Introduzione
Una televisione che non si rinnova, con un’offerta incapace di recepire la richiesta. Il crollo degli ascolti dei grandi format, la “stanchezza” di alcune trasmissioni storiche che faticano a rinnovarsi. Mentre il crimine resta fra le preferenze del pubblico. Ma com’è veramente questa tv italiana di oggi? Ne parliamo con il conduttore e showman Alessandro Cucinotta, che a riguardo ha le idee molto chiare.
Intervista ad Alessandro Cucinotta
Alessandro la stagione tv è ripartita. E i pezzi da 90 perdono colpi. “Temptation Island” partito col botto è calato alla seconda puntata. Il Gf dal 24% di share dell’esordio al 17% dalla serata successiva. Che succede?
Succede che la richiesta è in continua evoluzione e cambiano i gusti dei telespettatori. L’offerta non sempre va di pari passo. Succede che siamo invasi da migliaia di proposte di format televisivi, cloni di programmi tv che si sdoppiano su altre reti per cui gli spettatori si sentono in balia di un’offerta di contenuti smisurata e ripetitiva: dai talk politici ai programmi di intrattenimento, è una televisione che se la canta e se la suona da sola.
Qualcuno ha scritto sui social che anche Tale e Quale Show, nonostante gli ascolti sempre buoni, avrebbe bisogno di una rispolverata.
Personalmente mi trovo d’accordo. Ho trovato un tantino “noioso” il programma fino a metà serata, quando poi pian piano si è velocizzato. Andrebbe rivisto un attimino il format dopo tutti questi anni.
Il fascino della cronaca nera
La cronaca nera continua invece a mantenere alta l’asticella di gradimento del pubblico italiano. Ma perché ci piacciono così tanto le tragedie, i drammi e i crimini?
Ci sono diverse ragioni che spiegano perché il pubblico italiano, così come molte altre culture, è attratto da questi temi: soddisfazione della curiosità umana, paura e rassicurazione (comunemente conosciuto come voyerismo sicuro), evasione ed intrattenimento, catarsi emotiva, bisogno di capire il male, confronto sociale, riflessioni sulle fragilità della vita.
La politica in tv dopo un exploit del decennio scorso sta crollando a picco. Come mai?
Il calo dell’interesse per la politica in TV è dovuto alla saturazione del dibattito, alla polarizzazione e alla crescente sfiducia verso i politici, uniti alla migrazione del pubblico verso piattaforme digitali, dove i contenuti sono più diretti e interattivi.
Anche la comicità fa fatica a ritornare agli antichi splendori. Forse gli attori e i cabarettisti di oggi non brillano più?
Sarò un tantino più critico ma la comicità fatica a ritrovare lo splendore passato perché oggi è spesso limitata da autocensura, ipersensibilità sociale e modelli ripetitivi, mentre molti comici faticano a innovare o a connettersi con un pubblico più frammentato e digitale
La rinascita della musica
La musica invece dopo anni di difficoltà si è ripresa il suo spazio e il suo posto al sole. In questo caso cosa sta funzionando?
La musica ha ritrovato slancio grazie allo streaming e alle piattaforme digitali, che hanno democratizzato l’accesso, e alla capacità degli artisti di adattarsi ai nuovi trend globali, integrando generi e collaborazioni innovative, raggiungendo un pubblico vasto e diversificato
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