Universal Totem Orchestra: intervista ai maggiori esponenti della scuola Zeuhl in Italia.

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Gli Universal Totem Orchestra nascono attorno alla metà degli anni ’90 con il nome di Laboratorio Musicisti Riuniti (LMR), svolgendo esclusivamente attività live. Poco prima dell’esordio discografico, la band capitanata dal virtuoso batterista Giorgio Golin, assume il nome definitivo (sempre più spesso sintetizzato nell’abbreviazione UTO).

Nel corso della loro carriera, che è ancora pienamente attiva e vitale, i nostri danno alla luce tre album: Rituale Alieno (1999), The Magnus (2008, opera che vale loro la vittoria del premio Darwin) e Mathematical Mother (2016), tutti pubblicati dall’etichetta genovese Black Widow Records.

Universal Totem Orchestra
Universal Totem Orchestra – UTO – Prog, Rock,Jazz, Zeuhl

Inoltre, partecipano, in veste di ospiti, all’album dell’artista indiano Dharma Turri e a quello della band americana Spirits Burning e suonano dal vivo su molti palchi prestigiosi.

Il loro sound è un mix di jazz rock, prog e sonorità cariche di quegli stilemi cosmici che hanno reso unico il modo di concepire la musica dal movimento Zeuhl (iniziato ad opera dei Magma in Francia negli anni ’70).

Le tematiche trattate nei testi degli UTO – Universal Totem Orchestra sono perlopiù legate alla scienza non convenzionale e ad esperienze molto particolari vissute direttamente dai componenti della band a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80.

Chi, come lo scrivente, li ha visti molte volte dal vivo e li ha apprezzati fin dagli esordi, nei lavori discografici, non può che testimoniarne il grande talento. La preparazione individuale e il virtuosismo che caratterizzano ognuno di loro, uniti alla grande inventiva compositiva, li rendono una delle migliori band attualmente in circolazione nella scena prog italiana.

Articolo a cura di Diego Banchero

Ciao ragazzi, benvenuti su Backdigit. Non possiamo evitare di chiedervi di fare un breve racconto che riguarda le vostre origini. Inizialmente qualcuno di voi militò nei Runaway Totem, giusto? Come mai avete pensato di dare vita agli UTO ? Che aria si respirava in quel periodo a metà degli anni ’90?

Giorgio Golin: Innanzitutto vorrei fare un ringraziamento a Backdigit.com per l’ospitalità e per questa interessante opportunità. Io e il bassista di allora: Dauno Giuseppe Buttiglione avevamo collaborato con Runaway Totem anche se non era la dimensione artistica che ci completava in maniera assoluta. Questo ci aveva portato alla ricerca di un percorso stilistico che più ci appartenesse.

Da parte mia vi era anche l’esigenza concettuale di dare un degno abito a dei fatti che mi avevano coinvolto, seppure in maniera (quasi) involontaria, nel ruolo di protagonista/osservatore, in un periodo di tempo a cavallo fra gli anni70 e 80; fatti che avevano avuto delle conseguenze grottesche e purtroppo anche molto drammatiche (e sicuramente non spiegabili con la razionalità). Questo mi aveva portato ad approcciarmi, seppur inizialmente non per passione, ad un percorso di scienze e conoscenze diciamo non convenzionali. Come si può facilmente intuire, l’aspetto concettuale veste un importanza assoluta in UTO, infatti nulla di quello che è stato scritto o raccontato nei nostri album è frutto di fantasia.

Voi avete interpretato a modo vostro e con grande originalità, l’approccio stilistico della musica Zeuhl. Cosa potete dirci a riguardo? Parlateci delle vostre maggiori influenze artistiche.

Giorgio Golin: In molti, specialmente in passato, ci hanno associato al movimento Zeuhl, ma credo che questo sia corretto solo in parte. In realtà questa corrente di pensiero musicale mi aveva colpito in maniera profonda molti anni fa, quando ne scoprii l’esistenza. Quello che più mi aveva entusiasmato di questo stile era la combinazione apparentemente poco lineare fra jazz e potenza. Ascoltare frasi jazz eseguite con un intenzione quasi metal (addirittura con bassi distorti) era stata per me un illuminazione che mi aveva portato a seguire con molto interesse Vander e Top, perché vedevo in essi un’innovativa rivoluzione ritmica.

Per quanto riguarda il mio punto di riferimento musicale, anche se su uno strumento diverso dal mio, posso dire senza dubbio essere stato Joe Zawinul: musicista che mi ha completamente aperto la mente, sviluppando le intuizioni di Miles Davis e proponendo una forma musicale che io chiamo “Rigida Libertà”. Il Prog (o come nel nostro caso il jazz/rock/prog) lo intendo come un viaggio e questo pensiero fa in modo che questo viaggio sia spaziale.

