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Renato Zero: da Zero al Circo Massimo. Questa potrebbe essere la definizione più adatta della brillante e lunghissima carriera di Renato Zero. Lo scorso 9 settembre Canale 5 ha celebrato i 70 anni del cantautore romano con la replica alle 21,30 della seconda delle due serate di 070 – Speciale Renato Zero. Si tratta del concerto (ben sei date) tenutosi al Circo Massimo di Roma lo scorso anno che ha coinvolto più di 100.000 persone. Tutto per celebrare i 70 anni dell’artista che, partito dal nulla, ha saputo conquistarsi enormi platee.

La storia e gli esordi

Nasce alla Montagnola, un popoloso quartiere di Roma, Renato Fiacchini il 30 settembre del 1950 conosciuto al grande pubblico come Renato zero. Mamma infermiera e papà poliziotto lo iscrivono alla scuola di cinematografia che frequenta fino al terzo anno per abbandonarla definitivamente subito dopo per dedicarsi  alla carriera di cantante, ballerino e attore. Si esibisce quindi in piccoli locali della capitale con spettacoli di burlesque e travestimenti molto sopra le righe per quei tempi. Tanto che la critica spesso lo prende di mira con l’appellativo “sei uno zero”.

E’ nata una stella di nome Zero

Da qui il cognome d’arte che lo contraddistingue nei decenni successivi. Renato adolescente nonostante le critiche continua comunque ad esibirsi. In una nota discoteca molto in voga in quegli anni, il Piper, viene subito notato da un grosso nome della coreografia di quel periodo. Parliamo di Don Lurio, che lo scrittura per un gruppo di ballo insieme a Rita Pavone in una trasmissione serale. Renato in quel periodo coltiva amicizie “importanti” del calibro di Loredana Bertè e Mia Martini. Nel 1967 pubblica il suo primo 45 giri Non Basta sai /In mezzo ai guai, prodotto con la supervisione di Gianni Boncompagni. I primi anni ’70 sono il periodo della sua grande affermazione artistica tra piume, trucco e lustrini e Renato ZERO si fa largo tra lo  stupore generale.

I grandi successi di Renato Zero

Renato Zero Zerofobia album concerto

Con il singolo Mi vendo racconta (si presume) di un ragazzo che si prostituisce nella più assoluta normalità. Dall’album Zerophobia vengono estratti i singoli Morire qui, La trappola, e L’ambulanza. Fino al più famoso Il Cielo, che racconta il vero spirito dell’artista romano. Negli anni successivi Renato Zero fonda Zerolandia, una sorta di Eden dove viene predicato l’amore libero senza distinzione di razze e generi. Il cantante divenuto sempre più celebre pubblica poco dopo i brani Fermo Posta, il famoso Triangolo e soprattutto la molto discussa Sbattiamoci.

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I “sorcini” di Renato

Negli anni ’80 durante un concerto a Viareggio alla fine della sua esibizione viene rincorso da una folla festante che l’ artista definisce: “sembrano tanti sorci”. Da lì nasce un “popolo” di fans (o followers) che seguirà Renato Zero nell’arco di tutta la sua carriera: i sorcini. Nell’81 pubblica l’album Artide e Antardite con l’estratto I figli della topa. Segue una kermesse canora, ”Le Sorciadi” con la partecipazione di svariati artisti dell’epoca. Anni dopo un nuovo album: il “Dono”, dove l’artista racconta difficili realtà metropolitane e di degrado proprie di quel periodo. I singoli di maggior successo estratti dall’album sono Stai bene lì, Radio o non radio, Dal mare e gli spirituali-esistenziali Immi Ruah, La vita è un dono. Gli anni d’oro di Renato Zero vanno dai primi ’80 fino ai primi ’90, quando l’artista conosce un periodo di crisi ed oblio, dal quale comunque si riprende brillantemente.

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La grandezza di Zero

Ha pubblicato 30 album in studio con numerosissimi concerti cold-out al seguito. Nel 2010 per i suoi 60 anni organizza il tour Sei Zero, otto concerti in undici giorni. Nella sua acclamata carriera di artista pop/rock Renato Zero ha raccontato la sua vita (a tratti trasgressiva, per qualcuno soprattutto agli esordi scandalosa) senza mai sconfinare nella volgarità. E il seguito di milioni di “sorcini” che ancora oggi lo adorano e ne proclamano il successo è un segno indiscutibile della grandezza d’artista sensibile e talentuoso.

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