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Intervista di Cristina Speranza a Beppe Convertini: il viaggio nel cuore blu dell’Italia, narrati nel suo libro “Il Paese Azzurro”

Su Backdigit.com ho avuto il piacere di conoscere Beppe Convertini: attore, conduttore televisivo e radiofonico, autore e grande viaggiatore, che ha fatto della narrazione dell’Italia più autentica una vera e propria missione. Dopo aver attraversato la penisola da nord a sud con Paesi Miei, raccontando l’entroterra e le sue storie più genuine, oggi ci accompagna alla scoperta di un nuovo affascinante itinerario con Il Paese Azzurro. Un viaggio lungo le coste italiane, alla ricerca di luoghi nascosti, tradizioni millenarie, mestieri antichi e, soprattutto, delle storie di uomini e donne che vivono in simbiosi con il mare, con uno sguardo attento alla tutela e alla valorizzazione del nostro prezioso patrimonio marino.

Beppe Convertini Il Paese Azzurro

Dopo aver attraversato l’Italia da nord a sud con Linea Verde e aver raccontato quell’esperienza nel tuo libro Paesi Miei, hai deciso di ripartire dal mare con Il Paese Azzurro. Cosa ti ha spinto a intraprendere questo nuovo viaggio e a trasformarlo in un racconto?


Il Paese Azzurro è il racconto della nostra splendida Italia, da nord a sud, comprese naturalmente le isole. Racconta tutte le sue bellezze artistiche, storiche, culturali e paesaggistiche, con uno sguardo particolare al meraviglioso mare italiano. È un viaggio che ho intrapreso con Azzurro Storie di mare, il programma estivo di Rai 1, che è diventato per me anche un diario personale. Un diario fatto dei luoghi che ho visitato, delle emozioni che ho provato, degli incontri che ho fatto, soprattutto in quei posti fuori dai classici itinerari turistici, quelli più autentici e meno conosciuti.

Nel corso di questa esplorazione via mare hai toccato tante località costiere meno battute dal turismo di massa. Però qual è il luogo che ti ha sorpreso di più per autenticità o bellezza nascosta?


Guarda, sono davvero tanti i luoghi che mi hanno colpito, perché ognuno di essi custodisce bellezze nascoste, a volte anche molto evidenti, ma sempre incantevoli. Se dovessi citarne uno in particolare, direi Taranto, la città dove sono nato e dove c’è anche mia mamma, Franca. Taranto è spesso raccontata solo per la presenza dell’industria siderurgica, ma in realtà ha un mare spettacolare, un piccolo Duomo che risale al 1100, e ospita il Museo Archeologico tra i più importanti al mondo. Inoltre, al largo ci sono le Isole Cheradi, dove ho avuto la fortuna di ammirare i delfini che nuotavano liberi. Insomma, è una città tutta da scoprire, con un centro storico molto affascinante e le straordinarie colonne doriche che la rendono unica.

Da dove è partito il tuo itinerario? Hai fatto solo la costa Ionica e Adriatica?

Il mio viaggio è iniziato dalle Isole Eolie, per poi proseguire verso Cariati, in Calabria, e quindi Taranto. Da lì sono andato a Ischia e Napoli, attraversando tutta la Basilicata da costa a costa, toccando località come Maratea e Policoro. Ho poi visitato Sant’Antioco e l’Isola di San Pietro in Sardegna, per continuare verso Sperlonga, Gaeta e la splendida Riviera di Ulisse, fino alle Isole Pontine.
Successivamente mi sono spostato a Fano, Pesaro e Urbino, lungo la costa Adriatica, per poi rientrare sul Tirreno in Versilia. Ho proseguito verso Pescara, Cattolica, Comacchio e Rimini, sempre sull’Adriatico, per poi concludere il viaggio a La Spezia, nel meraviglioso Golfo dei Poeti e alle Cinque Terre, terminando infine nella magica Laguna Veneta.

Che differenza hai trovato tra l’entroterra e la costa?

Chi vive lungo il mare, sicuramente, ha una visione più aperta, come se avesse una prospettiva a 360 gradi. Questo continuo viaggiare, imposto dalla presenza del mare, il ricevere e il partire, il contatto con l’acqua, ti offre un’idea di vita diversa. Molti di loro sono pescatori, ma anche legati ai mestieri tradizionali del mare, come i cordari o i maestri d’ascia. In ogni caso, c’è una grande differenza di vita tra chi abita nell’entroterra e chi vive vicino al mare. Il mare, infatti, amplifica la percezione degli orizzonti, dando un senso di infinito che è proprio della sua essenza.

Durante il tuo viaggio, lungo le coste ovviamente, hai incontrato tante persone, hai partecipato anche a tradizioni popolari, ma c’è una storia, un volto o una festa che ti ha colpito in particolar modo?

