Ecco il “diario di bordo” di Andrea Bruni, dopo il debutto dal vivo alla batteria del mitico Banco del Mutuo Soccorso. Andrea, abile musicista nonchè uno degli autori del nostro BACKdigit.com ci racconta in esclusiva il dietro le quinte dell’attuale tour del Banco del Mutuo Soccorso. Restate “sintonizzati” perchè questa è solo la prima puntata! Complimenti a lui e a tutta la band…
L’inizio dell’avventura con il Banco del Mutuo Soccorso

Ore 10:30 di venerdì 7 marzo. È il momento di partire, lasciando dietro di me un cielo insolitamente sereno e una giornata piacevolmente calda. L’appuntamento è a Firenze, in un parcheggio all’interno dell’Autostrada del Sole. È lì che tra un’ora mi incontrerò con gli altri elementi della band per incamminarmi alla volta di Milano, destinazione Teatro Dal Verme.
L’arrivo puntualissimo dei ragazzi della band
11:30: puntuali come un cronometro di Zurigo arrivano Filippo Marcheggiani, il chitarrista e il cantante Tony D’Alessio, mentre gli altri elementi della band viaggiano su un’altra macchina e sono arrivati a Milano dalla sera prima. Filippo mi cede subito il posto alla guida del veicolo. Durante le prove per la tournée abbiamo approfittato delle pause pranzo per conoscerci meglio e così ho rivelato a tutti che mi piace guidare. Notizia che il gruppo ha accolto con “timide” manifestazioni di entusiasmo che andavano dalla “ola” agli applausi in sette ottavi – stiamo pur sempre parlando di un gruppo prog.
Così, sistemati i bagagli e allacciate le cinture, partiamo in direzione nord. Alla comitiva si è aggiunto Aldo, addetto alla vendita dei dischi, che si accinge a riprendere il suo posto nella famiglia del Banco dopo qualche anno di assenza. Gli entusiasmi generali sono palpabili, la tensione anche. Iniziare un tour con una data milanese e per di più in un teatro maestoso come il Dal Verme è una prospettiva che fa battere il cuore anche al musicista più navigato; figuriamoci a me! In ogni caso il viaggio è tranquillo. La Panoramica che all’unanimità abbiamo preferito alla Direttissima, ci aiuta a valicare l’Appennino in tutta tranquillità…Mentre aneddoti e ricordi dei tour precedenti mi regalano momenti di elevata ilarità.
Andrea Bruni e il Banco del Mutuo Soccorso…in pausa pranzo

13:00: sosta pranzo in autogrill. Tra i presenti aleggia un dubbio unanime: farsi “rapinare” per il carboidrato o per qualcosa di più leggero? I miei amici si fiondano su un panino carnivorissimo assediato da patatine, io mi butto su una macedonia rinfrescante.
La band arriva a Milano
Ore 16:00 – arriviamo a Milano. Appena sceso dalla macchina i primi dieci minuti sono tutti per lei, Lorella, la tour manager del gruppo. È lei che mi ha fortemente voluto all’interno della banda. E’ lei che nel corso delle ultime settimane mi ha incoraggiato e sostenuto, per cui si merita un abbraccio formato famiglia. All’interno il teatro Dal Verme è accogliente e maestoso. Non c’ero mai stato, ma il feeling è pressoché immediato. Sul palco i tecnici stanno sistemando le ultime attrezzature e la mia batteria è praticamente già montata sulla pedana. Che sensazione strana, per me che ho sempre assemblato il mio set fino all’ultima vite. Rivedo con piacere Alessandro, il fonico di sala che avevo conosciuto l’anno prima al Prog Legacy di Porretta Terme e faccio amicizia con gli altri tecnici, tra cui Marco che, tra le altre cose, si occuperà della mia batteria.
Il momento del soundcheck tra i tamburi

Il soundcheck tra i tamburi è veloce e sorprendente, i suoni del mio strumento sono potentissimi e l’ascolto in cuffia è entusiasmante. Purtroppo ho lasciato a casa il tappeto per la batteria; credevo che sulla pedana non servisse, ma adesso sono qui a maledire il mio ottimismo e mi chiedo quante volte dovrò recuperare la grancassa in corsa. Chiedo se in teatro hanno un tappeto, mi portano una sottiletta nera che dall’aspetto non sembra garantire troppo attrito. Provo a posizionarlo sotto la batteria, ma Marco mi ricorda che c’è anche lui. Già, c’è anche Marco. Facciamo il possibile per garantire ai miei tamburi la stabilità necessaria, ma i miei colpi non proprio delicati sembrano boicottare ogni tentativo. Pazienza, ormai è il momento di adattarsi.
Banco del Mutuo Soccorso: una storia fatta di cinquanta anni di grande musica

