Gli Spandau Ballet negli anni Ottanta dominavano le classifiche di vendita di tutto il mondo e i cuori delle ragazzine. Tony Hadley, vocals, Gary Kemp, chitarra, Martin Kemp basso, Steve Norman sax e John Keeble batteria erano belli, bravi e simpatici. Inoltre erano i rivali numero uno degli incontrastati Duran Duran. Il pubblico dei giovanissimi, infatti, era diviso tra quelli che tenevano per i Duran Duran, sempre la maggioranza, e quelli che supportavano gli Spandau Ballet che comunque avevano un seguito non indifferente.
L’ipotetica rivalità tra gli Spandau Ballet e i Duran Duran
La stampa dell’epoca scriveva di ipotetiche rivalità tra i componenti delle due formazioni. Rivalità che comunque sia gli Spandau Ballet che i Duran Duran hanno sempre negato. Non erano grandi amici ma nemmeno nemici come volevano i pettegolezzi. Sta di fatto che il pop new romantic dei 5 ragazzi londinesi piaceva e piaceva molto. Così anche il loro look che inizialmente era caratterizzato da pizzi, merletti, giacche di broccato e lunghe collane di perle. Uno stile ispirato direttamente da Steve Strange dei Visage che il new romantic lo aveva praticamente inventato.
I primi album degli Spandau Ballet
I primi due album Journeys to Glory del 1981 e Diamond del 1982 servono da apripista a True dell’83 che regala ai ragazzi la grande popolarità alla quale ambivano da tempo. Il loro pop è elegante, raffinato e per via del sax di Steve Norman ha una sonorità che li distingue. Tra i singoli di successo estratti dal disco Gold e True, che raggiunsero il numero uno nelle classifiche di moltissimi paesi. Gli Spandau Ballet da quel momento in poi conobbero gli effetti del divismo, l’entusiasmo del pubblico che avrebbe fatto qualunque cosa per vederli da vicino.
Milioni di fans per gli Spandau Ballet
Tony, Gary il fratello Martin, Steve e John incarnavano il sogno di tantissime teen agers dell’epoca. Ragazze che facevano le nottate fuori dagli hotels dove alloggiavano gli Spanday Ballet nella speranza di poterli toccare, farsi una foto con loro, stringergli la mano e magari per le più audaci anche passare una notte con loro. Parade, iI quarto album della formazione, esce nel giugno del 1984. Pieno di pezzi forti come Only when you leave, I’ll fly for you, Highly Strung, With the Pride e Round and Round, esplode letteralmente nelle classifiche europee, americane e australiane. Alla fine dell’84 gli Spandau Ballet parteciparono anche al singolo di beneficenza Do they know it’s Christmas con la band Live Aid. Nell’85 ebbero un ruolo di rilievo nello storico concerto Live Aid tenutosi al Wembley Stadium. A ottobre del 1986 esce Through The Barricades il cui singolo Fight for ourselves fu l’ennesimo successo in Europa ma stavolta non negli States.
Il declino della band
Da quel momento in poi qualcosa cambia. I fratelli Kemp cominciano ad interessarsi alla recitazione e a farsi notare sul piccolo e grande schermo in films e soap. Nell’89 esce in sordina l’album Heart Like a Sky. Dopo di che gli Spandau Ballet si sciolsero. Steve Norman, John Keeble e Tony Hadley cercano di salvare il salvabile improvvisando una poco probabile carriera solista. Per nessun dei tre, negli anni, fu però frutto di troppe soddisfazioni.
La reunion degli Spandau Ballet
Gli Spandau Ballet dopo vicissitudini e incomprensioni personali e legali tornano insieme nel 2009. Per l’occasione esce l’album Once More che ripropone i vecchi successi con nuovi arrangiamenti e un paio di inediti. A coronamento il Reformation Tour a cavallo tra il 2009 e il 2010 con il quale gli Spandau Ballet si ripresentano al loro pubblico dopo ben 20 anni. Ma la ritrovata sintonia tra i vari membri della band non dura e ben presto ognuno riprende la propria strada. A riprova che “ le minestre riscaldate” non funzionano. E poi inutile dire, l‘epoca delle popstars quelle vere è finita da un pezzo e dando un’occhiata oggi alle classifiche di vendita, probabilmente non ritornerà mai più.
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