Dalle radici di una città vibrante come Catania ai riflettori che illuminano i volti scintillanti di Mauro e Carmelo, meglio conosciuti come Karma B. Questo duo artistico ha saputo trasformare la passione per la danza e il trasformismo in un progetto drag che coniuga teatralità, ironia e profondità, catturando il cuore di platee sempre più ampie.

L’inizio del loro cammino affonda nelle discoteche, spazi di libertà e sperimentazione, dove l’arte si mescola con il battito pulsante della musica. Da lì, un incontro decisivo con Vladimir Luxuria ha acceso la miccia di ciò che oggi è Karma B: non solo drag performer, ma autentici narratori di storie che parlano di identità, empatia e comunità.

Intervista alle Karma B mauro e carmelo

In questa intervista, i due artisti ci guidano attraverso le tappe della loro evoluzione, dalla Catania della loro infanzia, con il suo intreccio di contrasti e bellezza, fino alla partecipazione ai Rainbow awards e ai progetti che animano il loro futuro. È un viaggio che si sviluppa tra le pieghe della loro creatività, dove l’ironia diventa strumento per smuovere le coscienze, e il teatro si trasforma in un luogo di incontro e trasformazione.

Entriamo dunque nell’universo di Karma B, per scoprire come il loro linguaggio artistico sia divenuto una potente voce per celebrare l’individualità e l’importanza del legame umano.

Come è nato il progetto Karma B e qual è stato il momento in cui avete capito che il drag sarebbe diventato il vostro percorso artistico?

Mauro: Allora, il progetto Karma B nasce da un incontro personale. Mauro e Carmelo si sono incontrati a Catania da ragazzini, circa 30 anni fa. Si sono innamorati, quindi è nato un rapporto personale di amore che poi si è trasformato in amicizia, rispetto e stima e, poco tempo dopo, circa un anno dopo, abbiamo cominciato a lavorare insieme esibendoci come ballerini per i trasformisti della città di Catania. Una volta non si chiamavano drag queen, c’erano questi uomini che interpretavano icone televisive e musicali come Raffaella Carrà. Abbiamo carpito un po’ di segreti e abbiamo cominciato ad aggiungere piume e paillettes ai nostri look, e alla fine sono nate le Karma B.

Carmelo: Abbiamo rubato il mestiere ai trasformisti. In realtà, le Karma B sono nate grazie soprattutto a Vladimir Luxuria perché, poco tempo dopo, ci siamo trasferiti a Roma e Vladimir ci ha conosciuto. Ci hanno presentato a Vladimir che ci ha dato fiducia, ci ha chiamato a lavorare al Mucca Assassina e ci ha battezzato, ha trovato il nostro nome attuale, Karma B, unendo i nostri due nomi di battesimo, Carmelo e Mauro, e B perché è la seconda lettera dell’alfabeto e tutto ciò che è doppio, il lato B delle cose, trasformato in karma con la K perché diventasse più internazionale. Questo nome poi ci ha portato molta fortuna.

Voi siete di Catania: in che modo la vostra città vi ha influenzato, sia dal punto di vista artistico che nel vostro approccio al mondo del drag? Possiamo dire che Catania è stata un elemento positivo nel vostro percorso?

Mauro: Allora, Catania è una città molto artistica, visiva, una città musicale, una città viva dal punto di vista del mondo della notte. Quindi sicuramente Catania, forse nel Sud dopo Napoli, è il posto migliore dove nascere se si hanno ambizioni artistiche perché ci sono delle possibilità, molti artisti vivono a Catania.

Carmelo: Quindi questo ci ha influenzato e poi i colori della Sicilia ci seguono sempre, l’accento, la nostra ironia che viviamo da persone del Sud, da persone siciliane, tutta una serie di cose che ci contraddistinguono e che noi portiamo poi nel nostro lavoro, anche nei nostri look, perché abbiamo anche dei look ispirati alla Sicilia.

Avete iniziato la vostra carriera come ballerini nel mondo della notte durante il boom delle discoteche italiane ed europee. Quali ricordi o quali esperienze di quel periodo considerate fondamentali per la vostra crescita artistica?

Mauro: Allora, era un periodo di grande fermento per le discoteche, ma era anche uno spazio di grande libertà e di innovazione. Molti artisti queer, che oggi si definiscono giustamente artisti queer, all’epoca avevano meno spazio. Nelle discoteche, per noi artisti queer, c’era modo di esibirci in uno spazio sicuro, che tutelasse noi e le persone che venivano a vederci, e ci desse modo di sperimentare con la nostra artisticità, la nostra identità, tutto quello che volevamo mettere in scena.

Carmelo: Poi, fare discoteca è fondamentale per un artista, secondo noi, perché devi riuscire a catturare l’attenzione delle persone che in quel momento non sono a teatro, quindi sedute, ma sono lì a bere, a divertirsi, a ballare, sono distratte. Quindi catturare l’attenzione delle persone in discoteca ti dà un grande imprinting dal punto di vista lavorativo. Ti aiuta ad essere sintetico, a cercare di catturare sempre l’attenzione delle persone, come sui social o a teatro. Quindi è un’ottima scuola, un’ottima palestra.

Cosa significa per voi a livello personale e artistico mettersi nei panni di un altro?

