Salem, Lola e Indie: commovente storia di un’amicizia durata tutta la vita. Capitolo Uno: Un misterioso Amico

Salem Lola Indie


Non ho mai avuto un gatto prima che Salem entrasse nella mia vita. Era nera come il carbone, con gli occhi color dell’oro e gentile come un agnellino.
La prima volta che l’ho vista fu in una giornata piovosa, mentre balenavano i fulmini e rimbombava un tuono. Io ero andato nella stalla per prendere un impermeabile.
Appena entrato vidi una veloce macchia nera che correva tra i miei piedi. Fui preso alla sprovvista per un secondo o due da quell’apparizione sfocata. Poi guardai con apprensione nella semioscurità del fienile poco illuminato, cercando di vedere cosa fosse. Con mio sollievo, scoprii che si trattava di un gattino nero. In quel momento stava seduto su una
sedia da cucina, a lungo abbandonata, vicino alla tavola che si trovava nel
fienile. ́Essendo in ritardo per il lavoro e non avendo tempo per giocherellare con un gatto, presi l’impermeabile staccandolo da un gancio sulla porta della stalla. Poi uscii
di nuovo fuori sotto la pioggia, chiudendo la porta dietro di me. Mentre il gattino era perfettamente contento di aspettare nella stalla che la tempesta finisse.

La prima pappa con Salem

Più tardi quel giorno, dopo essere tornato a casa dal lavoro, ritornai alla stalla con del cibo per cani, non avendo nient’altro da dare da mangiare al gattino. Non ero sicuro se avrebbe mangiato quel cibo o no ma lo mangiò eccome. Appena misi la ciotola del cibo sul pavimento, in pochi secondi il gattino uscì da dietro una catasta di legna da ardere. Si diresse dritto verso quello che probabilmente era il suo primo pasto decente da un bel po’ di tempo.
Mi sedetti su una sedia della cucina guardando il gattino divorare il cibo. Quando ebbe finito di mangiare si allungò, sbirciando intorno. Poi si fece timidamente strada verso di me, non del tutto sicuro di potersi fidare o no. Quindi abbandonò ogni indugio e mi saltò in grembo. Da allora divenimmo amici per tutta la vita.

Io e Salem per sempre insieme

Passarono i giorni e il gattino andava e veniva dalle mie parti mentre le stagioni cambiavano e le giornate si fecero più corte e più fredde. Poi una mattina presto, a metà dicembre, andai in cucina e misi sui fornelli una tazza di caffè. Prima di andare in cucina diedi un’occhiata fuori dalla finestra. Li vidi il gattino, che stava accoccolato in un piccolo cestino, posto su una panchina nel portico sul retro della casa. Aprii la porta e lo attraversai. Poi uscii dal portico e fui attratto dalla brillante luce della luna. Alzai lo sguardo verso la luna piena sospesa nel cielo in alto. Mentre ascoltavo il suono del vento che sferzava la neve che incappucciava i pini, sussurrando nella notte. Soltanto qualche ora e la temperatura con il freddo persistente sarebbe scesa ben al di sotto dello zero. Mi voltai per tornare sul portico.
Allora mi resi conto che il gattino sarebbe stato impotente se un coyote o una volpe si fossero fermati per fare uno…spuntino. Così presi il cestino con il gattino e lo portai dentro. In quel momento pensavo soltanto di dargli un pasto e un po’ di tempo per riscaldarsi. E invece finimmo per stare insieme per quattordici anni.

L’incontro con Lola: una gattina in difficoltà

Lola  Salem

Due anni dopo l’arrivo di Salem. Mi stavo dirigendo verso nord sulla Route 611, ricoperta dalla neve. C’era quasi una bufera di neve e in quelle condizioni io stavo andando a fare una consegna al Ristorante Luigi. Quando sono arrivato, ho girato dietro al ristorante, ho parcheggiato, e sono sceso dal mio camioncino. Appena sceso dall’automobile notai un minuscolo gattino bianco con le orecchie grigie seduto non lontano dalla porta della cucina. Era molto probabilmente in cerca di qualcosa da mangiare da parte dello Chef Luigi. Il quale, pur essendo un tiranno in cucina, aveva un debole per i gatti randagi.
Passai davanti al gattino mentre entravo nella cucina del ristorante. Questi emise un debole gemito chiedendo di venire aiutato. Magari con del cibo, cosa che sarebbe accaduta, oppure entrando direttamente nella tiepida cucina. Cosa che non poteva accadere. Una volta dentro, dopo essersi occupato degli affari, Luigi firmò i miei appunti.

