Quindi continuo a fare la sua trasmissione cercando di fare del mio meglio e cercando di migliorarmi progressivamente.

Come vedi la scena metal italiana? Pensi che ci sia ancora margine per sperare in un futuro ricco e vitale?

Shinobi: La scena Italiana la vedo bene e male. Bene perché ritengo che ci siano gruppi di qualità (e lo vediamo continuamente). Quando i nostri gruppi varcano i confini nazionali ricevono grande apprezzamento.

Un esempio su tutti è quello dei Messa che stanno riscuotendo grande successo all’estero, ma non ci sono solo loro… Nel contempo vedo la situazione in maniera negativa a causa della mancanza di spazi e risorse che permettano lo sviluppo sistematico della scena autoctona. Tali spazi sono venuti meno a partire dagli anni ‘70/’80.

Ci sono stati movimenti molto importanti come quello del primo doom metal tipico italiano, quello del dark sound (con gruppi leggendari come Jacula di Antonius Rex), il proto black metal dei Mortuary Drape (e non solo), il crossover metal gotico dei Lacuna Coil, il power sinfonico dei Rapsody, Vison Divine, eccetera. Molti progetti si sono ritagliati uno spazio importante a livello internazionale, ma non hanno fatto da volano per la scena italiana che, per quanto riconosciuta anche oltre confine, rimane piccola, frastagliata, senza risorse e divisa.

Un potenziale enorme inespresso, ma tale dinamica è figlia di un’Italia fatta da grandi incongruenze. Per eccellere occorrerebbe un sistema organizzato e dotato della giusta visione a lungo termine. Ognuno viaggia spesso per conto proprio e incappa nelle fregature sparse in giro tra falsi promoter, agenzie, eccetera. I personaggi farlocchi non mancano. Oggi, tra l’altro, avremmo possibilità di sfruttare spazi enormi con la digitalizzazione, ma anche lì occorrerebbe conoscenza. Il metal spesso lo vedo non si è adeguato a questi cambiamenti.

Federico Coppini – Nuovo album degli Old Bridge

Ti chiedo di confidarci un sogno che hai nel cassetto che riguarda gli Old Bridge e uno che riguarda Facciamo Valere il Metallo Italiano.

Shinobi: Il sogno mio per gli Old Bridge, non vede necessariamente qualche sviluppo eclatante. Mi piace suonare dal vivo, condividere il palco con altri gruppi e persone interessanti, comporre musica, metterci dentro l’arte e il sentimento, bere una birra lungo le strade che incrociamo… tutto ovviamente con impegno e dedizione. Tutto questo per una soddisfazione personale. Se poi questo genera un qualcosa di più va benissimo ed è ben accetto. La soddisfazione più grande è nel sentire parole sincere di apprezzamento, perché, in fondo, l’arte è questo e non posso pensare che sia solo un mestiere (o meglio, lo è, ma ha un attitudine diversa dal lavorare in fabbrica, ha un elevazione di artigianato, di manualità concettuale, l’arte è l’uomo!).

Siamo giunti al termine. Ti ringraziamo molto per il tempo dedicatoci! Puoi lasciare i contatti social e web degli Old Bridge per i nostri lettori? Se qualcuno volesse contattare Facciamo Valere il Metallo Italiano, invece, come può muoversi?

Shinobi: FVIMI è aperto a tutti coloro che lo desiderano. Ci sono poche regole: la prima è il rispetto, la seconda riguarda il fatto che il materiale che si pubblica dev’essere di proprietà del gruppo o dell’artista. Non sono ammesse cover o tributi. La pubblicazione sulle pagine è libera e, una volta iscritti, per contattare chi si occupa della trasmissione radio, basta inviare il materiale alla nostra casella postale (musica in mp3 possibilmente o link di proprio canale Youtube e la bio per dare informazioni sulla band). l’ndirizzo email: [email protected]. La nostra pagina, invece, è raggiungibile all’indirizzo: FACEBOOK.

Christian Cartenì – Nuovo album degli Old Bridge

Grazie Diego di questa chiacchierata a te e un saluto a tutta la redazione.

Antonio Shinobi Maranghi.


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