Remedy: Intervista al leader Roland Forsman

I Remedy pubblicano il videoclip del singolo Living on the Edge. Dopo il successone del debut cd Something That Your Eyes Won’t See, la band svedese che si rifà al classico rock melodico stile anni Ottanta, ha deciso di fare un regalo ai propri fans. Con questo presupposto è nata l’idea del clip di Living On The Edge, uscita prevista per il 9 ottobre. Ma non basta. Il 24 novembre prossimo i Remedy pubblicheranno una riedizione in edizione limitata black vinyl del loro album (via S-Rock Music Production). Tutti motivi di grande soddisfazione per il fondatore della formazione, il chitarrista, songwriter e produttore Roland Forsman. Lui che, insieme a Robert van Der Zwan, lead vocals e chitarrista, Jonas Öijvall, Keyboards, Jonas Dicklo, basso e Fredrik Karlberg, batteria, ha dato vita alla realtà musicale dei Remedy rimanendo per primo sorpreso dai consensi che la sua band ha ottenuto in così poco tempo. Backdigit ha intervistato Roland Forsman per farsi raccontare gli esordi dei Remedy e la scorsa estate a base di successi live del gruppo…

La parola a Roland Forsman

Remedy Something That Your Eyes Won't See cover

Hai cominciato la tua carriera come songwriter. Quando hai deciso che era tempo di formare la tua personale band?
In effetti più che altro ero un direttore musicale e un musicista freelance per diversi artisti e tanto altro ancora. La musica per me aveva più che altro a che fare con la carriera e i soldi piuttosto che l’impegno a fare cose che amavo davvero. Poi però è arrivata la pandemia ed ho perso improvvisamente tutti i miei contatti e i tour a cui partecipare.
Qualche volta però, come si suol dire, si chiude una porta e si apre un portone. In mancanza di lavoro ho cominciato a scrivere musica che mi piaceva davvero, musica che mi coinvolgeva, con la chitarra in primo piano. I Remedy sono il risultato di tutto ciò.

Come mai hai chiamato la tua band Remedy?
Questa band è stata davvero un rimedio per me in quel determinato periodo. Me la sono vista brutta per via della pandemia, che mi ha portato a perdere il lavoro ma anche perché ho passato un periodo duro dal punto di vista personale. Scrivere musica e mettere in piedi questo gruppo è stato il rimedio a queste mie difficoltà. Inoltre mio figlio si chiama Remmie, così è stata una scelta molto facile.

Le influenze anni ’80 dei Remedy

Remedy Roland Forsman album

Nel tuo primo album ci sono eco della musica di band come Europe, Def Leppard, Mister Big…E’ questo il tipo di musica che ti ha ispirato fin dall’inizio?
Si’, questo è vero al cento per cento. E’ il genere musicale che amo di più così ho cercato di lavorare con “l’eredità” di queste band e della loro musica con grande devozione. Ho fatto del mio meglio riguardo il songwriting, la produzione e tutto il resto. Ritengo che il melodic rock non sia sempre invecchiato nel modo più giusto, così io cerco di dare ai Remedy il massimo. Se ci metto tutto me stesso, almeno a livello personale, almeno potrò sempre essere orgoglioso del risultato.

La scorsa estate siete stati in tour. Qual è stata la reazione dell’audience ai brani tratti dal cd Something That Your Eyes Won’t See?
Superiore alle mie più rosee aspettative. Sono stato così incredulo nel riscontrare un feedback così grandioso da parte del pubblico dopo ogni concerto, sui social medias, le emails ricevute… E considerando che quella scorsa è stata la nostra prima estate come band, non avrei potuto sperare in un inizio migliore. Voglio dire, abbiamo suonato al Dalhalla dopo i Kiss! Cosa puoi chiedere di più? Abbiamo avuto davvero una grandissima soddisfazione in tour con i Takida.

Roland e la passione per l’Italia

Avete in programma di venire a suonare in Italia?
Io sono innamorato dell’Italia, amo la gente di questo paese, la vostra cultura, il cibo, il vino. Inoltre ho sentito dire che il pubblico italiano è incredibile! Così davvero non vedo l’ora di poter visitare con i Remedy il vostro magnifico paese.

Tu sei il fondatore dei Remedy. Come hai scelto gli altri membri della band?
Dopo essere stato nel music business per tanto tempo ho il privilegio di essere amico dei migliori musicisti che ci sono in Svezia. Immaginate che conosco Robert van Der Zwan (vocals) e Jonas Oijvall (keyboards) da più di venti anni. Detto questo so benissimo che loro sono tanto bravi dal vivo quanto in studio. Un’altra cosa che so è che se devi stare in tour per parecchio tempo hai bisogno di essere circondato da brave persone. Questo è un altro fattore che ho tenuto in considerazione quando formavo la band. Siamo tutti grandi amici tra di noi prima di essere una band.

Alla scoperta di Something That Your Eyes Won’t See

Remedy Soemthing That Your Eyes Won't See cd

Qual è il tuo pezzo preferito del cd Something That Your Eyes Won’t See e perché?
Direi Thunder In The Dark. Il pezzo in qualche modo è un omaggio ai Survivor e ai Foreigner. Io adoro queste due band! Penso che questa canzone sia venuta fuori davvero bene. L’ispirazione mi è venuta dopo essere stato in tour con Georg Harnsten Egg (Dynazty) e Andreas Passmark (Royal Hunt, W.E.T.). E’ stato un tour grandioso e ci siamo divertiti tantissimo insiem, il che mi ha fatto venire l’idea per questo brano. L’ho scritto sul tourbus senza alcun strumento a supporto, soltanto rimuginando idee e registrandole sul mio telefonino. Poi quando sono tornato a casa ne ho fatto un demo e successivamente l’ho registrato per inserirlo nell’album. Sono veramente felice del risultato!

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