Mauro: Noi specificamente ci mettiamo in panni femminili o assomigliabili al femminile. Questo per noi è un grande esercizio di empatia, perché noi, pur non appartenendo all’identità femminile, abbiamo una componente femminile in noi che riusciamo a mettere fuori. Ci immedesimiamo nel ruolo, comprendendo cosa voglia dire essere oggettivizzata, sessualizzata o anche discriminata. Ti fa capire molto. È un grande esercizio di empatia che consigliamo a tutti di provare a fare.

Come riuscite a utilizzare l’ironia per comunicare messaggi profondi o impegnati senza perdere la leggerezza?

Carmelo: Ce lo domandiamo continuamente, ed è un esercizio che abbiamo imparato a fare negli ultimi anni, grazie alle esperienze televisive. Su “Ciao Maschio“, per esempio, dovevamo fare roasting a dei personaggi, quindi dovevamo essere seri, credibili, ma anche ironici. Anche nel lavoro che facciamo nei nostri video sui social, dobbiamo arrivare a più persone possibili e allo stesso tempo essere leggeri, senza perdere mai di vista il messaggio sociale, che per noi è fondamentale.

È un lavoro di cesellatura, come diceva Calvino: è importante essere leggeri, la leggerezza è diversa dalla superficialità. L’ironia e l’umorismo sono qualità alte dello spirito che vanno coltivate. Noi ci proviamo, anche se oggi è molto difficile mantenere questa leggerezza perché il mondo è diventato più duro, più crudele, più cupo. Non vogliamo soccombere all’orrore che vediamo intorno a noi e cerchiamo di mantenere questo sguardo ironico e leggero, ma è molto difficile a volte.

mauro e carmelo karma b

Teatro e drag condividono una profonda vocazione per la trasformazione e la narrazione. Come riuscite a fondere queste due forme d’arte per dar vita a spettacoli indimenticabili?

Mauro: In realtà non è una cosa programmata, sono anime che stanno dentro di noi e che cerchiamo di mettere in scena. Non mettiamo in scena le Karma B come entità staccate da Mauro e Carmelo, siamo un po’ la stessa cosa. Quindi, quando siamo Mauro e Carmelo, ci sono un po’ di Karma nelle nostre battute, nella nostra ironia e nelle Karma ci sono Mauro e Carmelo con tutti i loro pregi e difetti. A teatro si crea un rapporto con il pubblico che ci piace chiamare happening e che diventa uno spettacolo che è teatrale, scritto, ma sempre diverso ogni sera. C’è un aforisma che dice che “in teatro tutto è finto e niente è falso“. Forse siamo un po’ finti come il teatro, ma non siamo assolutamente falsi perché dietro una maschera non si può mentire.

Quest’anno collaborate, cioè avete già collaborato ovviamente con Vladimir Luxuria, però siete anche nella collaborazione dei Rainbow Awards 2024. Cosa significa per voi essere parte di questo evento e quale messaggio volete che arrivi al pubblico attraverso la vostra partecipazione?

Carmelo: I Rainbow Awards sono un premio nato due anni fa e questa è la terza edizione. In tutte e tre le edizioni abbiamo partecipato, nelle prime due come conduttrici e quest’anno come co-conduttrici con Vladimir e come collaborazione artistica e creativa allo spettacolo. I Rainbow Awards sono un momento di unione come può essere il Pride. In questo momento in cui la nostra comunità viene silenziata e aggredita, avere un luogo dove guardarsi negli occhi e dire “siamo una bella comunità, ce la facciamo” è importante. Ci diamo anche dei premi per questo, come con gli Oscar. È un momento per incontrare le persone della comunità e darci una pacca sulla spalla e dire ce la possiamo fare, possiamo andare avanti nonostante tutto.

Mauro: Se siamo uniti e ci ricordiamo di essere una comunità, i colori esistono ancora e noi li portiamo in scena per i Rainbow Awards.

Cristina: Questo è un pensiero che dovrebbero avere tutto il mondo.

mauro e carmelo karma b
Foto credit- Backdigit.com

Carmelo: Sì, perché le differenze ci sono ovunque. È questo che ancora non si riesce a capire, perché l’accettazione non si riesce ad accettare. Siamo nel 2025, proiettati verso il futuro, e ancora ci sono queste barriere.

Mauro: Sembra che non se ne esca più da queste cose. Un certo tipo di politica e di potere serve a portare le persone a perseguire un obiettivo da odiare, per spostare l’attenzione su cose più serie, probabilmente.

Secondo voi quanti eventi come Rainbow Awards possono contribuire a cambiare la mentalità e a promuovere l’accettazione e i diritti della comunità LGBTQ+ in Italia?

Carmelo: Più eventi di questo tipo ci sono, in più la nostra comunità ha spazi di aggregazione, di visibilità e di affermazione. Vorremmo che si moltiplicassero in tutta Italia, per ricordarci che siamo uniti e che ci sono degli obiettivi importanti che abbiamo raggiunto e che vanno sottolineati e premiati. Anche se il cammino si fa difficile, noi siamo disposti a percorrerlo rigorosamente sui tacchi a spillo.

Certo, certo, quello sempre.

Carmelo: Finché ci reggono le gambe, insomma.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Mauro: Dopo i Rainbow Awards, continueremo con il nostro lavoro sui social dove siamo molto attivi, siamo Content Creator. Stiamo preparando uno spettacolo, chiamato “Cominciamo Male“, che ha avuto tre date a Roma a gennaio. È uno spettacolo a metà tra stand up comedy e stand up comedy musicale, e vogliamo portarlo in giro tutto l’anno. Poi ci sarà della musica, abbiamo vari progetti molto interessanti. Non vi libererete di noi.

Karma B Social

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