LA RUBRICA DI LELLO E DEI SUOI A-MICI.
Miao Miao, sono il gattino Lello, tigratino birbantello. Inauguro oggi su backDIGIT.com la “Rubrica di Lello e dei suoi A-Mici”. Vi parlerò dell’inizio della mia storia, di me, della mia nuova vita, dei miei A-Mici.
Presentazione della Rubrica del gattino Lello
Mi presento: mi chiamo Lello, per gli amici Lello Monello.
Voi penserete “ma come, un gattino che scrive?”. Ebbene sì. O meglio, io ho le zampette palmate, non posso scrivere materialmente, ma essendo un gattino intelligente rifletto molto e ho trovato qualcuno in grado di dar voce ai miei pensieri. Questo qualcuno è una simpatica signora (anche se lei si arrabbia quando le do della “signora” 😹) che chiamerò La Zia. La Zia è una figura importante della mia vita, è stata colei che mi ha salvato quando ancora non avevo un nome.
La storia del micio Lello
La mia storia comincia molto lontano, in un paesino di campagna vicino Salerno. La mia mamma era una randagia e io e i miei fratellini vivevamo alla giornata. Non era una vita facile la nostra. Vivevamo in un riparo di fortuna, all’interno di un rudere abbandonato e fatiscente. Faceva sempre freddo, tanto freddo la sera, e i nostri pancini brontolavano costantemente dalla fame. Ma se devo essere onesto non era tutto brutto: passavamo le nostre giornate giocando spensieratamente, sotto lo sguardo vigile della mamma.
Al termine dei giochi, quando il sole calava all’orizzone, ci attirava vicino a se’ e così scivolavamo nel sonno. Poi, un giorno, la mia mamma è sparita. Si era allontanata verso la strada per cercare del cibo ma… non è più tornata. Così io e i miei fratelli ci siamo fatti coraggio (ormai eravamo grandi, avevamo quasi due mesi!) e siamo usciti allo scoperto, avviandoci verso le case. Avevamo paura, non conoscevamo il mondo e i suoi pericoli ma non c’era più nessuno che pensasse a noi.
L’inferno della strada
Non saprei dirvi cosa è successo di preciso dopo, è tutto molto confuso. Rammento che vicino a degli edifici alti sono comparsi dei ragazzini. Hanno iniziato a rincorrerci, a prenderci in braccio, a buttarci per aria e a usarci come un pallone, per giocare. Da quel giorno non ho più visto i miei fratelli e non so che fine abbiano fatto. Quando mi sono svegliato ero solo e non riuscivo più a muovermi. Le zampine posteriori non le sentivo e non controllavo più i miei bisogni. Una coppia passando mi ha visto, mi ha portato da una veterinaria e lì ho visto l’inferno. Ci stavo lasciando le penne, anzi, il pelo in quel posto.
La veterinaria non mi voleva, non mi guardava neanche mentre io piangevo immerso nella mia urina e nelle mie feci. Lei aveva una puntura pronta per me, diceva che era per farmi smettere di soffrire, perché “tanto non c’era nulla da fare”. E’ stato lì che è successo qualcosa…
L’incontro speciale con la Zia
La Zia è venuta a sapere di me e ha organizzato il mio viaggio fino a Milano. Ora sono in stallo da una Tata e insieme, queste due strane umane, si prendono cura di me.
Magari vi parlerò più avanti delle esperienze che sto vivendo; intanto da gattino ben educato quale sono ci tenevo a presentarmi. Poi ho detto a La Zia una cosa importante, che voglio condividere con voi, su come voglio usare questo spazio: in futuro vi parlerò delle mie avventure, dei miei pensieri, del mondo visto da me, ma vi presenterò anche degli A-Mici speciali, in cerca della loro famiglia, che vi racconteranno la loro storia.
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