Un po’ di cibo per la povera Lola


A quel punto fui sincero e non potei fare a meno di parlargli del gattino. Luigi mi guardò e disse: “Io gli do da mangiare. Faccio quello che posso, amico mio. Questo è tutto quello che posso fare. Devo stareattento, perché se qui entrasse un gatto, il dipartimento della Sanità chiuderebbe questo posto al volo e potresti dire addio agli spaghetti. Poi raggiunse il frigorifero, prese
del tonno, lo mise su di un piatto di carta e si voltò per darmelo. Prima di darmelo Luigi disse: “dai questo alla piccola che sta fuori. Ha perso la Mamma di recente. Non ce l’ha fatta sulla 611”. Quindi con un’alzata di spalle, Luigi condivise un po’ di saggezza dicendomi: “La vita va avanti, nessuno ha detto che sarebbe stato facile”. Poi se ne andò a preparare il pasto speciale della serata. Io presi il tonno, lo ringraziai per la sua gentilezza. Gli augurai una buona giornata e me ne andai, uscendo dalla cucina e trovandomi di nuovo in mezzo alla tempesta.

Una gattina nella bufera di neve

Il gattino non era più vicino alla porta. Diedi un’occhiata in giro per cercarlo, nella semioscurità, senza riuscire a vederne alcun segno. Fino a quando sentii una specie di flebile pianto. Sembrava che provenisse dal basso, vicino al cassonetto della spazzatura. Quando ho guardato sotto al cassonetto, ho visto il gattino. Stava tremando come una foglia, steso sopra qualcosa che sembrava essere uno straccio sporco.
Il vento sei stava alzando mentre la neve continuava a cadere. Presi una scatola pulita nelle vicinanze. Poi raggiunto di nuovo il cassonetto, presi il gattino e lo misi nella scatola insieme al tonno. Poi risalii sul mio camion con la scatole e ripartii. Poche miglia lungo la strada mi fermai allo Shady Brook,Centro veterinario. Lí lasciai il gattino per la notte. Doveva venire controllato dal medico e reso “presentabile” per portarmelo a casa.

Il “battesimo” di Lola…come per Salem

Il giorno dopo, presi in braccio il gattino e dal veterinario mi diressi a casa. Questo senza aver detto a nessuno della sua presenza. Guidavo mentre pensavo: “è stato fantastico.
Rosie, mia figlia, sarà così sorpresa. Dovrà essere lei a dare il nome al nuovo gattino. Sua sorella maggiore, Sheila, aveva dato il nome alla prima gattina, Salem. E così Rosie avrebbe battezzato la seconda gattina, chiamandola Lola. Fine del Capitolo 1 – Continua a seguire BACKdigit.com per il resto della storia…

The two little cats Salem and Lola and the gentle dog Indie – Chapter 1

A Mysterious Friend.
I never had a cat before, till Salem came along. She was as black as coal, with eyes of gold and gentle as a lamb. The first time I saw her was on a rainy day as the lightning flashed and the thunder boomed. I walked out to the barn to grab a raincoat. When I stepped inside. A black blur ran across my feet. Taken aback for a second or two by the blurry apparition. I gazed apprehensively into the semidarkness of the dimly lit barn, trying to see what it was. To my relief, it turned out to be a little black kitten. That was currently sitting atop an abandoned kitchen chair, long banished to the barn. Being late for work, and having no time to dilly dally with a cat, I grabbed a raincoat off a hook on the barn door. Then stepped back out into the rain, closing the door behind me. While the kitten was perfectly content to wait out the storm inside the barn.

