I Submarine Silence di Cristiano Roversi sono tornati a farsi sentire con la pubblicazione di un nuovo album, azzeccassimo album intitolato “Atonement of a Former Sailor Turned Painter”. La “creatura” prog rock fondata nel 1996 dal pianista, organista e multistrumentista Cristiano Roversi e dal chitarrista David Cremoni è di nuovo sulle scene con un lavoro che esalta le doti tecniche dei musicisti coinvolti e la creatività ed originalità del songwiriting. Roversi e Cremoni, membri dei Moongarden, una delle più rispettate band di avant-Crossover Prog Rock del mondo, per il progetto Submarine Silence si sono circondati di colleghi di tutto rispetto. Si apprezzano, infatti, il cantante Guillermo Gonzales, la vocalist Manuela Milanese, il bassista Marco Croci e il batterista e percussionista Maurizio Del Tollo.
Submarine Silence e la cover di Anthony Phillips “Majestic Whales”
Da sottolineare la presenza anche di Roine Stolt, leader dei The Flower Kings, che omaggia con la sua chitarra elettrica il brano d’apertura del cd. Non si tratta certo di un pezzo qualunque, tutt’altro. Stiamo parlando, infatti, della cover di “Majestic Whales”, tratto dall’album “Sail the World” (1994) del noto chitarrista (nonchè membro fondatore dei Genesis) Anthony Phillips. “Majestic Whales” anticipa altri due pezzi, Les mots que tu ne dis pas e Limbo of the Rootless, per lasciare spazio alla lunga suite che da il titolo al disco. Per concludere con la bonus track “Zena”. Artwork curato dall’arista grafico bielorusso Ed Unitsky, “Atonement of a Former Sailor Turned Painter” si distingue, come accennavamo, per l’alto standard tecnico ed esecutivo dei componenti.
Ma anche per le massicce dosi di ispirazione di Cristiano Roversi che non ha mai nascosto le proprie radici musicali strettamente legate al rock progressive anni ‘70 e la capacità di riproporlo con innato gusto e personalità. Un symphonic prog rock che Roversi, Cremoni e compagni sono riusciti a reinterpretare in chiave moderna, dinamica, di sicuro stimolante per gli amanti del genere e non soltanto. Un approccio assolutamente non scontato che caratterizza la più recente fatica discografica della formazione, aggiungendo un importante tassello in più alla già riguardevole storia del gruppo.
La nascita di Submarine Silence di Cristiano Roversi e David Cremoni
Una storia iniziata qualche anno fa quando Roversi e Cremoni misero in piedi i Submarine Silence entrando a far parte del primo tribute album ai Genesis dal titolo “The River of Constant Change”. Risale invece al 2000 il primo album strumentale della band, “Journey Through Mine” con il compianto Emilio Pizzocoli alla batteria. Insieme a Gigi Cavalli Cocchi alla batteria e Ricky Tonco i Submarine Silence pubblicarono il loro secondo album, “There’s Something very strange in her little room”, seguito da Did Swans Ever See God?. Quinto disco da studio dei Submarine Silence, (per la label Ma.Ra.Cash Records), “Atonement of a Former Sailor Turned Painter” rappresenta un lusinghiero passo in avanti nella maturità artistica e musicale della band. Come ci spiega Cristiano Croversi (con “incursione” di Guillermo Gonzales) in questa interessante intervista a BACKdigit.com…
Intervista a Cristiano Roversi
Questo nuovo album dei Submarine Silence presenta un line-up di tutto rispetto con musicisti notevoli. Quanto ha contribuito lo standard d’esecuzione di questi personaggi rispetto all’originale songwriting dei vari brani?
Innanzitutto grazie per lo spazio che mi avete messo a disposizione e un caro saluto a tutti i lettori. Quando scrivo per un progetto, al di la di certi passaggi e ritmiche diciamo obbligate, tendo sempre a suggerire delle direzioni e delle intenzioni ai compagni di viaggio. Non li costringo a seguire partiture precise proprio per dare loro la possibilità di esprimersi come meglio credono e quindi di portare la loro personalità all’interno della musica.
Le linee dei cantati sono tutta farina del sacco di Guillermo Gonzales e di Manuela Milanese. Come gli assoli di chitarra a cura di David Cremoni le ritmiche di Maurizio Di Tollo e il basso di Marco Croci. Dopo di che faccio seguire un lavoro accurato di post produzione nel quale si va a studiare un giusto bilanciamento tra le parti e le idee registrate.
Il precedente album della band “Did Swans Ever See God?”
Quanto diresti che questo cd differisca dal precedente “Did Swans Ever See God?” e in cosa in particolare?
