Gianni Nocenzi si esibirà live il 16 settembre alle ore 21.00, nella sontuosa Sala Maestra di Palazzo Chigi, ad Ariccia. Qui avrà infatti luogo il recital ‘Miniature’, per piano solo di Gianni Nocenzi e quando Gianni Nocenzi si siede al pianoforte è sempre un evento. Musicista elegante, creativo, originale quanto modesto e schivo il Maestro Gianni è un artista che ha messo da tutta una vita il suo talento al servizio della musica regalando al pubblico composizioni che sfidano il tempo. Backdigit ha avuto il piacere e l’onore di fare quattro chiacchiere con lui per la sicura soddisfazione di tutti coloro che lo seguono con entusiasmo da anni. A questo proposito vogliamo ringraziare il batterista Fabio Moresco ormai da tempo legato da grande affetto e rispetto a Gianni, che ci ha aiutato in modo determinante a realizzare questa intervista. (Photo Credits: Andrea Basile)
Intervista al Maestro Gianni Nocenzi
Il tuo ultimo album solista, Miniature risale al 2016. All’epoca in alcune interviste dichiarasti che questo disco era venuto fuori da una tua esigenza personale e che avevi in programma di farne anche un altro. Ora che è passato un bel po’ di tempo ci chiedevamo se avessi ancora in mente di incidere un nuovo disco e se per l’appunto ne stessi preparando un altro..
Sì, ho ancora voglia di fissare su supporto un nuovo lavoro. Mi rendo conto che i miei ‘tempi’ sono sempre più lontani dalle necessità, dalle dinamiche del cosiddetto ‘show business’ che ha bisogno di continuità nella produzione. Per me è diverso e ormai non posso cambiare il mio approccio al fare musica. Lascio che le cose accadano, e quando sarò pronto, se ci sarà ancora un pubblico disposto ad ascoltare ed interagire con il mio lavoro, sarò ovviamente felice.
L’ispirata collaborazione tra Gianni Nocenzi e Fernando Birri
Agli inizi degli anni Ottanta hai avuto una collaborazione molto fruttuosa con il regista argentino Fernando Birri. Da qui è nato il soundtrack del film Un Senor Muy Viejo con Unas Alas Enormes tratto da una novella di Gabriel Garci Marquez. Tra l’altro per questo lavoro sei stato premiato alla 45a Mostra del Cinema di Venezia con l’Osella d’Argento per la migliore colonna sonora originale. Oggi come oggi il cinema, e in generale il mondo dei cortometraggi, delle produzioni visuali ti affascina ancora? Eventualmente ti piacerebbe ancora fare qualcosa in questo campo?
Mi piace molto tutto quello che riguarda la musica in rapporto con le immagini. Al punto che quando scrivo senza la finalità di dovermi relazionare con esse, seguo una sorta di mia ‘sceneggiatura’ mentale inventata ad hoc. Con Birri è stata una esperienza eccezionale durata molti anni. Con lui avevo la possibilità di ragionare direttamente sulla sceneggiatura per immaginare la musica. Quasi un lavoro a 4 mani, cosa che purtroppo è inusuale nell’industria cinematografica (tempi, budget etc.), limitando molto la mia possibilità di accettare proposte per soddisfare questa mia propensione per la relazione tra suono e immagine.
L’esibizione al Trasimeno Prog Festival
Di recente ti sei esibito al Trasimeno Prog Festival. Ti emoziona ancora dopo tanti anni esibirti in contesti come quello ed incontrare personalmente i tuoi fans?
E’ sempre una grande emozione per me. Faccio pochissimi concerti, ognuno deve avere, se possibile, un suo significato. Da anni ho rinunciato ai tour massivi e oggi ancor di più, la location e l’evento culturale di riferimento sono determinanti. Non credo di avere fans, ma un pubblico sensibile che apprezza il mio percorso, seppur eccentrico rispetto agli standard dell’industria. Per questo il live mi impegna molto: rispetto tantissimo queste persone e da qui la mia contrarietà a riprese audio/video, alla bulimia dei cellulari- ‘io c’ero’ etc. Suono al massimo delle mie energie per chi è la in quel momento.
Gianni Nocenzi passato e presente in musica
Ascolti ancora la tua musica e se lo fai ogni volta pensi che avresti potuto fare qualcosa di meglio o ritieni in quel contesto di aver fatto il massimo e quindi ti reputi completamente soddisfatto?
Onestamente ascolto poco la musica in generale ed evito accuratamente di sentire la mia. Quando posso ascolto musica cosiddetta ‘classica’, sempre fonte di riflessione e ristoro per me. Certo inevitabilmente a volte gli amici, la rete, mi fanno fare un tuffo nel passato e devo dire che finora è andata bene. Ho superato da tempo l’ansia di perfezione che ha caratterizzato la mia gioventù e da tempo ho accettato il fatto che sempre e comunque tutto è perfettibile. Mi ha aiutato in questo la convinzione che oltre al ‘testo’ è importante anche il ‘contesto’. Quindi quando ascolto qualcosa del passato che oggi mi può sembrare acerbo, ingenuo, imperfetto, ripensando al contesto di quegli anni….mi assolvo e sono felice di averlo fatto.
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