The first meal with Salem

Later that day, after getting home from work. I walked out
to the barn with some dog food, having nothing else to feed the kitten. I wasn’t sure weather it would eat it or not. But it did. For once I put the bowl of food on the floor,within seconds the kitten came out from behind a stack of firewood, and headed straight towards what might of been its first decent meal in a while. I sat on the old kitchen chair watching the kitten gobble up
the food. When it was finished. The kitten stretched, peeking around, as it did. Then tentatively made its way towards me, not sure weather to trust me or not, till it threw caution to the wind, and hopped up into my lap, and we were friends for life.

Salem and I together forever

Salem

The days went by and the kitten came and went as the seasons changed and the days grew shorter and colder. Then early one morning, in mid- December, I made my way into the kitchen and put a pot of coffee on. Before walking over to the kitchen window. Where I caught sight of the kitten. Who currently was cuddled up in a small basket, which sat on a bench on the backporch.
I opened the door, and crossed the porch. Then stepped off the porch into the bright moonlight. Then stood looking up at the full moon hanging in the sky overhead. While I listened to the sound of the wind whipping through the snow capped pine trees, whispering in the night. With sunup stil a few hours off, and the temperature lingering well south of freezing. I turned around and stepped back onto the porch.Then knowing the kitten, would be helpless, if a coyote or fox stopped by to make a snack of it. I picked up the basket and brought the kitten inside. At the time, figuring on giving it a meal and some time to warm up, but instead she would end up
staying for fourteen years.

Lola: a friend in need

Two years after Salem’s arrival. I was making my way north on a snow covered Route 611, in near blizzard conditions, on my way to make a delivery to Luigi’s Restaurant. When I arrived. I pulled around the back of the restaurant, parked, and got out of my pickup truck. As I did. I noticed a tiny white kitten with grey ears sitting not far from the kitchen door. It was most likely looking for a handout from Chef Luigi, who although a tyrant in the kitchen, had a soft spot in his heart for the stray cats. As I passed the kitten on my way inside the kitchen. It emitted a weak whimper, either pleading for a handout, which might happen, or to be let inside the warm kitchen, which definitely wasn’t happening. Once inside, after taking care of business, Luigi signed my clipboard.

Some food for poor Lola

As he did, I matter of factly mentioned the kitten to him. Luigi looked at me and said, “I feed them. I do what I can, my friend. That’s all I can do. You got to be careful, if one got in here, the Health Department would close this place down quicker then you can say spaghetti”. Then he reached into the refrigerator, grabbed some tuna fish, and put it on a paper plate, then turned to give it to me. Before he handed it to me, Luigi said, “give this to the little one, on your way out, she just lost her Momma recently. She didn’t make it across 611.” Then with a shrug, Luigi shared a bit of wisdom saying, “Life goes on, nobody said it was going to be easy”. Then he went back to preparing tonights special. I took the tuna fish, thanked him for his business, told him to have a good day, and walked out the kitchen back into the storm.

A kitten in the blizzard

Salem e Lola the only picture together

The kitten wasn’t by the door any longer. I took a look around for it, while standing in the semidarkness, not seeing a sign of it. Till, I heard a whimper. It sounded like it was coming from under a nearby trash dumpster. When I looked under the dumpster, I saw the kitten. It was shivering like a leaf laying on top of what looked like a dirty dish rag. Then as the wind picked up and the snow continued to fall. I grabbed a clean box out of the dumpster. Then reached under the dumpster, picked up the kitten, put it and the tuna fish into the box. Then got back into my truck and off we went. A few miles down the road, I stopped at the Shady Brook Veterinary Center. Where, I left the kitten overnight, to be medically checked out and made presentable to take home.

The day Lola went home

Later the next day, I picked up the kitten and headed home. As I did, having not telling anyone at home about the kitten. I drove along thinking how, “ awesome this was going to be, Rosie’s going to be so surprised.” She’ll have to be the one to name the new kitten. Since her older sister Sheila
named Salem. As it was, Rosie would go on to name the kitten, Lola. End of Chapter 1- To be continued on BACKdigit.com

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