Lo splendido terzetto piemontese Baia Trio segna il proprio ritorno con l’album “Sono” (K Brother – EgeaMusic 2023). Si tratta del secondo album registrato dal vivo in studio all’insegna della musica dell’arco alpino occidentale, occitana e provenzale. «SONO è la summa di tanti anni di dedizione condivisa, di lavoro sulla musica e con la musica. Abbiamo sempre fatto questo, accomunati da un profondo amore per la musica di tradizione che attraversa l’arco alpino occidentale. Non facciamo filologia, per quanto ne riconosciamo l’importanza. Crediamo che la forza della musica tradizionale non risieda solo nelle melodie, ma che si celi nei contesti, negli incastri, nelle imperfezioni, nella memoria. Non facciamo innovazione. Forse, a modo nostro sperimentiamo con gli strumenti che abbiamo a disposizione, facciamo un gioco, siamo in gioco; un gioco iniziato negli anni ‘90 con i Compagnons Roulants, proseguito con Edaq Ensemble e via via attraverso la realizzazione di molti altri progetti e collaborazioni. Questa sperimentazione con gli elementi della tradizione antica ci ha spinto a inventare suoni, musica, suggestioni, colori, ambienti, pensieri e consapevolezze. Non solo una pratica di arrangiamenti a partire dai materiali originali, ma piuttosto la possibilità di tessere una tela nuova, un nuovo disegno con gli elementi delle memorie, quella collettiva e quella nostra, che è la più intima».
“Sono”: il nuovo lavoro dei Baia Trio
Con orgoglio, consapevolezza e tanta gioia il Baìa Trio presenta Sono, il nuovo album pubblicato da K-Brothers e distribuito da EgeaMusic. A sette anni di distanza dal debutto Coucanha, il terzetto piemontese torna con un secondo disco. Il cd è stato registrato dal vivo in studio in tre giorni e incentrato sulla musica tradizionale dell’arco alpino occidentale. In particolare le danze della Valle Varaita (Cuneo), una delle valli occitane del Piemonte. Non mancano brani scritti dal trio come Après la pénitance e Passavamo sulla terra leggeri, forti di un discorso di radici, identità e cultura orale. Enrico Negro, Francesco Busso e Gabriele Ferrero ricordano anche due brani tradizionali: «La filha dau ladrier – tratto dalla raccolta Chants populaires de la Provence del 1862 – è una delle più antiche storie d’amore cantate in Provenza. Lei Penitents è un canto religioso dei penitenti, tratto dal repertorio dei monaci de La Chartreuse e il testo è stato rielaborato dal cantore provenzale Manu Theron. Queste escursioni provenzali diventano il Sono delle pietre corrose dal vento e dal sole».
Parliamo dei Baia Trio
Baìa Trio è un trio di musica a ballo, quella musica che nasce in un’ipotetica regione che va dalla regione Occitana del Piemonte alla Bretagna attraversando la Francia. Il trio studia e propone un repertorio di musica folk, originale, raccolto e vissuto nella tradizione, e rivissuto sul palco. Negro, Busso e Ferrero sono passati da esperienze diverse e comuni, hanno suonato folk in Italia e all’estero negli ultimi trent’anni, esibendosi su palchi prestigiosi (es. Gran bal de l’Europe e Fete des violons populaires in Francia, oppure il Folkest) e suonando con tanti musicisti italiani e stranieri. Organizzano il festival biennale del violino popolare La Vioulounado in Valle
Varaita. In questa chiave vanno ascoltati i Baia Trio e il loro nuovo album “Sono”.
Chi sono i Baia Trio
I Baia Trio sono Francesco Busso: ghironda, voce. Insieme a lui Gabriele Ferrero: violino, mandolino, sax soprano, voce. Poi Enrico Negro: chitarra acustica, classica, elettrica, basso elettrico, voce e Renat Sette: voce. Completa la formazione Sergio Caputo: tamburo a cornice.
Il talento live del trio
La dimensione live è uno dei tratti caratteristici di Sono, insieme alla partecipazione di un amico storico come Renat Sette: «Le sonorità sono un po’ sporche, un po’ scure, a tratti ruvide, ma soltanto un po’, perché la musica, nelle sue multiformi sfaccettature, possiede sporcizia, ruvidezza e oscurità. Spesso dimenticate, trascurate, rese minori. Sono questi i colori che compongono l’arazzo di una identità complessa e autentica. Ad accompagnarci nella realizzazione della nostra idea c’è Renat Sette, con la sua voce unica, cantore della Provenza più autentica, conosciuto a cavallo del millennio con i progetti Dona Bela e Arco Alpino. Le amicizie, per fortuna, durano».
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