Ci sono moltissime tradizioni che mi hanno colpito. Ad esempio, sull’isola di Ponza, che è parte delle Isole Pontine, c’è la festa di San Silverio, patrono dell’isola. In questa occasione, il santo viene portato in processione sia sulla terraferma che in mare, sulle barche. Le barche sono tutte costruite dagli isolani e quella che trasporta il santo è adornata con garofani rossi. Alla fine della processione, ogni partecipante, non solo i marinai e le loro famiglie ma anche i turisti, riceve un garofano rosso da conservare fino all’anno successivo, come segno di buon augurio per l’anno che verrà.

Qual’ è la festa popolare più antica di Taranto?

Nel mio libro ho parlato della tradizione dei “Perdoni”, a Taranto, che si svolge durante i riti pasquali. I Perdoni camminano a piedi nudi, soffrendo, indossando tonache e cappucci, e seguono un passo cadenzato. Questa camminata, chiamata “Nazzicata”, li porta a visitare i sepolcri delle chiese più belle della città. È un antico rito che attrae turisti da tutto il mondo, ed è davvero suggestivo.

Un tema importante nel tuo libro è la salvaguardia del nostro patrimonio marino, spesso minacciato da inquinamento e cementificazione. Qual è secondo te il gesto concreto che ognuno di noi può fare per contribuire alla sua tutela?

Il mare è il tesoro blu del nostro paese e va tutelato, soprattutto per lasciare alle future generazioni un mare non inquinato. Basterebbe che tutti, non solo le persone singole, non lo inquinassero con la plastica, ma anche le industrie dovrebbero smettere di scaricare rifiuti tossici in mare. Le azioni quotidiane, dunque, sono importanti sia per i singoli che per le aziende. I pescatori, in particolare, sono delle sentinelle molto attente: sono i primi a raccogliere i rifiuti dal mare e a portarli a terra per smaltirli correttamente.

Questa cosa dei pescatori la sapevo, perché ho letto che a Livorno lo fanno da tanto, è una pratica che non è nuova, ma che in pochi conoscono.

Sì, sì, a Livorno, ma in realtà queste pratiche si fanno un po’ in tutta Italia. Io ho avuto la fortuna di navigare insieme ai pescatori, salendo a bordo dei pescherecci e delle paranze. Ho partecipato alla pesca delle cozze, delle ostriche, dei datteri di mare… insomma, davvero tante esperienze uniche. Ho avuto modo di conoscere anche i mestieri antichi, come quelli dei maestri d’ascia, dei cordai, degli artigiani della pesca. È stato un viaggio ricco di emozioni, che mi ha permesso di raccontare e riportare alla luce quei mestieri del mare che non devono assolutamente essere dimenticati.

Infatti è un aspetto davvero importante: nel tuo libro “Il Paese Azzurro” troviamo anche il racconto dei mestieri tradizionali del mare, per non perderne la memoria?

Assolutamente sì, ci sono tutte le testimonianze delle persone che ho incontrato. Quindi anche delle aziende, degli artigiani, dei pescatori, dei marinai, dei ristoratori che vivono la vita del mare ogni giorno, ma anche delle famiglie che hanno fatto del mare la loro ragione di vita. Insomma, è un viaggio non solo paesaggistico, ma anche umano, perché alla fine i protagonisti sono sempre loro, le persone.

Cosa rappresenta per te il mare oggi, dopo averlo vissuto così da vicino?

Nel mio libro, “Il Paese Azzurro” racconto il profondo amore che nutro verso il mare, che per me rappresenta l’elemento per eccellenza. Quando mi immergo e metto la testa sott’acqua, sento che tutti i pensieri negativi si dissolvono, lasciando spazio a una sensazione di libertà assoluta. Il mare è un universo straordinario, che ho avuto modo di esplorare anche nei suoi fondali: quelli italiani, in particolare, sono incredibilmente unici. Basti pensare alla statua del Cristo Redentore degli abissi marini che si trova nell’arco della Liguria, oppure alla statua di San Pio alle isole Tremiti, senza dimenticare la città sommersa al largo di Napoli. È davvero un mondo incredibile, capace di emozionare ogni volta come se fosse la prima.”

Rispetto al tuo libro precedente, “Paesi miei”, quali sono gli aspetti nuovi che hai voluto approfondire in questo secondo racconto di viaggio?

Diciamo che tutto ciò che racconto e approfondisco è sempre legato alla provincia autentica, generosa e laboriosa. Al centro ci sono le storie di grandi donne e grandi uomini che, con il loro impegno quotidiano, contribuiscono a rendere il nostro Paese apprezzato in tutto il mondo: allevatori, agricoltori, pescatori, artigiani. Sono loro a custodire e tramandare quel patrimonio di saperi e tradizioni che rende l’Italia così preziosa e unica.

Stai già lavorando a un nuovo libro o magari preparando un nuovo programma?

Ancora sono tutti in cantiere. Quando saranno in fase di realizzazione, con molto piacere li condividerò. Per il momento continuo a girare l’Italia raccontando la nostra splendida penisola e presentando “Il Paese Azzurro”. Perfetto, Beppe. Ti ringrazio davvero per il tempo che ci hai dedicato e per averci accompagnato in questo viaggio tra le meraviglie del nostro mare e delle nostre tradizioni.

Grazie a voi, è sempre un piacere. Alla prossima!

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