Innanzitutto sono 2 dischi scritti in maniera diversa: “Did swans…” è una raccolta di pezzi prima di tutto scritti e composti su pentagramma e poi registrati e riarrangiati. “Atonement…” ha seguito un iter più legato al flusso di coscienza che parte da un idea iniziale e si sviluppa senza barriere stilistiche o tempistiche. Nulla di “Atonement” è stato composto prima della registrazione ma si è partiti subito in studio fissando le idee iniziali per poi lasciar libera la musica di svilupparsi. Inoltre, credo che i vari musicisti si siano lasciati più andare sentendosi liberi di sperimentare e di proporre molte più idee rispetto a “Did” e questo ha arricchito decisamente di più l’offerta a partire dai testi intricati e multilingua di Guillermo.
“Majestic Whales” featuring Roine Stolt
Il nuovo cd “Atonement of a Former Sailor Turned Painter” apre con una cover molto particolare, “Majestic Whales” di Anthony Phillips. A parte la bellezza del brano, come mai avete deciso di sceglierlo per reinterpretarlo con il vostro gruppo?
Stavo lavorando su uno dei due progetti che ho in cantiere e che riguardano la musica del Maestro quando mi sono accorto che “Majestic Whales” riusciva ad emergere in modo imponente rispetto ad altri riarrangiamenti che ho chiuso nel cassetto. Contemporaneamente stavo raccogliendo le idee per il nuovo disco dei Submarine ed ho subito pensato di aprirlo con questo pezzo. Ero impaziente di sentirlo completo degli assoli di chitarra e tastiera e finito a livello di produzione. Inoltre credo che aprire un disco con una cover sia un atto di estremo amore verso l’autore, in questo caso, Mr. Anthony Phillips.
Il lavoro alla chitarra di Roine Stolt per questo pezzo è esemplare. Come vi siete imbattuti in Roine e come è nata l’idea di “mettergli in mano” il pezzo di Anthony Phillips?
Marco Croci (basso) è molto amico di alcuni componenti dei The Flower Kings e da li il passo è stato veramente molto breve e immediato. Abbiamo concluso il mix di “Majestic” lasciando spazio per il suo assolo. Lo abbiamo spedito e Roine è stato incredibilmente professionale e veloce nel restituirci la sua splendida performance. Spero che anche lui ne sia entusiasta quanto noi.
Cristiano Roversi: i progetti futuri e la musica di Anthony Phillips
Visto l’ottimo risultato di questa cover e la molteplicità dei pezzi interessanti scritti da Anthony Phillips pensate di realizzare la cover di un altro suo brano per il futuro?
Come ho già detto in precedenza avrei 2 progetti legati alla musica di Ant sui quali sto lavorando. Il primo riguarderebbe la riproposizione in chiave rockprog di “1984” affidata ai Moongarden attualmente in lavorazione e un altro progetto ancora da definire bene. Una sorta di “Cristiano Roversi plays the music of Anthony Phillips”, che onestamente non so quando riuscirò a finalizzare anche se alcuni brani sono già completati.
In generale, cover a parte, qual’è il pezzo di Anthony Phillips che ti piace di più?
Non ho un brano preferito anche perchè tendo a dividere il repertorio del maestro in 3 parti ben distinte tra loro. Composizioni e brani completi (compresi quelli con orchestra). Brani per Library (mini colonne sonore per la TV) e I suoi tipici affreschi alla 12 corde o al pianoforte. Per ognuno di questi insiemi ho sicuramente le mie preferenze del cuore. Ad ogni modo, per categoria, potrei citare “Sisters Of Remindum”, “Bleak House”, “Wise After The Events”, “Now What (Are They Doing to My Little Friends)”. Il finale della seconda suite di “1984”, “Anthem 1984”, “The Ballad Of Penlee”, “Tarka The Anthem” e le suites etc…
Per la seconda categoria sicuramente “Majestic Whales” e “Heading For Home & Victory” che ho già riarrangiato per full band. Poi una serie infinita di brani acustici tra i quali “Girl In The Gallery”, “Barking Sharks”, “Gipsy Suite Siesta”. Quest’ultimo riarrangiato per full band potrebbe risultare una sorta di inedito dei Genesis periodo Trespass e tantissime altre.
Submarine Silence: come nasce il titolo del nuovo cd
“Atonement of a Former Tailor Turned Painter” è un titolo piuttosto originale, come tra l’altro quello del cd precedente. Qual’è il suo significato?
In questo caso chiederei l’aiuto di Guillermo Gonzales perchè è farina del suo sacco.
GG: Il titolo “Atonement of a Former Sailor Turned Painter” racchiude l’essenza del concetto dell’album. E’ basato su un personaggio protagonista che é un ex marinaio rifugiatosi nell’arte dopo una vita spesa per mare. I testi, e i brevi racconti che li accompagnano, sono una sorta di diario di bordo della vita passata, presente e futura di questo ex marinaio. Pieno di ricordi, storie di caduta e rinascita, e altri personaggi che lo hanno toccato nel suo percorso.
