Limp Bizkit: boicottata la data in Estonia della band di Fred Durts

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I Limp Bizkit di Fred Durst dovevano esibirsi a Tallinn, Estonia, il prossimo anno ma il loro concerto è stata clamorosamente cancellato.

Limp Bizkit Tallinn Estonia
Foto da Instagram @limpbizkit e @freddurst

E per fortuna che il rock porta da sempre il vessillo della libertà. Che il rock è per tutti, che se ne frega delle convenzioni e non ha un’identità politica ma indossa solo i colori della fratellanza e dell’amicizia. Mentre si balla, si canta e ci si sfrena sotto al palcoscenico al suono delle chitarre impetuose, della batteria martellante, del basso incisivo, delle tastiere energiche e della voce possente, niente ha più importanza. Se non il potere della musica che ci fa sentire tutti uguali, tutti desiderosi di provare emozioni forti, quelle che solo un bel concerto rock sa darti. E per fortuna perché ultimamente seppur di sottobanco e senza fare troppa pubblicità c’è chi sta attentando a questa magia.

Fred Durst e i Limp Bizkit “censurati”

Limp Bizkit Tallinn Estonia

Chiedetelo a Fred Durst, leader e cantante dei Limp Bizkit. I quali si sono visti cancellare una data prevista a Tallinn in Estonia per il prossimo maggio 2026. Il motivo? Nel 2014, ben dodici anni fa, Durst al quale evidentemente non fa difetto la sincerità, aveva rilasciato delle dichiarazioni a favore del presidente russo Vladimir Putin. Di Putin aveva detto: “E’ una brava persona con chiari principi morali”. Ma vi rendete conto? Per via di un suo personalissimo punto di vista, ribadisco, di ben dodici anni fa, Fred Durst e la sua band non saranno ammessi in Estonia. Invece di
suonare, insomma, se ne resteranno a casa.

Il rock: un messaggio di libertà

Limp Bizkit Tallinn Estonia

Ma non si era detto che la musica rock non ha confini né barriere e che l’unico messaggio che vuole trasmettere è quello della libertà? Libertà di essere come vogliamo e di esprimere pacificamente le nostre idee, qualunque esse siano. Questo ci hanno insegnato John Lennon, Robert Plant, David Bowie, Iggy Pop, Lou Reed, Freddie Mercury e chiedo scusa a tutti quelli che per brevità non ho nominato o che in questo momento non mi vengono in mente.

Ma oggigiorno questo credo, che è sacrosanto e che ha fatto di tutti quelli che lo hanno abbracciato le persone che sono ora, viene calpestato da taluni politicanti. Da coloro che vogliono solo favorire la filosofia della guerra. Cosa c’entra il parere che Durst ha espresso su Putin anni fa con le esibizioni live della sua band? Esibizioni che i ragazzi lettoni non avranno la possibilità di gustarsi?

Gli artisti russi ostracizzati e “cacciati” dai palcoscenici

Senza considerare che la presa di posizione di gran parte del mondo occidentale nei riguardi degli artisti e degli atleti della Federazione Russa è a dir poco sconcertante. Qualche esempio che vi lascerà a bocca aperta. Nel 2022 il violinista Maxim Vengerov è stato brutalmente scaricato dalla giuria del concorso Menuhin (UK). E che dire di Tugan Sokhiev che dirigeva l’Orchestre National du Capitole di Tolosa (Francia) al quale, reo solo di essere russo è stata “tolta la bacchetta”? O Valery Giev, famosissimo direttore d’orchestra (sostenitore di Putin) al quale di recente è stata annullata l’esibizione al Teatro Regio di Caserta? Senza contare chi ha addirittura rimosso dai propri programmi le opere immortali di Tchaikovsky e Rachmaninov. Soltanto perché “colpevoli” di essere compositori russi.

Non si parla di politica, ma di musica

Questi signori sopracitati (Vengerov, Sokiev e Giev) non andavano a fare un comizio, ma musica, soltanto musica e certi atteggiamenti sanno di strumentalizzazione politica. Così adesso dopo la musica classica tappiamo la bocca anche al rock, “tiriamo il collo” anche alle chitarre elettriche e ai microfoni. Quale sarà il prossimo passo? Riflettete un attimo e tirate da soli le conclusioni.

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