Universal Totem Orchestra
Universal Totem Orchestra – UTO – Prog, Rock,Jazz, Zeuhl

La band, che nel corso degli anni ha subito qualche cambio al suo interno, è formata da musicisti straordinari e molto talentuosi. Potete parlarci un po’ della line up?

Giorgio Golin: L’Orchestra ha, da qualche anno a questa parte, raggiunto una certa stabilità. Le uniche turbolenze riguardano il ruolo di bassista, ruolo centrale per UTO, che ha visto l’avvicendarsi di 4 strumentisti. Attualmente, oltre al sottoscritto, troviamo: Ana Torres Fraile alla voce, Fabrizio Mattuzzi alle tastiere, Daniele Valle alla chitarra, Antonio Fedeli al sax e Mattia Faccioli al basso. Abbiamo, inoltre, avuto il piacere di ospitare recentemente il polistrumentista Francesco Pinter. Precisato quanto sopra voglio ricordare la preziosa collaborazione di Dauno G. Buttiglione.

Il bravissimo pittore genovese Danilo Capua ha realizzato tutte le copertine dei vostri album. Pensate di continuare a mantenere questo sodalizio artistico anche in futuro?

Giorgio Golin: Per quanto mi riguarda non ho il minimo dubbio ed ho sempre considerato il Maestro Capua come un membro effettivo di UTO. Questo alla luce di un riconoscimento slegato dai percorsi del tempo che si è consolidato sedimentandosi in un percorso di stima e reciproca spinta artistica.

Nel corso degli anni avete pubblicato tre album che personalmente ho trovato meravigliosi. Potete parlare delle differenze tra queste tre opere?

Giorgio Golin: Tutte le nostre opere si rifanno allo stesso concetto. In ognuna di esse si descrive un frammento della medesima storia. Storia che è stata volutamente presentata senza seguire un ordine cronologico. Hanno avuto, però, delle filiere molto diverse di costruzione e composizione.

Rituale Alieno è stato un album derivato da un lavoro a quattro mani essendo stato concepito quando ancora l’Orchestra non aveva una struttura definita. The Magus è quello che più avvicina UTO ad una struttura di gruppo stabile. Quest’album ricevette il Premio Darwin come miglior proposta dell’anno di musica non convenzionale. Seppure in una situazione serena e con pochi scossoni ritengo la composizione di The Magus (forse) la meno incisiva delle tre Opere. Questo a dimostrazione che UTO si muove in maniera migliore quando non si trova nella “confort zone”, ma bensì quando nuota in acque più agitate. Mathematical Mother ritengo che sia l’album della maturità. Composto con un quasi ritorno alle origini seppure in forma più allargata.

Universal Totem Orchestra
Universal Totem Orchestra – UTO – Prog, Rock,Jazz, Zeuhl

Volevo aggiungere una menzione per Engel un singolo in vinile che noi abbiamo dedicato al nostro percussionista e grande amico Gianni Nicolini mancato purtroppo pochi anni fa. Questo singolo ci vede per una volta in veste di cover band ed in un genere completamente diverso dal nostro. Il pezzo è infatti della band tedesca Rammstein e lo si può ascoltare/vedere in un video pubblicato su YouTube.

Che progetti avete per gli anni a venire? State lavorando su qualcosa di nuovo?

Giorgio Golin: Oltre a studiare per una sempre più stimolante dimensione live, che è senza dubbio la nostra miglior forma di comunicazione, stiamo lavorando alle composizioni che faranno parte del nostro quarto album; cercando di “vestire” nel modo migliore questa nuova e vera storia.

Voi siete ormai dei veterani della scena. Come si sono evolute le cose dagli anni ’90 ad oggi?

Giorgio Golin: Riflettere sul periodo degli anni ‘90 è un argomento che mi tocca in modo particolare. Nel corso degli anni ho visto ridimensionarsi e purtroppo in alcuni casi anche sparire, artisti e magnifiche realtà appartenenti a quel periodo storico. Band con enormi potenzialità che non riuscendo a stare a galla decidevano di chiudere bottega. Questa è una conseguenza di un atteggiamento poco comprensibile che si può leggere nel movimento prog. Specialmente in Italia viene considerato quasi esclusivamente quanto pubblicato nell’arco di un periodo che va dalla fine degli anni 60 al 75/76 (come se quanto proposto successivamente avesse meno valore). Questo ha portato e porta ancora oggi molti organizzatori a privilegiare band appartenenti a quel periodo, magari con un solo membro storico superstite.