Scrivendo questo diario, cioé questo disco, il nostro protagonista é come espiasse tutte le decisioni sbagliate prese nella vita, per sublimarle infine nell’arte. La pittura per lui, la musica per noi.
L’intenzione di partire in tour con i Submarine Silence
Avete intenzione di presentare presto dal vivo i pezzi di questo cd e per l’occasione manterrete immutato il line-up?
Si avrebbe sempre l’intenzione di pubblicare un disco per poi partire anche per un mini tour ben organizzato. Ma questo periodo storico ammette soltanto due possibilità. Approcciare la questione in maniera hobbistico/amatoriale con 1 concerto ogni tot mesi (se non anni) messo in piedi senza un organizzazione scenica e sonora professionale per questione di impossibilità nell’affrontarne i costi. E questa è la strada che non vorrei più percorrere. Oppure sperare di entrare nelle grazie di qualche Manager e Booking Manager che si occupa di prog ma che in definitiva è sempre pieno di bands nel suo rooster che porta avanti da anni.
In altre parole, non c’è posto per entrare nel classico circuito pubblicazione disco/tour collegato. Saremmo felicissimi di portare finalmente sul palco i Submarine (anche perchè abbiamo già 5 album pubblicati). Ma non per un one shot che non costruirebbe nulla, per perdersi inevitabilmente nell’infinità delle altre proposte che girano.
Cristiano Roversi e i Moongarden
Submarine Silence a parte, sei molto attivo sulla scena prog/rock anche con molti altri progetti, in particolare i Moongarden. Dopo l’album natalizio “Christmas Night 2066” quali sono i progetti di questa band?
Credo che l’album “Natalizio” dei Moongarden andrebbe riconsiderato con più attenzione. Credo sia un lavoro che meriterebbe un vero tour. Ma anche in questo caso dopo l’uscita del disco siamo apparsi solo 2 volte live senza alcuna possibilità di proseguire. Personalmente credo sia davvero un gran bel lavoro sotto tantissimi punti di vista. Ad ogni modo come ho detto in precedenza stiamo lavorando al progetto “Moongarden plays Anthony Phillips 1984”. In nostra compagnia avremo “qualcuno” di veramente speciale. Trattasi della riproposizione in chiave RockProg del disco Electroprog di Anthony Phillips con cantati basati sul romanzo di Orwell. Anthony ne è a conoscenza da molto tempo e finalmente ci stiamo lavorando.
I progetti futuri
Quali sono i tuoi altri progetti?
Sto scrivendo materiale per un mio disco solista usando diciamo la vecchia scuola ovvero spartito da riempire e pianoforte. Sono interessato a ritornare alla vecchia modalità senza passare per il computer almeno nella fase di scrittura. Presto realizzerò un paio di pezzi demo per valutarne la qualità generale. Cercando anche di capire quali compagni di viaggio potrebbero essere i più adatti per questa avventura. Di sicuro sceglierò un solo cantante per tutto il disco. Anche perchè è una scelta che ho apprezzato tantissimo ascoltando lavori come Tony Banks “A Curious Feeling” e Mike Rutherford “Smallcreep’s Day” nei quali I 2 Genesis si sono avvalsi di singole voci sconosciute.
Sto inoltre completando la produzione del nuovo disco solista di Maurizio Di Tollo avendo appena concluso registrazioni, mixaggi e vari arrangiamenti per Massimo Zamboni (Cccp, Csi) che usciranno molto presto.
La passione per il prog rock
Da dove e quando nasce la tua passione per la musica e in particolare per il progressive rock?
La passione per la musica mi è stata regalata da mio padre (ex bassista e cantante in molte band anni 70 Italiane) e molto ho appreso dai suoi vinili che regolarmente rubavo di nascosto per ascoltarli in solitudine.
Ho frequentato le scuole medie all’interno del conservatorio di Mantova indirizzo Organo ma lo studio regolare e classico dello strumento non faceva per me. Ho poi proseguito come autodidatta con il pianoforte, le tastiere e il basso elettrico per poi approdare al Chapman Stick. Mi ritengo un onnivoro musicalmente parlando. Riesco a trovare del bello in ogni progetto costruito con onestà intellettuale e qualità artistica. Mentre I prodotti da semplice consumo usa e getta e di facile intrattenimento mi urtano profondamente. L’amore per il prog ad ogni modo è nato con l’ascolto dei maestri d’oltralpe. Yes, ELP, Floyd, Van Der Graaf, Jethro, Camel etc…..Per poi esplodere con i Genesis e tutta la loro famiglia che ancora oggi considero il “mio mondo”.
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