I Rolling Stones nel cuore della Louisiana – “Zydeco Sont Pas Salés” è un tributo al leggendario Clifton Chenier

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C’è qualcosa di potente nei ponti costruiti tra mondi musicali apparentemente lontani. Lo dimostra in pieno Zydeco Sont Pas Salés, terzo singolo tratto da A Tribute to the King of Zydeco, l’ambizioso progetto prodotto da Valcour Records per rendere omaggio a Clifton Chenier, leggenda indiscussa della musica zydeco. Il brano vede protagonisti due mostri sacri del rock britannico, i Rolling Stones, affiancati da uno dei massimi interpreti contemporanei del genere, Steve Riley.

The Rolling Stones and Steve Riley Zydeco Sont Pas Salés profitti destinati alla Clifton Chenier Memorial Scholarship Fund
The Rolling Stones and Steve Riley – Zydeco Sont Pas Salés

Quello che potrebbe sembrare, sulla carta, un azzardo o una trovata di marketing si rivela in realtà un dialogo sincero tra tradizione e innovazione. Il risultato? Una rivisitazione che suona tanto autentica quanto sorprendente.

Dall’Inghilterra al bayou, passando per la fisarmonica

Lo zydeco è un genere profondo, radicato nelle comunità creole francofone della Louisiana. Un mix esplosivo di blues, R&B, musica cajun e soul che prende vita grazie alla fisarmonica e al rubboard— la tipica tavola percussiva (detta anche tavola da bucato) indossata sul petto (strumento caratteristico delle prime forme di musica jazz). Zydeco Sont Pas Salés è uno dei brani simbolo di questo universo musicale, e in questa nuova versione si arricchisce di nuove sfumature.

Clifton Chenier “‘Zydeco sant pas sale” 1969

Il brano si apre con l’inconfondibile timbro chitarristico di Keith Richards, che disegna un riff caldo, sporco, vissuto. Poco dopo entra la voce di Mick Jagger, che non impone, ma si insinua nel tessuto della canzone, quasi in punta di piedi, modulando versi in francese cajun con un’inaspettata naturalezza. È Steve Riley, però, a custodire il cuore del pezzo, con la sua fisarmonica che ondeggia tra melodia e ritmo, spirito e materia.

La fusione tra mondi è organica. Non c’è sopraffazione. I Rolling Stones si pongono qui non come headliner, ma come ospiti rispettosi, attenti a non turbare l’equilibrio di una cultura che è al tempo stesso fragile e potentissima.

Un tributo che è anche un atto politico e culturale

La canzone è parte del progetto A Tribute to the King of Zydeco, disponibile ora in pre-ordine anche in edizione vinile a tiratura limitata. L’album è una vera e propria celebrazione collettiva, con il 100% dei profitti destinati alla Clifton Chenier Memorial Scholarship Fund, istituito da Valcour Records insieme al Center for Louisiana Studies dell’Università della Louisiana a Lafayette.

Un gesto che va oltre la musica e che sottolinea l’intento profondo dell’operazione: preservare, tramandare, educare. La cultura zydeco, come tante espressioni locali, rischia l’oblio nell’era dell’algoritmo. Questo progetto, invece, la riporta in primo piano con dignità e slancio.

Il tributo è stato reso possibile grazie al sostegno di numerose fondazioni e realtà, tra cui la New Orleans Jazz & Heritage Foundation, la Gia Maione Prima Foundation, Rex Foundation, e Lafayette Travel, segno che la memoria culturale può diventare terreno di collaborazione tra pubblico, privato e artisti di fama mondiale.

The Rolling Stones and Steve Riley: Un racconto musicale da vivere

“Zydeco Sont Pas Salés” è una narrazione sonora che porta l’ascoltatore lungo le strade polverose della Louisiana, tra zanzare, caldo appiccicoso e il profumo del gumbo che esce dalle cucine. Il washboard scrocchia, la fisarmonica respira, la chitarra scivola come un’alligatore nel bayou. E Jagger scompare quasi nel paesaggio, lasciando parlare la musica.

È un’esperienza emotiva, quasi cinematografica. Una testimonianza che la musica, quando è sincera, può davvero abbattere ogni confine — geografico, linguistico, generazionale.

The Rolling Stones and Steve Riley – Zydeco Sont Pas Salés [Official Audio]

Pubblicato il 27 giugno 2025

Illustrazione di copertina di Francis Pavy
Foto di Susan Antone
Direzione artistica, design e layout di Josh Hartley, In The Shop, LLC

Lato nord

  • Clifton Chenier – voce, fisarmonica
  • Cleveland Chenier – rubboard
  • Madison Guidry – batteria
  • Registrato al Gold Star Recording Studio di Bill Quinn, maggio 1965, a Houston, Texas

Lato sud:

  • Mick Jagger – voce, armonica
  • Keith Richards – chitarra
  • Ronnie Wood – chitarra
  • Steve Riley – fisarmonica
  • Robert St. Julien – batteria
  • Dave Ranson – basso
  • Curley Taylor – rubboard
  • Russ Broussard – batteria aggiuntiva
  • MJ Nunez – chitarra aggiuntiva
  • Ivan Neville, Zachary Richard, Russ Broussard, CC Adcock – cori
  • Registrato nel dicembre 2024 all’Electric Comoland, Lafayette, Louisiana; Studio a St. Germain, Parigi; RAK Studio, Londra; Tileyard Studios, Londra; The Nappy Dugout, New Orleans; The Hit Factory, New York City; di Tony Daigle, Mike Napolitano, Matt Clifford, Robbie Nelson e Andrew Yanchyshyn

Mixato da Tony Daigle, Mike Napolitano e CC Adcock
Masterizzato da Brett Lambert, Kitchen Mastering
Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood appaiono per gentile concessione di Promotone BV

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