Universal Totem Orchestra – UTO – Prog, Rock,Jazz, Zeuhl

Tutto ciò a discapito di artisti nati dopo, ma con uguale o magari superiore valore. Questa è una cosa che non ho mai capito del Prog e che ho sempre pensato autolesionistica e legata più ad un pensiero di nostalgia che non ad un pensiero artistico. Pensate per un attimo se questo approccio fosse stato adottato anche da altri generi… Prendiamo ad esempio l’hard rock, che è una delle radici del prog di fine anni ‘60 inizio anni ’70 (Led Zeppelin,Deep Purple,Black Sabbath,Grand Funk Railroad ecc…), se qualcuno avesse decretato esaurito quel genere dopo quel periodo, band come Iron Maiden, AC/DC, Raimbow, Whitersnake, ecc… non avrebbero avuto senso(?) …sarebbe come spararsi in un piede!!!!!

Il Prog è una musica che prevede impegno studio e tempo. Se non ha sbocchi la passione da sola fatica molto a sostenerne la struttura.

Come avviene la composizione dei vostri brani? C’è uno di voi che si occupa della scrittura o c’è un processo creativo condiviso?

Giorgio Golin: In questo momento il percorso delle composizioni è (più o meno) collettivo e aperto. Questo permette di sviluppare idee e dinamiche da più prospettive. Ho sempre pensato a UTO come a un insieme di artigiani riuniti sotto ad un tetto di Curiosità. Non ci auto/poniamo nessun vincolo se non quello della coerenza sul tema e cerchiamo di dare forma ad una sorta di libertà (molto) strutturata, ma sempre in divenire. Si può persino arrivare al paradosso di modificare un arrangiamento nel camerino al momento di salire sul palco.

Dal vivo siete molto trascinanti. Preferite la dimensione live o quella dello studio?

Giorgio Golin: Se parliamo inerentemente ad un discorso artistico non ti saprei rispondere. Questo per il fatto che anche in studio lasciamo degli spazi per l’improvvisazione, ma anche per lo sviluppo della composizione. Da un punto di vista emozionale il live ha un’altra dimensione. Ti permette di incontrare e di confrontarti con altri artisti e con altri amanti di questo splendido viaggio. La musica è un grande regalo, bisogna impegnarsi al meglio per cercare di esserne degni e di restituire almeno in parte quanto ricevuto.

Il vostro direttore artistico “Dauno” Giuseppe Buttiglione è stato il bassista che ha formato gli Uto assieme alla fantastica Ana Torres e a te, Giorgio. Come mai ad un certo punto ha deciso di occuparsi di altre cose all’interno del progetto?

Giorgio Golin: Con Dauno abbiamo condiviso kilometri di note. Purtroppo ad un certo punto del suo percorso ha dovuto subire un problema fisico che ne ha in parte compromesso l’efficienza sullo strumento. Sicuramente, questo inconveniente, non ha compromesso la nostra amicizia. Questo mi ha dato il privilegio di continuare a giovarmi della sua grande esperienza e di averlo ancora come un faro per i vari musicisti che si sono avvicendati sostituendolo con il suo strumento.

UTO – Universal Totem Orchestra – Prog, Rock,Jazz, Zeuhl

Cosa pensate della collaborazione tra band come ricetta per superare la precarietà di spazi e risorse che, di questi tempi, ammala la scena musicale rock in Italia?

Giorgio Golin: Proprio in relazione al discorso fatto prima, in riferimento alla scena Prog odierna, ritengo che la collaborazione fra artisti di diversa provenienza sia, non solo importante, ma sia una vera e propria linfa vitale e che attivi un circolo virtuoso. Recentemente abbiamo avuto il privilegio di collaborare con i ragazzi del Segno Del Comando: band che io (noi) ritengo fra le migliori Prog band italiane (e non solo) e con Sophya Baccini: bravissima interprete Napoletana. Mi auguro di cuore che questo faccia parte di quello che prima nominavo come circolo virtuoso. Spero che tutto ciò possa essere un seme che si canalizzi in ottimi frutti e che il sentiero delle collaborazioni diventi contagioso.

Siamo giunti al termine. Vi chiediamo di lasciare i vostri contatti per i nostri lettori che vorranno fare approfondimenti sul vostro progetto. Ciao e Grazie!   

Giorgio Golin: Tutti i nostri lavori si possono trovare presso la Black Widow Genova. Potete seguirci o contattarci su Facebook su nostro profilo Universal Totem Orchestra.

Volevo nuovamente ringraziare Backdigit.com e il grande collega e amico Diego Banchero! BuonProg!!!


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