Ecco la storia dolceamara del cane Zero. Un racconto triste, per tanti versi, ma che non nasconde a modo suo un lieto fine. Perché anche se adesso Zero è vecchierello e piuttosto malato, ha avuto comunque la gioia di avere due “padroncine” davvero amorevoli. La prima “mamma”, la signora Rosa, e in seguito la nostra “piccola volontaria” Tania Capriotti. Tania ha saputo riempirlo d’affetto e fargli sentire il meno possibile la mancanza di Rosa.
Leggete dalle parole di Tania Capriotti la storia del cane Zero e ne saprete di più sulle coccole dei pelosetti e su quanto possono fare per loro gli umani (e viceversa)…
Come ho conosciuto il cane Zero
Conobbi casualmente la Signora Rosa, che era di parecchi anni più grande di me ma andammo subito d’accordo perché anche lei amava molto gli animali. Rosa mi raccontò subito la storia di Zero, il suo amatissimo cane. Si trattava di un pinscher, che la signora aveva preso da cucciolo in un negozio di animali. Ricordo che mi disse che era un cagnolino importato dalla Romania, che al negozio non lo tenevano neppure tanto bene e che lei l’aveva salvato da quella situazione. Aveva già da allora un problema alle zampine e Rosa lo aveva fatto subito operare.
Ad un certo momento, però, la Signora Rosa ha scoperto di avere un cancro ed ha dovuto iniziare delle cure. Conservo ancora la sua lettera dove mi disse che qualsiasi cosa le fosse successo, lei avrebbe voluto che Zero fosse rimasto con me. Nel corso del tempo ti ho conosciuta, mi scrisse, ho capito come sei Tania, e sei la persona di cui mi fido di più.
Zero e la Signora Rosa: una coppia amorevole
Rosa viveva da sola con Zero, lo adorava e ne era corrisposta. Io iniziai ad andarla a trovare più spesso, cercando di interagire con il cagnolino, per farlo abituare alla mia presenza. Ma per quanto facessi, Zero preferiva stare con Rosa. Rosa gli diceva spesso: un giorno Zero, andrai a stare con la zia Tania. Io le rispondevo: spero di no. Spero che Zero vada via con te. Pensavo questo perché loro due erano davvero un corpo e un’anima e stavo male al pensiero che dovessero dividersi. La Signora Rosa aveva un carattere forte, per certi versi rude, ma la sintonia che aveva con Zero è indescrivibile. Quei due si volevano un gran bene! Purtroppo nel frattempo la malattia di Rosa avanzava. Ricordo che si operò più di una volta e che nel periodo in cui faceva la chemioterapia non poteva più far salire Zero sul suo letto.
Il breve trasferimento in Umbria
Alla fine la situazione della Signora si aggravò al punto che lei decise di trasferirsi da sua sorella, in una villa in Umbria, anche se loro due erano originarie di Roma. Io ogni tanto mi recavo lì ed ogni volta portavo via qualche cosa di Zero. Rosa gli aveva comprato bei cappottini, tanti giochini, pappa buonissima. Io prendevo tutte queste cose e mi sentivo morire. Nella sua ultima lettera Rosa mi scrisse tutto di Zero. Come viveva, quali erano le sue abitudini e cose simili.
Tutto questo accadde prima che io perdessi il mio amato cagnolino Willy. Per me fu un bruttissimo colpo perché ero affezionatissima a lui. Per quanto riguarda Zero, è vero che llo avrebbe potuto tenere la sorella di Rosa in Umbria, ma Rosa non voleva. Non perché lo avrebbe trattato male ma perché, diceva lei, non le piaceva troppo il modo in cui sua sorella teneva gli animali.
La scomparsa di Willy e l’arrivo di Zero
Ad un certo punto la Signora Rosa mi chiamò e mi disse: Tania, io sto molto, molto male. Vieni a prenderti Zero perché non ce la faccio più a tenerlo. Questo poco prima che io perdessi Willy, alla fine del 2020. Ero completamente distrutta quel fatidico giorno, quando mi recai in Umbria a prendere Zero insieme al mio compagno Massimiliano. C’era anche la sorella di Rosa che chiese: ma perché Zero non può rimanere qui? Ma Rosa mise il suo cane tra le braccia di Massimiliano e si voltò di spalle per non vederlo andare via. Che pena vedere questa donna gravemente malata che era rimasta sola senza il suo cane. Io piangevo a dirotto, sia per questa scena, sia perché pensavo alla scomparsa del mio Willy.
Entrai in macchina tenendo in braccio Zero per tornare a Roma. Fu a quel punto che lui realizzò che lo stavamo portando via da Rosa ed inizio a piangere disperatamente. Io mi dicevo: Zero muore, non ce la fa. Ha trascorso dodici anni della sua vita con una persona che gli ha regalato un amore immenso ed ora deve lasciarla…Zero piangeva così tanto che io pensavo che davvero non ce l’avrebbe fatta…
Sissi: una compagnia per il cane Zero
Adorai Zero da subito. Lo trattavo addirittura meglio di Willy. Non che non trattassi bene Willy, ma mi rendevo conto della grande sofferenza di Zero e volevo alleviarla. Zero era con me da due mesi ed io decisi di prendere Sissi, una rinuncia di proprietà. Devo dire che da quel momento Zero è rinato. Certo, adesso lui ha sedici anni ed ha la demenza senile, la sua testa non ragiona più molto bene. Soffre anche di artrosi, d’altronde fin da piccolino aveva avuto problemi con le zampine. Ma fino a che il suo cuore funzionerà bene e lui potrà avere una vita degna di essere vissuta lo terrò con me, non lo farò mai sopprimere. Ecco, questa è la storia di Zero e mentre ve la racconto lui è in camera che dorme sul letto vicino a Stella, il mio terzo cagnolino.
I ricordi della prima “mamma umana” di Zero
Spesso ripenso alla Signora Rosa, che è scomparsa il 5 maggio di quattro anni fa. Sono ormai quattro anni che la mamma umana di Zero non c’è più ed io ho pianto tanto per questo. Lui non ha mai smesso di aspettare che Rosa venisse a riprenderlo, questo l’ho capito. I primi tempi mandavo alla signora le foto di Zero, glielo facevo vedere. Rosa era una bravissima persona. Mi faceva dei bei regali per mio compleanno anche se io le dicevo sempre che non doveva scomodarsi. Le dicevo: non devi comprarmi nulla, non c’è bisogno. Rosa mi rispondeva: ti prego, ti prego, promettimi che quando Zero farà i capricci tu non ti arrabbierai. Ma stai scherzando, la rassicuravo io.
I primi tempi in cui ho preso Zero chiamavo Rosa, le parlavo di lui, le mandavo sue fotografie. Rosa sapeva che il suo cane stava bene con me ma sapeva anche che sicuramente soffriva per la sua mancanza ed era così. Anche se le cose da quando c’è Sissetta sono molto migliorate…Mi conforta molto pensare alle parole di Rosa l’ultima volta che ci siamo sentite. Muoio sapendo che con te Zero è in buone mani, mi ha detto. Questo pensiero mi fa andare via serenamente…
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