Nel frattempo arrivano Vittorio con Michelangelo Nocenzi e il soundcheck può proseguire tra un suono di piano e quello di un minimoog. Proviamo qualche brano e mi si smonta l’asta di un piatto. Mi alzo per sistemarla ma Marco mi ricorda che c’è anche lui. Già, devo abituarmi: c’è anche Marco. Suonando ci scambiamo qualche occhiata con Vittorio e solo allora realizzo che sto suonando in una band che mi accompagna fin dalla tenera età. Ho visto il Banco da bambino a San Remo, li ho conosciuti lì, con quell’omone con la barba lunga e nera che cantava “Ehi, grande Joe, ma chi ci ferma più…”.
Li ho adorati fin dall’adolescenza, li ho visti tante volte dal vivo, ho suonato fin da ragazzo i loro brani più famosi come R.I.P. e Moby Dick. Addirittura, nei primi anni duemila avevo una band di amici con cui facevamo la doppia Moby Dick, attaccando con il brano dei Led Zeppelin e, dopo il mio break di batteria, passavamo al brano del gruppo italiano, per la sorpresa del pubblico e la gioia degli amici. E adesso sono qui a suonare con loro, entrando in punta di piedi in una storia fatta di cinquant’anni e più di cinquemila concerti. Che scherzi che ti fa la vita…
La cena al Caffè degli Artisti
Ore 20:00, il soundcheck è appena terminato e solo adesso ci rendiamo conto di avere un’ora scarsa per cenare e prepararci; alle 21:00 torneremo sul palco. Al Caffè degli Artisti l’accoglienza è sorridente e cordiale, il menu è invitante e tiene conto delle esigenze di tutta la band, ma la mia tensione è palpabile e non riesco che a spiluccare. Atteggiamento che il mio personal trainer apprezzerebbe, se solo ne avessi uno.
Resteremo al tavolo per i prossimi 45 minuti fino al momento di tornarcene in teatro. Abbiamo i secondi contati per cambiarci e dare un’occhiata agli ultimi dettagli. Nel frattempo, il pubblico ha già preso posizione e rumoreggia, invocando a più riprese il nome di Vittorio. Non ho neanche il tempo di realizzare quanto sia grande l’affetto che il pubblico meneghino prova per il Banco che Lorella ci apre la porta d’ingresso e ci fa segno di entrare. Già, ma chi entra per primo? Vittorio? Michelangelo? Uno a caso? Buona quest’ultima.
L’inizio del concerto con Metamorfosi

Ore 21:00, veniamo accolti da una selva di applausi, il pubblico è in spasmodica attesa e Vittorio li ringrazia con un caloroso discorso di benvenuto. Subito dopo partiamo con Metamorfosi, il brano di apertura. La mia batteria pulsa e le bacchette affondano con decisione su cerchi e metalli. Peccato per la cassa che proprio non vuol saperne di starsene al suo posto, costringendomi a ritirarla a me ogni volta che posso. Per fortuna gli stop all’interno dei brani prog sono tanti, così passo il concerto organizzando i vari recuperi.
Il concerto fila via liscio. Tra brani del nuovo disco Storie Invisibili e grandi classici del passato, che il pubblico conosce a memoria, e non solo nel testo, visto che più di una volta mi sorprendo a sentire qualche fan intonare le linee melodiche delle tastiere. Non c’è dubbio, la buona musica lascia sempre il segno. Arriviamo a Traccia, ultimo brano in scaletta prima del bis e mi rendo conto che il concerto è volato via senza che me ne accorgessi. La gente è felice, i miei colleghi sembrano soddisfatti e spero che mi abbiano perdonato qualche colpo andato a vuoto mentre recuperavo la cassa ribelle. Si accendono le luci, è il momento delle strette di mano. Ce ne saranno tante, veramente tante.
I tantissimi fans del Banco del Mutuo Soccorso

Ore 23:15. Tra un piacere di conoscerti e un grazie per le tue belle parole ogni tanto mi volto verso la batteria, pensando istintivamente di doverla smontare. Ma il prode Marco è già in piedi sulla pedana e con uno sguardo mi ricorda che c’è anche lui. Già, c’è anche Marco, e in questo momento sta faticando al posto mio. Una benedizione, un privilegio a cui spero di non abituarmi mai. Lasciamo i tecnici al loro lavoro e salutati tutti ci dirigiamo verso l’Hotel Sempione, a un passo dal teatro. Mentre con la borsa dei piatti a tracolla mi avvio verso la camera d’albergo faccio un resoconto mentale di quanto ho vissuto nelle ultime ore. La giornata è stata intensa, ma il battesimo alla fine c’è stato. Ho suonato col Banco, forse domattina ci crederò veramente.
A rileggerci presto!
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