La Vera Storia dei Maiali Volanti: esce in Italia il libro di Mark Blake sui Pink Floyd

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Pink Floyd – Pigs Might Fly – La Vera Storia

E’ il titolo della biografia firmata da Mark Blake, uscita per la prima volta in Italia lo scorso 24 settembre. Il volume pubblicato da Il Castello, nella collana Chinaski, è la versione più aggiornata dell’opera letteraria definitiva sui Pink Floyd. Il giornalista inglese Mark Blake ha svolto molte interviste con tutti i membri della band e con centinaia di loro amici, collaboratori, parenti e fidanzate.

Pink Floyd di Mark Blake
Pink Floyd di Mark Blake- Pigs Might Fly – La Vera Storia

L’autore ricostruisce dai primi anni Sessanta tutto ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare una delle più iconiche rock band mondiali. Tra droghe, sperimentazioni artistiche e retroterra personali dei protagonisti, Blake ricrea il caleidoscopico mosaico floydiano. Qualcosa che tutti i fan hanno sempre desiderato osservare da vicino.

Pink Floyd di Mark Blake
Pink Floyd

Dagli esordi psichedelici al rock da stadio: la narrazione segue la band dai suoi primi giorni, come le esibizioni all’UFO Club, fino ai suoi apici commerciali e concettuali con album come THE DARK SIDE OF THE MOON e THE WALL. L’autore inoltre non trascura i conflitti creativi e personali. Descrive in dettaglio le lunghe e spesso difficili sessioni in studio e le tensioni creative che hanno portato ai conflitti interni e alla frammentazione della band.

Pigs Might Fly è anche una miniera di dettagli accessori e storici. Il libro è ricco di storie dietro le quinte, dalla formazione iniziale e lo sviluppo dei singoli membri alle loro interazioni con altri artisti e l’industria musicale. Blake segue la storia di ciascun membro della band e fornisce approfondimenti sui loro ruoli e relazioni, in particolare sulla vita difficile di Syd Barrett.

Pink Floyd di Mark Blake
Syd Barrett

Tra genio creativo e tensioni interne: l’evoluzione dei Pink Floyd

Anche se la musica dei Floyd ha sempre polarizzato il pubblico, che li ama o li rifiuta completamente, è innegabile che la band continui ancora a far parte della coscienza collettiva. Pigs Might Fly si sofferma a lungo sul ruolo fondamentale dei Pink Floyd nella psichedelia di fine anni Sessanta.

Pink Floyd di Mark Blake
Pink Floyd (era psichedelica)

Già il critico rock Ian MacDonald aveva osservato con pertinenza che la band degli esordi aveva già combinato brillantemente riferimenti astronomici e ufologici alla letteratura britannica. Quale titolo se non A SAUCERFUL OF SECRETS poteva infatti rimandare in modo migliore al Cappellaio Matto che serve il tè in Alice In Wonderland di Lewis Carroll? D’altronde in quei giorni del 1968, mentre i Beatles si spostavano sul blues e il boogie, erano i Floyd a issare in alto la bandiera della psichedelia inglese.

Tutto ciò non durò però a lungo, con l’ascesa di Roger Waters nella band. La sua presenza è descritta nel libro senza risparmiare aneddoti. Dall’apparizione quasi clownesca nel vecchio video promozionale di Arnold Layne si passa alla rabbia. Sottoforma di satira pungente, nelle citazioni della conservatrice bigotta inglese Mary Whitehouse, ovvero “la terza scrofa” del brano Pigs (Three Different Ones) in ANIMALS. Ancora più violenta nei suoi attacchi contro Margaret Thatcher, sempre in Pigs e in anticipo di circa due anni sull’avvento al potere della Iron Lady.

Pigs (Three Different Ones)

Altro influsso lirico di Waters è la profonda malinconia che pervade molti testi dei Pink Floyd, a partire da quella frase contenuta in Time su THE DARK SIDE OF THE MOON (1973): “Resistere in silenziosa disperazione è il tipico stile inglese”.

Un’eredità complessa: la visione di Mark Blake e il mito dei Floyd

In buona parte del libro di Mark Blake è ovviamente presente la costante dicotomia tra Roger Waters e David Gilmour all’interno dei Pink Floyd. Ma le difficoltà di un rapporto impossibile sono raccontate con aneddoti e mai giudicate in prima persona dall’autore. In occasione del Live 8 del 2005 Bob Geldof, uomo non facilmente persuasibile, riuscì a riunire Gilmour e Waters sul palco. Il chitarrista e il bassista dei Floyd non si parlavano senza la presenza di un avvocato da circa 20 anni.  Geldof disse loro: “Avete reso molto felice un vecchio… Non che io vi sopporti, stronzi”. Poi in seguito spiegò candido: “In realtà la loro musica non mi ha mai fatto impazzire”.

Pig a Battersea Station nel 2011 per la ristampa di Animals (credit Alamy
Maiale volante (credit Alamy)

Ciò che emerge dal libro è che i Pink Floyd, pur avendo collezionato alcuni celebri denigratori, sono rimasti costantemente al centro dell’attenzione. Anche John Lydon (PiL), alias Johnny Rotten dei Sex Pistols, indossò una maglietta con la scritta “I hate Pink Floyd”. Ma in fin dei conti, fino a che punto i Floyd potevano incarnare veramente l’odio per i dinosauri del prog da parte del movimento punk? Tra psichedelia e innovazioni sonore non potevano certamente essere loro il bersaglio preferito della nuova anarchia imperante sul palco nel 1977.

Pink Floyd – Pigs Might Fly – La Vera Storia di Mark Blake

La cosa divertente, a cui il libro di Blake non si sottrae, è che anche Pink Floyd ironizzavano spesso sulla loro stessa musica. L’ironia era certamente dovuta a una certa dose di insoddisfazione, come quando – sempre in A SAUCERFUL OF SECRETS – presero di mira la loro canzone See-Saw. Il titolo provvisorio era infatti “The Most Boring Song I’ve Ever Heard Bar Two” ovvero “La canzone più noiosa che abbia mai sentito, eccetto due”. Non a caso anche adesso fonti vicine alla band hanno fatto sapere alla stampa che l’aria di onniscienza autorevole del libro non deve essere necessariamente presa alla lettera.

Pig usato nel 2016 da Roger Waters live (credit Alamy)
Floyd oggi sulle strade di Amsterdam (credit Alamy)

La versione italiana di Pigs Might Fly di Mark Blake è accurata e completa. Si tratta infatti di una revisione ampliata dell’edizione del 2007, pensata per includere un’ulteriore reunion della band sul palco e per tenere conto della morte del tastierista Richard Wright. Questa biografia dipinge anche il quadro di una generazione, aiutandoci in qualche modo a comprendere il declino e l’enigma di Syd Barrett.  

L’immagine di fondo che emerge dai Pink Floyd raccontati da Blake è quella di una band sempre impegnata sul fronte concettuale, spesso politico come nel caso di Waters. Questo anche se alcune volte sembrava intrappolata nei propri espedienti per diventare il più gigantesco colosso del rock, col rischio di non essere compresa a fondo dalle nuove generazioni in rivolta alla fine degli anni Settanta. 

(Francesco Gazzara)

Il Castello

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