L’album “Beyond Man and Time” è uno dei classici della storia degli RPWL. Uscito originariamente nel 2012. In questa nuova e richiestissima versione in double vinyl, il cd contiene la versione lunga di “Somewhere in Between”, pezzo che all’epoca per motivi tecnici dovette essere tagliato.
Band di punta dell’art rock e del progressive rock germanico, gli RPWL sono reduci dal successo strepitoso del loro più recente album, “Crime Scene”. Il cd ha raggiunto la posizione numero 18 delle charts tedesche e si è piazzato bene anche in quelle europee. Grande successo hanno ottenuto poi le svariate date live del gruppo, formato da Yogi Lang, lead vocals e keyboards, Kalle Wallner, chitarra, Marc Turiaux, batteria e Markus Grützner, basso. Si tratta di quattro musicisti estremamente talentuosi che alla competenza tecnica aggiungono una grande vena creativa che rende il loro sound unico. Backdigit ha intervistato il bravo cantante della formazione, Yogi Lang, che ci ha parlato di “Beyond Man and Time” nella versione originale e in quella attuale in doppio vinile e di tanto altro…
La parola a Yogi Lang degli RPWL
Come mai avete pensato di pubblicare la re-release di Beyond Man and Time. Perchè proprio questo album?
L’anno scorso è stato il decimo anniversario dell’album e quella è stata la prima volta in cui abbiamo parlato di realizzare una versione in vinile di “Beyond the Man and Time”. Quando registrai il master del cd del 2012 fummo costretti ad accorciarlo a causa del limite tecnico dei settantanove minuti. Così questa volta, con il double vinyl, abbiamo avuto la possibilità di pubblicare l’album con la versione completa del brano “Somewhere In Between”. In origine non avevamo previsto che il pezzo venisse fuori così lungo. Ma durante la produzione abbiamo messo insieme sempre più materiale. Credo che rimanga a tutt’oggi uno dei nostri dischi più lunghi in assoluto.
Come hai già detto l’album verrà realizzato in versione double vinyl. Avete avuto particolari richieste in questo senso da parte del vostro pubblico?
Oh si’, ci avevano chiesto già tante volte di fare una versione in vinile di questo disco quindi…eccoci qua. A questo proposito bisogna anche dire che il disco a suo tempo venne realizzato in alta risoluzione, così forse il vinile suonerà anche meglio del cd! Non è davvero cool?
Tutto su Beyond Man and Time
Il cd originariamente risale al 2012. Quanto pensi che la band sia cambiata dall’epoca dal punto di vista musicale?
BMAT ci prese un sacco di tempo e penso che abbia rappresentato un passo importante nella storia della nostra band. Lavorare su un vero album concept spianò anche la strada al lavoro successivo, “Wanted” e al music-movie “A New Dawn”.
Qual era il tuo brano favorito di questo disco ai tempi dell’uscita originale e oggi è rimasto lo stesso?
Il mio pezzo preferito rimane sempre “Unchain the Earth”. Dal punto di vista delle lyrics ha delle immagini molto forti e la musica si abbina in maniera così perfetta al senso di ottimismo di questo brano. Ma quando abbiamo rimasterizzato l’album è diventato molto difficile da decidere perché questo lavoro è pieno di idee grandiose.
Parliamo della tua performance vocale per questo disco. Ne sei completamente soddisfatto?
Il songwriting di BMAT era leggermente diverso rispetto a quello degli album precedenti. Così fu una vera sfida specialmente per via del duro impegno tra songwriting, produzione e registrazione. Tutto nello stesso tempo. Ma questa è anche una cosa positiva perché qualsiasi cosa ho registrato è veramente nello spirito del disco.
Gli RPWL e il successo di Crime Scene
Il punto di forza dell’album è come dicevamo la versione inedita di “Somewhere in Between”. Quali sono gli elementi di punta di questa canzone?
Intanto bisogna dire che accorciare questo brano era l’unico modo di tagliare i tempi dell’album senza ridurre la storia. E’ una specie di sogno misterioso nel mezzo di una via che porta ad una illuminazione finale. La canzone si divide in una prima parte che è una riflessione su un sogno e una seconda che potremmo chiamare quella della visione dell’incubo. Poi c’è l’ultima parte che è una specie di reprise, un’iniezione di nuovo coraggio per tirare avanti. Nel cd originale puoi ascoltare solo la parte del sogno.
Il vostro più recente cd “Crime Scene” ha avuto un gran successo. Ve lo aspettavate?
Quando abbiamo concluso questo lavoro tutti nella band erano davvero contenti del risultato. Questo è tutto, poi nessuno è in grado di prevedere se un disco piacerà alla gente oppure no. Ma lasciamelo dire: siamo davvero molto, molto felici che il nostro pubblico lo abbia accolto così caldamente!
Puoi raccontarci qualcosa riguardo alle recenti date live degli RPWL?
Abbiamo fatto un tour favoloso la scorsa estate con il nostro live line up che include la band più Caro von Brunken e Carmen Tannich in veste di backing vocalist. Insieme con i nostri tecnici formiamo una grande famiglia. A venire abbiamo ancora qualche concerto, quattro insieme ai Sylvan, una band che fa parte della nostra label Gentle Art of Music. Quindi alcune delle performance sono parte del Crime Scene Tour e includono l’intero album, altre sono “Best Of”. C’è anche uno show con i Saga. E’ un grande piacere per me perché quello dei Saga è stato il primo concerto, nei primi anni ’80, a cui io abbia mai assistito.
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